Missioni Consolata - Gennaio / Febbraio 2019
GENNAIO-FEBBRAIO2019 MC 39 D promozione umana, ma con scarsa incidenza. Oc- corre qualificare i dispensari medici, aprire scuole di economia domestica e centri di formazione umana e religiosa. 6. Ecumenismo . Il Concilio ecumenico Vaticano II è ancora nell’iperuranio. I cattolici e i protestanti si contendono il campo con corse sfrenate. Chi primo arriva, comanda. Urge un rapporto di amicizia e buon vicinato. 7. Amministrazione . Un missionario aprì un conto personale in banca senza permesso. «Dovetti rim- proverare questi sotterfugi di amministrazione», intervenne monsignor Beltramino 9 . Quindi: tra- sparenza economica. Grazie ai campi di... tabacco «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta» (Matteo 6, 33). Ma è pure sacrosanto il detto: aiutati che il ciel ti aiuta. I missionari vivevano nella povertà, la quale non sempre è «perfetta letizia». Però non si piangevano addosso. Per disporre di qualche soldo in più, qual- cuno prospettò la coltivazione di tabacco. La prima prova del 1941 fu una delusione. La se- conda dell’anno successivo destò speranze. Però il terreno disponibile era scarso e da disboscare. E poi: guai a cercare un terreno migliore altrove, «sconfinando oltre il miglio», imposto dagli inglesi durante la guerra maledetta! Sbocciò la pace, e la musica cambiò. L’evangelico «tutto il resto in aggiunta» prese consistenza pro- prio grazie al tabacco. Fuori metafora: il 13 gennaio 1948 Lord Chesham, anglicano, ma amico dei missionari della Conso- lata, abbracciò la fede cattolica. Chesham era un anziano e ricco inglese che donò ai missionari due vasti appezzamenti di terra a Makalala e a Ulete. Si riprese a coltivare tabacco con successo. I campi di tabacco non sono «sani», perché il fumo uccide: questo col senno di poi. Tuttavia, grazie ai proventi del tabacco (come pure a quelli del mais, riso, arachidi, piretro, ecc.), i missionari poterono finalmente costruire scuole a norma, ambulatori efficienti e chiese capaci, senza più stendere il cap- pello per elemosinare quattrini. Il modello era, ed è, il missionario Paolo di Tarso, il quale affermava: «Alle necessità mie e di quanti erano con me hanno provveduto queste mie mani. In tutti i modi ho dimostrato che, lavorando, si devono soccorrere i poveri» (Atti degli Apostoli 20, 34-35). L’apostolo Paolo era un tessitore di tende e stuoie. «Suo padre è musulmano» Nel frattempo la Prefettura apostolica di Iringa di- venne «Vicariato apostolico». In termini più acces- sibili: ora Attilio Beltramino non è solo «monsi- gnore», ma anche «vescovo». L’insediamento del nuovo presule avvenne il 27 maggio 1948. Il suo motto era: In Deo meo transgre- diar murum (Salmi 17, 30), cioè: «Con il mio Dio scavalcherò il muro». 100 ANNI IN TANZANIA In queste pagine: missionari della Consolata in diverse missioni del Tanzania. Da sinistra in alto : Dodoma, padre Iseo Zanette; Iringa, padre Gio- vanni Giorda; Iringa, padre Erasto Mgalama in un momento di let- tura; Qui a fianco : Iringa, padre Gia- como Rabino, con due confratelli, consulta un vecchio documento d’archivio dei missionari tedeschi; Qui sotto : Manda, i padri Vedastus Kwajaba, nuovo parroco, e Zanette, durante il passaggio di consegne. D © Jaime Patias AfMC © Jaime Patias AfMC
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