Missioni Consolata - Gennaio / Febbraio 2019

di notte, perché il calore del giorno fiaccava i buoi. In testa e in coda ardeva una lanterna, per tener lontano il leopardo. Io recitavo il rosario, dato che non avevo avuto tempo durante il giorno...». Negli anni 1965-1970 arrivarono i gruppi elettro- geni: si accendevano solo per saldare e per man- giare un boccone alla sera in compagnia, prima di andare a letto. Fratel Felice ne curava la manu- tenzione, avvalendosi di manuali in inglese, lin- gua che non sapeva. Ma, leggi e rileggi, l’inglese gli divenne meno ostico. Conciava pure pelli per confezionare scarpe e scarponi. Un giorno uno spruzzo d’acido finì nei suoi occhi, e quasi lo accecò. Ma continuò a mon- tare e smontare motori, aiutato dai suoi operai. Con le sue mani esperte, divenute dure come l’ac- ciaio, riusciva a controllare ingranaggi e bulloni. Al termine di quei racconti serali, mentre la luce della lampada si affievoliva, fratel Felice era so- lito chiedere: «Domani mattina la Messa è sem- pre alle 6,30?». E tanti altri... Ricordo anche Angelo Invitti, il mago del tornio. Poiché i pezzi meccanici di ricambio erano spesso irreperibili in Tanzania, Angelo li fabbricava lui stesso lavorando con precisione al tornio. Lavorava e insegnava meccanica. Al termine del lavoro e della scuola, c’era ancora un’ora di reli- gione per ricordare che Dio è misericordia. Fratelli missionari come Modesto Zeni, con un nasone da proboscide. Ma che «fiuto finissimo» nella sua vita! Costruì la cattedrale di Kihesa (Iringa), un po’ chiesa, un po’ pagoda e un po’ mo- schea, per dire che la casa di Dio è di tutti. Eresse, nella rotonda principale di Iringa, il mo- numento all’indipendenza della nazione con la fiaccola che arde. Ed era pure il designatore degli arbitri nelle partite di calcio della città. Tanto era accetto a tutti. Fratelli missionari come Gianfranco Bonaudo, imponente, extra large dalla testa ai piedi. So- prattutto costruttore. Ristrutturò e ampliò il Consolata Hospital di Ikonda (Njombe), sperduto fra le montagne dell’Ukinga. Un’eccellenza sani- taria in Tanzania con 400 posti letto. Gli amma- lati vi accorrono da ogni angolo del paese, persino da Zanzibar. Terminati i lavori, fratel Gianfranco commentò: «Sono felice di aver messo in piedi un ospedale dove i bambini e i poveri non pagano». Fratelli missionari della Consolata a decine e de- cine. Di loro il Beato Giuseppe Allamano soleva dire: «Voi siete i miei beniamini». Francesco Bernardi GENNAIO-FEBBRAIO2019 MC 47 D Qui sotto : Tosamaganga, da destra fr. Viscardi, fr. Crespi, fr. Codazzi e fr. Mauro posano con un coccodrillo ucciso. A sinistra : l’infaticabile fratel Gianfranco Bonaudo coordina una squadra durante la ricostruzione dell’ospedale di Ikonda. D © MC Archivio storico D 100 ANNI IN TANZANIA

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