Missioni Consolata - Gennaio / Febbraio 2019

Circa «i nemici italiani» dichiarò: «Sui missionari della Consolata garantisco io. Signori di sua mae- stà la Regina, vi do la mia parola d’onore: i missio- nari staranno ai vostri patti, ma voi non allontana- teli dalle loro sedi» 7 . E così fu. L’intesa raggiunta venne formalizzata sulla «pa- rola d’onore» del vicario svizzero. Ma era da sotto- scrivere da ciascun missionario italiano ogni sei mesi. Altre clausole dell’accordo erano: proibito al- lontanarsi dalla missione oltre un miglio; vietati gli spostamenti di personale; censura di ogni lettera spedita e ricevuta; nessun discorso politico con la gente locale. Le limitazioni non erano una bazzecola. Meglio, co- munque, «la residenza coatta» che la deportazione in qualche landa di sua maestà la Regina, come av- venne per i missionari della Consolata del Kenya, confinati in Sudafrica. Coraggio e strategia A peste, fame et bello : tutti i missionari conoscevano queste parole latine. Le avevano pure cantate in chiesa. Soprattutto avevano sperimentato sulla loro pelle le conseguenze della peste, della fame e della guerra. E non potevano che concludere: li- bera nos Domine . Tuttavia non si scoraggiarono, nonostante i mo- mentanei fallimenti. La missione esige costante coraggio e sempre nuove strategie di crescita umana e religiosa. Non fa eccezione il Tanganyika dei missionari della Consolata, i quali nella conferenza di Tosama- ganga del 22-26 aprile 1937 stabilirono: 1. Azione pastorale . Far crescere le comunità con ini- ziative appropriate, quali: formazione dei catechi- sti, spina dorsale della evangelizzazione; durante la Settimana Santa esercizi spirituali anche per i 38 MC GENNAIO-FEBBRAIO2019 D fedeli; avviare l’Azione cattolica. 2. Scuola. È un obiettivo da cui non si può deflettere. Fare sì che le scuole di missione siano riconosciute dall’Amministrazione britannica, anche per otte- nere un sussidio per lo stipendio dei maestri. 3. Attenzione alla cultura , incominciando dallo studio degli idiomi locali, oltre che dello swahili. Racco- gliere informazioni sugli usi e costumi del paese, sul fenomeno della poligamia e della circoncisione 8 . Dare vita ad una «biblioteca di famiglia», archi- viando documenti e schedando riviste e libri. 4. Africanizzazione . Termine sconosciuto nel 1937. Il progetto è far crescere la chiesa locale con preti e suore autoctoni. Si prospetta la fondazione di «fra- telli religiosi» tanzaniani. Ma pare un’utopia. 5. Promozione umana . Oltre a Tosamaganga «citta- della di Dio», anche altrove operano strutture di © Jaime Patias AfMC © Jaime Patias AfMC © Jaime Patias AfMC

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