Missioni Consolata - Gennaio / Febbraio 2019
avventurarsi per strade insane e piene di azzardi. Una diagnosi ve- rissima, purtroppo ancora valida per responsabilità della politica che non ha saputo intervenire per metterci al riparo da nuove crisi bancarie che magari possono avere come nuovo epicentro la crisi dei prestiti per mantenersi agli studi piuttosto che ai consumi. La mancanza di regole è però solo una parte della storia. A monte di tutto c’è l’ingiusta distribuzione della ricchezza che provoca po- vertà e indebitamento. Il sistema deve capire che l’equili- brio può essere ritrovato solo in due modi: aumentando i salari e permettendo a tutti di avere un lavoro. Che non significa automa- ticamente produrre più beni per il mercato, ma ridurre l’orario di la- voro e rilanciare l’economia pub- blica. Ricette semplici e possibili ma che attueremo solo se cambie- remo mentalità. Francesco Gesualdi erano stati utilizzati come base di scommesse complicatissime che si rivelarono tutte perdenti quando trapelò la notizia che molte fami- glie americane non pagavano più. Il terremoto fu mondiale e a rima- nere sotto le macerie furono so- prattutto le banche di qua e di là dell’Atlantico che si ritrovarono i cassetti pieni di titoli che ormai non valevano niente. La Lehman Brothers forse venne lasciata fal- lire appositamente per fare cono- scere al mondo quanto fosse grave la situazione delle banche che, trovandosi piene di debiti e un capitale altamente svalutato, non erano più in grado di svolgere la loro funzione istituzionale di concedere prestiti. Così la crisi fi- nanziaria si estese al sistema pro- duttivo con fabbriche che chiusero e investimenti che non vennero realizzati. Una vera tragedia sul piano occupazionale che, secondo le Nazioni Unite, comportò la per- dita di 30 milioni di posti di lavoro. Serve più salario e più lavoro Di chi è la colpa di tutto questo? L’accento è stato posto sulla man- canza di regole che ha consentito al sistema bancario e finanziario di E la chiamano economia 74 MC GENNAIO-FEBBRAIO2019 che impediva il pieno recupero delle somme impegnate. La cosa strana, tuttavia, fu che quando il marcio venne a galla, non furono le banche che avevano stipulato i mutui a preoccupar- sene, ma tutte le altre. E qui si sco- prì che la concessione di mutui a famiglie troppo povere per poterli ripagare non era stato il frutto di errori di valutazione, ma di disone- stà. Il fatto è che le banche che concedevano i mutui non avevano nessun interesse a valutare la soli- dità delle famiglie perché sape- vano che avrebbero scaricato la patata bollente su altri. Il trucco su cui si reggeva l’intero castello stava nel fatto che le ban- che concessionarie di mutui ave- vano trovato il modo di dare pre- stiti alle famiglie e riscuoterli su- bito, non dalle famiglie che già erano in difficoltà a restituirli in trent’anni, ma da altri soggetti di- sposti a subentrare come credi- tori al posto loro. In fin dei conti avevano messo in piedi un gigantesco meccanismo di vendita dei mutui che trovava clienti soprattutto fra banche, fondi pensione e assicurazioni . Per di più quegli stessi mutui © Kevin Dooley Sopra : abitazioni abbandonate nella città di Gary, Indiana, Stati Uniti: in 50 anni la sua popolazione si è dimezzata a causa delle ristrutturazioni industriali e della conseguente disoccupazione. #
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