Missioni Consolata - Dicembre 2018
DICEMBRE2018 amico 71 AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT Scrivo a voi, bambini, che ci avete chiamati wa- zungu (bianchi - lett. chi va in giro ndr ): non mi sono mai sentita così in colpa per il colore della mia pelle. Vi giuro che non l’ho potuto scegliere, e se avessi potuto avrei scelto di farci tutti dello stesso colore, che tanto saremmo stati comun- que diversi. Scrivo a voi bambini che vi prendevate cura dei vostri fratelli più piccoli: nella vita non ho mai ammirato nessuno così tanto come ho ammirato voi. Avete un compito importantissimo e io mi sento terribilmente in difetto quando non dico ai miei fratelli che sono la cosa più speciale del mondo. Scrivo a voi bambini che avete imparato l’«Alleluja delle lampadine»: io non ho mai amato quel canto, ma adesso, ogni volta che l’a- scolto, penso che la «nostra festa» davvero non finirà mai, perché porto dentro di me tutti i mo- menti trascorsi insieme, e festeggio ricordando che, anche se solo per pochissimo tempo, avete sorriso grazie a me. Scrivo a voi tutti bambini incontrati a Makam- bako: siete stati la gioia più grande, la scoperta più profonda e siete il ricordo più bello che por- terò sempre nella mia valigia, quella valigia che, sono sicura, prima o poi preparerò di nuovo per tornare da voi. Asante sana watoto (Grazie bambini). Mimi ninawapenda (Vi amo). Martina Abbà, Bevera W atoto wapendwa (cari bambini), scrivo a voi perché siete stati i protago- nisti di tutto il tempo che abbiamo tra- scorso in Africa e siete stati coloro che ci hanno riempito le giornate in un modo che ancora oggi faccio fatica a spiegare e a spiegarmi. Scrivo a te, Miliam, che con i tuoi mille saluti mi hai fatto riscoprire quanto sia bello dire «Ciao» con la speranza e la sicurezza negli occhi di rive- dersi il giorno dopo. Scrivo a te, Denis, che mi hai insegnato che anche i gesti semplici o abitu- dinari possono essere speciali. Scrivo a te, Sari, che sei stata la prima bambina a prendermi per mano nel nostro primo giorno africano e mi hai mostrato come la diversità tra i miei capelli mor- bidi e raccolti in una coda e i tuoi neri, ispidi e cortissimi sia così stupefacente. Scrivo a voi, Eliza, Berta e Joar, «nanette» dell’a- silo vestite di verde e rosa che ogni giorno ci correvate incontro come se dovessimo festeg- giare qualcosa. E ogni giorno era davvero una festa. Scrivo a voi, Happy, Prince, Edo e Perezi, per dirvi che imbiancare e riempire di colori, disegni e fiori la scuola è stata la cosa più stancante che abbia mai fatto, ma anche quella che più mi ha resa orgogliosa della fatica. Avrete aule grandi capaci di accogliere molti bambini e spero che tra quelle mura dove noi abbiamo faticato e ci siamo stancati sorriderete. A me può bastare per essere felice. Tanzania. Asante sana bimbi Dal 1° al 29 agosto 2018, un gruppo di nove giovani, accompagnati da padre Nicholas Odhiambo, superiore della casa di Bevera (Lecco), ha vissuto un’esperienza missionaria a Makam- bako, in Tanzania.
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