Missioni Consolata - Gennaio / Febbraio 2019

GENNAIO-FEBBRAIO2019 MC 25 cosa ne ha fatto?”. Diventa tutto una ricerca, un dolore. A volte, quando si scopre cosa ne ha fatto l’ospedale è ancora più doloroso, perché magari è stato buttato via insieme ai rifiuti speciali». «Per il mondo, per la medicina, quando il feto è molto piccolo, è solo materia, qualcosa di scarto - afferma don Roberto -. Quando l’aborto avviene presto, il geni- tore non ha la possibilità fisica di avere un contatto con suo figlio. Quando, con il tempo, la proble- matica viene fuori, è proprio que- sta mancanza che gioca un ruolo importante: nell’immaginazione l’evento rimane continuamente presente. Non c’è un parto, un dare alla luce. Il percorso del se- minario “dalle tenebre alla luce” ha proprio questo fine: ripercor- rere quello che non è avvenuto, cioè un contatto fisico, una rela- zione, ma anche il distacco. Noi siamo degli esseri simbolici, abbiamo la capacità di trarre dalle cose, dalla natura, un signifi- cato più profondo. Anche un ciuc- cio può essere rivelatore. Siamo esseri simbolici e viviamo nella nostra carne, nella nostra creatu- ralità fisica, oltre che psicologica e spirituale, e quindi abbiamo bi- sogno di materia, di cose con- crete per entrare in relazione». Lasciare andare Nei casi di aborti dalla 20 a setti- mana in su è più facile che i geni- tori e, in molti casi, anche i fratelli più grandi, possano vedere e toc- care il corpo del bimbo. Si può ve- stirlo, fare delle foto, creare dei ricordi tangibili da portare a casa. «CiaoLapo fornisce agli ospedali la Memory box , una scatola con una copertina, degli abitini in cui avvolgere il bimbo. Tutto quello che i genitori possono fare in quelle poche ore è importantis- simo, perché possano tornare a casa non proprio a braccia vuote. Questo, a livello internazionale, è riconosciuto come un buon inizio di elaborazione». Per quanto riguarda un vero e proprio rito funebre, Micaela ci spiega: «Non so in altre regioni, ma in Lombardia, che venga ri- chiesto o meno dai genitori, si procede alla sepoltura del corpi- cino a qualsiasi epoca gestazio- nale. I genitori possono portare a casa il bimbo e fare personal- mente la sepoltura. A volte non se la sentono e lasciano che sia l’ospedale a occuparsene. Se in- tendono farlo loro devono fare ri- chiesta entro 24 ore. Purtroppo non sempre il personale informa i genitori di questo». Benedetta ci parla della sua espe- rienza: «Faccio parte dell’associa- zione Difendere la vita con Maria che ha aperto delle convenzioni con diversi ospedali per occuparsi del seppellimento. Il problema è che il genitore, quando sta per- dendo il bambino, è sconvolto. In quel momento non è in grado di pensare in modo lucido e, qua- lunque cosa gli venga proposta dall’ospedale, si adegua. Sovente non sa neanche che si può sep- pellire, e quindi lascia fare all’o- spedale. Se quest’ultimo ha la convenzione con la nostra asso- ciazione, allora propone il seppel- limento». La giornata del BabyLoss Micaela ci parla della giornata in- ternazionale del BabyLoss di sen- sibilizzazione sul lutto perinatale celebrata ogni anno il 15 ottobre: è un’iniziativa a livello mondiale che propone dei riti per ricordare i bimbi che i loro genitori non sono riusciti a vedere, a salutare, a tenere in braccio. CiaoLapo, già diversi anni fa, ha fatto una proposta di legge per istituire una giornata nazionale di consapevolezza sul tema delle morti in utero. «La proposta è ferma in parlamento da anni, ogni tanto torniamo a fare questa richiesta proprio per allinearci a ciò che succede a livello interna- zionale». La richiesta è che anche l’Italia riconosca questa giornata e inizi a far uscire dal silenzio il lutto di questi «genitori speciali». Luca Lorusso N OTE 1- Dati riportati nella pagina dedicata alla mortalità perinatale di www.epicentro.iss.it il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità. 2- http://dati.istat.it 3- Johns Hopkins Manual of Gynecology and Obstetrics edito nel 2012 dal Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia della Johns Hopkins University School of Medicine . 4- Claudia Ravaldi (a cura di), La tua culla è il mio cuore , Officina grafica, Verona 2016. 5- www.ciaolapo.it 6- Ne citiamo solo alcune, ma ciascuno può trovarne nella propria zona di residenza: Il Mandorlo , studio di psicologia-psicoterapia a Torino (www.post-aborto.it/equipe/ ); La Vi- gna di Rachele , rete ecclesiale per l’elabora- zione del lutto per aborto (www.progettora- chele.org ); A braccia vuote , (www.luciarec- chione.it/sportello-a-braccia-vuote/) . 7- www.benedettafoa.it LIBRI - Claudia Ravaldi ha scritto diversi volumi sul tema della morte in gravidanza e del lutto. Citiamo qui solo La morte in-attesa e La tua culla è il mio cuore , entrambi pub- blicati da Officina Grafica Edizioni, Verona 2016; - Benedetta Foà , Dare un nome al dolore , Ef- fatà editrice, Cantalupa (To), 2014; Le do- glie del ri-nascere , San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi), 2018; - L. Bulleri, A. De Marco , Le madri interrotte, Franco Angeli, Milano 2013. MC A

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