Missioni Consolata - Gennaio / Febbraio 2019
Un motto che sa di battaglia in ogni angolo del mondo, Italia compresa. Un motto contro le sche- dature dei rom, le chiusure dei porti ai migranti, i reticolati tra paese e paese. Abbasso «i muri della vergogna», come quello tra Messico e Stati Uniti voluto da Donald Trump. Con «sua eccellenza» monsignor Beltramino, la chiesa locale di Iringa crebbe, specie in qualità. Un «salto di qualità» lo si ebbe, nel 1945, con l’ordi- nazione al sacerdozio del primo tanzaniano, padre Titus Fumbe. Un altro salto di qualità (o «traguardo vittorioso», come scrisse padre Alessandro Di Martino) fu la nascita nel 1949 dell’Istituto religioso dei Fratelli africani. Come per la fondazione delle «Suore Tere- sine», valeva l’espressione evangelica «farsi eunuco a motivo del regno dei cieli», con l’aggiunta (non di poco conto): «Chi può capire capisca» (Matteo 19, 12). Perché si trattava di un pugno nella pancia della cultura africana. Ma il salto forse «più qualitativo» non era ancora avvenuto. Nel seminario di Tosamaganga studia un certo Mario Abdallah Mgulunde. Sì, Abdallah, figlio di un musulmano. E come non guardarlo con so- spetto. Però Mario Abdallah superò tutti gli esami. Nel 1963 è sacerdos in aeternum . Poi partì per Roma per laurearsi in Diritto canonico. «Cari superiori, scusate! Questo non è troppo? Che farà poi questo nero di genitore islamico?». Chi vi- vrà vedrà. Tre passi indietro A questo punto, la storia dei 100 anni dei missionari della Consolata in Tanganyika-Tanzania ha com- piuto un balzo in avanti eccessivo. Quindi si torni indietro, per ricordare tre eventi significativi. • Indipendenza del paese La magica ora dell’indipendenza del Tanganyika scoccò a mezzanotte tra l’8 e il 9 dicembre 1961. Si ammainò la bandiera dell’Impero Britannico, men- tre le stelle si compiacevano di quella inedita del Tanganyika indipendente. Il nuovo stendardo ar- monizzava il nero del volto dei cittadini con l’az- zurro dell’Oceano Indiano, il verde della foresta con il giallo dell’oro delle miniere. Fu una indipendenza pacifica. Il che non è poco, se si pensa alla indipendenza «insanguinata» di tanti altri paesi africani. I missionari della Consolata, in tutte le loro sedi, sa- lutarono l’evento anche con il fragore beneaugu- rante dei mortaretti. • Concilio Ecumenico Vaticano II Per la Chiesa cattolica fu l’evento più innovativo del XX secolo. Si svolse a Roma dal 1962 al 1965 con tutti i vescovi del mondo. Papa Giovanni XXIII (oggi santo), nel discorso di apertura del Concilio, 11 ottobre 1962, dettò le nuove regole del «gioco» dichiarando: «La Chiesa si è sempre op- posta agli errori. Ora tuttavia preferisce usare la medicina della misericordia piuttosto che quella della severità. Essa ritiene di venire incontro ai bi- sogni di oggi, mostrando la validità della sua dot- trina, piuttosto che rinnovando condanne». Da quel momento i pastori luterani e i parroci catto- lici non si sarebbero contesi più la piazza con corse sfrenate, onde arrivare primi. Questo fu un grande traguardo del Concilio. • Da un vescovo all’altro Al Concilio Vaticano II partecipò anche il vescovo © Jaime Patias AfMC
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=