Missioni Consolata - Dicembre 2018
Fa caldo qua a Nervesa a luglio e, dunque, non può mancare la camminata verso il fiume Piave. Qua non ti ferma nessuno, se hai il costume devi buttarti dentro. L’acqua è gelida, ma l’adrena- lina dei tuffi dalle rocce fa sì che l’acqua sembri addirittura calda. Durante i cinque giorni di campo a Milaico ci si diverte assieme, si ride, ci si ascolta e si ha la possibilità di sentire testimonianze di vita. Hai la fortuna di ascoltare il racconto di un pro- fugo che, arrivato dalla Siria, ti dice quello che la tv non ha il coraggio di dirti, che prega il suo Dio per la sua famiglia rimasta in quella terra mar- toriata e che spera tanto sia ancora viva. Che tenerezza sentire poi un padre che racconta di come è diffi- cile, ma stupendo, essere genitore, con gli alti e bassi che la vita sa re- galare, e che si emoziona dicendo che i regali più belli dei figli sono gli abbracci che sanno dargli. Cinque giorni di vita comunitaria nei quali si dorme, si mangia, si lavora e si prega assieme, possono sembrare pochi, ma sono sicuramente sufficienti per iniziare a capire che sono i piccoli gesti quotidiani che arricchiscono il cuore, la mente e il corpo di felicità. Il venerdì, ultimo giorno di campo, si celebra la Santa Messa di fine esperienza. Arrivano i geni- tori, i fratelli e anche i nonni. Tutti assieme si canta, si prega, si loda Dio per le risate e il duro lavoro fatto. Un’ultima cena e poi gli abbracci fi- nali durante i quali le lacrime coprono il viso, fa- cendoti capire di essere diventato una piccola parte nel cuore degli altri. Sono lacrime che di- cono arrivederci, e non addio. Oggi a Nervesa fa freddo, nel Piave non ci si tuffa, ma l’estate prima o poi ritorna e ritorne- ranno gli amici del campo e ne vedremo ancora delle belle. Riccardo Carlet Milaico, cellulare zero O gni estate porta con sé spensieratezza e libertà e, qui a Milaico, casa dei missio- nari della Consolata a Nervesa della Bat- taglia (Tv), è tempo di campi per i ragazzi, di amicizia e condivisione. Tra i diversi campi dell’estate scorsa vi raccon- tiamo quello dei quattordicenni che, a metà lu- glio, si sono ritrovati a Milaico per vivere cinque giorni insieme, senza telefonino, ma con tanta condivisione. Speranza e tenerezza sono stati i fili conduttori di questa espe- rienza. Svegliarsi presto la mattina per raccogliere la lavanda che profu- mava di gioia è stato meno diffi- cile facendolo insieme, così come fare la pizza, cibo fonda- mentale per rallegrare poi una cena in compagnia, preparare il gelato all’anguria e poi assag- giarlo rinfrescando così un caldo pomeriggio, giocare e mettersi in gioco per vedere quale squadra avrebbe vinto il torneo del campo. E, perché no, anche preparare tavole e lavare piatti è stato bello e ci ha fatto capire che, se si fa assieme, è meglio e costa meno fatica. Ah, che strana la vita senza telefonino! Ti accorgi che si può parlare, si può ridere, si può scherzare guardandosi negli occhi. Le storie di Instagram, che durano un tempo piccolissimo, durante il campo diventano esperienze che, indelebili, ri- marranno nei ricordi del cuore. Quel cuore che si fa prendere, anche se non vuoi, dalla tene- rezza di chi incontri, dalla spensieratezza dei gio- vani che danno tutto, perché sanno che vale la pena vivere al meglio ogni istante di vita. È con questo cuore che alla sera sul prato, guardando le stelle, ringrazi Dio del tempo passato as- sieme. Pregando tutti insieme ti accorgi che è ancora più bello lodare il Signore per quello che ogni giorno ci dà. Cinque giorni nella casa Milaico di Nervesa della Battaglia (Tv): un campo per quat- tordicenni in cerca di amicizia e condivi- sione (senza telefonino).
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