Missioni Consolata - Gennaio / Febbraio 2019
GENNAIO-FEBBRAIO2019 MC 37 D Nel 1939, dopo 20 anni di missione, la situazione era la seguente: cattolici 14.211, catecumeni 1.519, studenti della scuola elementare 5.151, studenti della Central School 107, scuole magistrali per ra- gazze 28, allievi delle scuole professionali 21. Degna di nota è la Secondary School di Tosama- ganga (tutt’oggi in esercizio). Padre Francesco Sciolla vi dediò 40 anni, portandola alle soglie di università. Ma «l’evento più avvenimento» risale al 1932: la fondazione dell’Istituto delle suore missionarie di Santa Teresa di Gesù Bambino, religiose tanza- niane, dette «Teresine». Secondo la cultura afri- cana, una donna non è tale se non diventa madre di figli. Ebbene era ipotizzabile, nel 1932, che al- cune donne rinunciassero volontariamente alla maternità per essere «suore»? Non lo era, a meno che non ci fosse «lo zampino dello Spirito Santo». Onore al coraggio evangelico di monsignor Ca- gliero, fondatore delle Teresine, oggi circa 400, operanti anche in Italia. Però che peccato che questo missionario pioniere se ne sia andato così fretta. Aveva 60 anni quando trovò la morte, il 22 ottobre 1935, in un incidente d’auto. Prima di partire per il safari (viaggio, ndr ), monsignor Cagliero disse: «Quando sarò di ri- torno, vivo o morto, suonate le campane» 6 . E le suonarono. A morto. In residenza coatta Le campane suonarono ancora il 1 aprile 1936, ma questa volta a festa: la Prefettura apostolica di Iringa, quel giorno, ebbe un nuovo pastore. Si chiama Attilio Beltramino, di 35 anni. E, manco a farlo apposta, anch’egli veniva dal Kenya, come i «quattro dell’Ave Maria» e il compianto monsignor Cagliero. Ora, però, non si parli più di «prestito», bensì di «investimento». Investire nell’annunciare «la con- solazione del Signore» attraverso nuovi missionari e missionarie. Lo si fece aprendo le parrocchie di Kaning’ombe nel 1937, di Ilula, Pawaga e Mtandika nel 1939. Nomi ostici per il lettore italiano, che di- cono e non dicono. Ma per il missionario signifi- cano lacrime e sangue. E, come se questo non bastasse, ecco la stramale- detta Seconda guerra mondiale. L’Italia si ritrova contro la Gran Bretagna. Il 16 giugno 1940 in Tanganyika scattò il rastrella- mento. «Tutti i nemici stranieri italiani» della Pre- fettura apostolica di Iringa (missionari e missiona- rie) dovettero subito ritrovarsi a Tosamaganga. La deportazione era quasi certa. Sennonché intervenne monsignor Edgar Maranta, missionario cappuccino, vicario apostolico di Dar Es Salaam e amico della Consolata. Parlava la lin- gua di Dante, ma non era italiano, bensì svizzero. 100 ANNI IN TANZANIA © MC Archivio storico
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=