Missioni Consolata - Gennaio / Febbraio 2019

Però quanta fatica, pure psicologica! I luterani, nu- merosi in quella regione, ostacolarono l’ospedale in tutti i modi. Eravamo nel 1964-65, quando l’ecume- nismo era una chimera. L’ospedale nacque nel 1968, con l’applauso di Julius Nyerere, presidente della nazione, che inaugurò la struttura con 60 posti letto. Oggi i posti letto rasentano i 400, senza contare i bimbi nati prematuri e le donne in attesa di parto- rire. Le corsie sono dieci, tre le sale operatorie, due le sale parto, un laboratorio ortopedico, il «delica- tissimo» reparto per sieropositivi (Aids), la ricca farmacia, la tac, la risonanza magnetica. Realtà che in Italia sono normali, come il caffè al bar. Ma a Ikonda, dove i denari li maneggi con il contagocce, dove le strade sono più insidiose dei serpenti, dove l’elettricità costante è solo una spe- ranza remota (e quindi, per rendere efficienti le sale operatorie, necessiti di costose turbine che i fulmini mettono a ko a ogni piè sospinto), non sono realtà scontate. Allora l’ospedale di Ikonda cade e si rialza ogni mattina. Il suo sviluppo ricorda il detto africano: il maestoso baobab è stato una foglia se- minata dal vento. «Perché avete costruito l’ospedale fuori dal mondo - chiesi a padre Sandro Nava, direttore della strut- tura -. Altrove, gli ammalati lo raggiungerebbero con maggiore facilità e minore spesa, non ti pare?». Il missionario mi guardò stupito, come se avessi scoperto l’acqua calda. Poi rispose: «Certo, un ospedale a Makambako o Njombe sarebbe più co- modo e, per noi, più redditizio. Però sarebbe un ospedale per gente di città, non per poveri sperduti su queste vallate come pecore senza pastore. Un ospedale così sarebbe ancora un ospedale missio- nario?». Lasciai padre Sandro e sostai nell’ingresso, dove campeggia la scritta: «Il bene va fatto bene». È l’impegno dell’ospedale di Ikonda, alla scuola del Beato Giuseppe Allamano. Un centro per... centrare Oggi e domani, strada facendo «insegnate tutto ciò che vi ho comandato» (Matteo 28, 20). Qui entra in azione il Consolata Mission Centre di Bunju , a 35 chi- lometri da Dar Es Salaam. Sul pavimento della sua chiesa spicca la data «2008», l’anno in cui il Centro aprì i battenti: la porta istoriata a fisarmonica della stessa chiesa; le porte del salone-conferenze a onde marine; quelle ariose della sala da pranzo; l’ingresso delle camere degli ospiti. Al Consolata Mission Centre dormono 80 persone, 250 siedono davanti alla tradizionale polenta e 300 partecipano a dibattiti con il cardinale Polycarp Pengo, arcivescovo di Dar Es Salaam, o con altri re- latori. Costoro intrattengono l’uditorio con dibat- titi, scritti e immagini in power point. GENNAIO-FEBBRAIO2019 MC 49 D Qui sopra : Iringa, lezioni al seminario di Mafinga. A sinistra : Morogoro, vista delle splendide montagne che sovrastano la piana. D © Jaime Patias AfMC D 100 ANNI IN TANZANIA

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=