Missioni Consolata - Gennaio / Febbraio 2019

DAI LETTORI Cari mission@ri RISPONDE IL DIRETTORE In queste pagine diamo spazio a tutte le lettere, email omessaggi che riceviamo, purché chiaramente firmati. GENNAIO-FEBBRAIO2019 MC 5 GLI EVANGELICI E IL SOSTEGNO A TRUMP E C. In Italia gli evangelici ci sono, c’è cascata anche la bravissima badante peruviana che ha assisti- to mia madre e poi un’al- tra amica di famiglia. Ma, a quanto sembra, sono molto diffusi e potenti nelle Americhe, e si fic- cano in politica con un entusiasmo che sarebbe piaciuto a Pio XII, soste- nendo la peggio destra in Usa, Brasile e suppongo anche altrove in Suda- merica. Forse ci stareb- be un altro servizio (mi sembra che ve ne siate già occupati, ma la situa- zione si è aggravata). Claudio Bellavita 08/10/2018 Il termine «Evangelici» ha un significato molto vasto, forse qui è usato solo per indicare le frange più fon- damentaliste e nuove del- la galassia protestante. Il loro influsso non è certo limitato agli Stati Uniti (vedi MC 1-2/2017) o al Brasile. Sarà nostro im- pegno approfondire que- sto tema. IL DIRITTO DI RESTARE A CASA PROPRIA Caro padre, mi rifaccio vivo [...] dopo la lunga lettera che fu pubblicata solo in parte per mancanza di spazio (e anche questa è taglia- ta per lo stesso motivo, ndr ). Nella chiesa del paese dove mi trovavo fu distribuito il foglietto di settembre dell’Apostola- to della Preghiera sul quale era riportata anche l’intenzione di preghiera del papa: «Perché i gio- vani del continente afri- cano abbiano accesso all’educazione e al lavoro nel proprio paese». È una delle cose che in- tendevo sostenere nella mia lunga lettera dicen- do che era un concetto insegnatomi dai missio- nari ma dirlo oggi, o me- glio dirlo un anno fa suonava come una cosa xenofoba, populista, in- tollerante, sovversiva, non solidale, contro i di- ritti umani e - ed è ciò che mi irrita di più - an- ticristiana. Ma se prego perché i giovani africani abbiano accesso all’i- struzione e al lavoro a casa loro sto pregando per eliminare l’esigenza che li spinge a muoversi in massa per venire da noi. È tutto logico e cri- stiano. Entrambe le cose sono ormai ridotte ad o- pinioni e neanche parti- colarmente valide. [...] Rimanendo all’immi- grazione penso che no- nostante tutto, molti non siano ancora convinti che il fenomeno migratorio Africa-Europa, così come lo vediamo, non è per nulla spontaneo, come non lo è quello nuovo dall’Honduras verso gli Usa (guarda caso ci sono le elezioni di medio ter- mine in Usa...) e credo che una buona parte del- la causa di ciò sia nei mass media (diciamo al- meno l’80% dei grandi media) che sembrano li apposta per «formare» l’opinione pubblica inve- ce che informarla. Sono più attori della politica invece che osservatori. Ancora rifacendomi a co- se già dette, se Missioni Consolata fa giornalismo allora ha una gran re- sponsabilità e c’è un gran bisogno di informa- re in modo ben ragionato i lettori. Se volete anche formare le pecorelle che credono di essere rima- ste all’ovile ne sarò mol- to felice ma che sia for- mazione cristiana «sicu- ra», basata non sulle ventate dell’attualità ma sulla Verità e ciò che la Chiesa ha sempre inse- gnato a ragion veduta. Un saluto. Andrea Sari 29/10/2018 Caro Sig. Andrea, non me ne voglia se ho di- mezzato la sua lettera. Sul fatto che «i giovani a- fricani abbiano accesso a educazione e lavoro nel proprio paese» non c’è niente di anticristiano. Il diritto a rimanere a casa propria ( ma anche ad a- verne una ) è fondamenta- le per ogni uomo. Tutta la storia biblica gira attorno alla «terra» promessa da Dio al suo popolo. Noi missionari, da sem- pre, abbiamo investito tanto (e continuiamo a farlo) per aiutare i più po- veri del mondo a vivere meglio a casa propria. Quanto all’informazione: è nostro impegno - con i nostri poveri mezzi - offri- re articoli documentati e ragionati, senza seguire lo stile sensazionalista e litigioso di moda oggi nel rispetto dell’intelligenza dei nostri lettori. CHEVRON TEXACO Forse ho inteso male ma la Chevron Texaco, in vent’anni o giù di lì, è riu- scita a scaricare in 450 chilometri quadrati di A- mazzonia equadoregna circa 60 chilometri cubi di petrolio (acqua tossica da lavori di estrazione, n- dr ), provocando danni e- normi. Condannata dai giudici di Quito (Corte Costituzio- nale ecuadoriana, ndr ) a risarcire gli indios e i campesinos con una somma di oltre 9 miliardi di dollari, la multinazio- nale è riuscita a farla franca grazie alla Corte europea ( Corte perma- nente di arbitrato del- l’Aja , realtà completa- mente indipendente dal- la Unione europea, ndr ), che avrebbe (uso il con- dizionale perché anche in questo caso potrei a- ver inteso male) ordinato all’Ecuador di annullare la sentenza di condanna, in quanto trattasi di un giudizio che viola i «diritti della Chevron Texaco» (perché l’Ecuador è ac- cusato di aver violato un articolo del «Trattato Bi- laterale sugli investi- menti» [ Bilateral Invest- ment Treaty ] esistente tra Ecuador e Stati Uniti dal 1993 e quindi di esse- re corresponsabile con la multinazionale, ndr ). Una cosa però sono sicu- ro di averla ben chiara in mente: giudici così, che assolvono multinazionali così, non mi rappresen- tano e non rappresenta- no né le radici cristiane, né le altre radici dell’Eu- ropa, né lo spirito e le i- dee di chi vive in Eu- ropa oggi e, di © Paolo Moiola

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