Missioni Consolata - Gennaio / Febbraio 2019

cambiamenti, “troviamo le stesse persone al potere”, ovvero, “ci siamo stancati per nulla”. Si sie- dono e guardano. Non sentiamo più parlare di loro. Appare qualche articolo per dire: “la nostra lotta è fallita, la nostra dinamica di cam- biamento è stata recuperata e ri- condotta alle dinamiche prece- denti”. Io penso che si tratti di un gruppo composto dalla gente più a sini- stra, che sperava che fosse arrivata l’ora per il cambiamento. I delusi del sistema, ovvero la punta della lotta sankarista, quelli che erano stati bastonati dall’apparato di Blaise Compaoré. Avevano fatto un cammino sviluppando una mili- tanza clandestina e, quando gli av- venimenti dell’insurrezione sono arrivati, il loro impegno si è amplifi- cato. Come ad esempio il Partito comunista rivoluzionario voltaico (Pcrv) 1 . Vedo i leader di questi mo- vimenti rassegnati e rientrati nella loro clandestinità. La seconda sensibilità è quella che chiamo “ di rigetto ”. Appartiene a quelle organizzazioni che sono arri- vate a un’attitudine di rifiuto siste- matico della dinamica attuale dopo le elezioni (del novembre 2015 che hanno portato all’inse- diamento, nel gennaio 2016, del governo attuale, ndr ). Queste si di- cono: “Abbiamo sviluppato una so- cietà civile d’interpellanza 2 , che aveva un discorso, ma alla fine non abbiamo visto cambiamenti, dun- que rigettiamo questo sistema di potere”. Aspettano che si lavori sull’impunità, che si risolvano i conti sospesi del paese: si trovino i colpevoli dei crimini economici e dei crimini di sangue. Tra queste ci sono ad esempio le Balai Citoyen. Sono in una dinamica di rigetto dell’ordine ristabilito, non hanno ottenuto quello che volevano. Poi c’è la società civile politiciz- zata, opportunista . È composta da organizzazioni e associazioni legate ai partiti politici, o fondate da uomini politici stessi. Si divide in due categorie: quelle che sono per i partiti di opposizione, Cfop 3 , e quelle per i partiti della maggio- ranza. Rappresentano le voci dei loro capi di partito». Chi avrebbe dovuto esercitare un controllo sul nuovo regime, dando concretezza allo slogan «Niente sarà più come prima»? «I rassegnati preferiscono non par- lare. Coloro che rigettano invece parlano, ma senza avere i mezzi per attuare un contropotere, come invece avrebbero voluto. La verità è che chi ha vinto le elezioni e ha preso il potere, ha nominato alcuni leader di queste associazioni a po- sti elevati e rappresentativi. Diversi di loro sono stati nominati ministri, altri hanno avuto un posto nell’alta gerarchia della presidenza della Repubblica. Li hanno fatti entrare nel potere per zittirli. Quelli del terzo gruppo, gli oppor- GENNAIO-FEBBRAIO 2019 MC 11 curezza (equivalente al ministero dell’Interno) e, come tale, padre della legge sul decentramento am- ministrativo in Burkina Faso. È stato il primo presidente della Commissione per il decentra- mento amministrativo. Ha poi fon- dato il Laboratoire Citoyenneté , un centro studi sulla cittadinanza at- tiva, molto rinomato e attendibile. Lo incontriamo una sera a Ouaga- dougou, di ritorno da un viaggio nel vicino Niger. Dottor Sawadogo, secondo lei, le organizzazioni della società civile stanno giocando il ruolo di controllori democratici del potere? «Rispetto al 2014-15 abbiamo oggi una società civile più divisa sull’og- getto della lotta. Non è più consen- suale, avanguardista. Non può più monitorare il potere politico per dire se non lavora secondo la buona governance . Si diceva dopo l’insurrezione e il fallito colpo di stato: “Tutti ci alziamo come un solo uomo e rimettiamo al loro po- sto i nostri dirigenti”. Non è più così. La società civile burkinabè si è di- visa in diverse sensibilità (o catego- rie), che io classifico in almeno tre gruppi. Il primo è di quelli che chiamiamo “ i rassegnati ”: essi dicono che dopo aver cacciato Blaise Com- paoré, dopo aver respinto i golpi- sti, due, tre anni dopo, non ci sono MC A • Società civile | Riforme | Jihadismo • A sinistra : Antoine Raogo Sawadogo, la sera dell’intervista a Ouagadougou. Mostra il libro Burkina Faso. Lotte, rivolte resistenza del popolo degli uomini integri , (M. Bello, E. Casale, Infinito edizioni), nel quale com- pare come uno dei protagonsiti. Qui : un manifesto riporta il volto di Norbert Zongo, il giornalista assassinato nel 1998 dal regime Compaoré. «Il peggio non è la cattiveria dei cattivi, ma il silenzio dei giusti». È nell’ambito del festival bien- nale di «Recreatrale», il 3 novembre 2018. # © ssouf Sanogo /AFP

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