Missioni Consolata - Dicembre 2018

Arcabas, Il sogno di Giuseppe sto di uscire dalla sua vita, di dirle addio e di dimenticarla per sempre. Fu allora che la stringesti per la prima volta al cuore e le dicesti tremando: “Per me, rinuncio volentieri ai miei piani. Voglio condividere i tuoi, Maria, pur- ché mi faccia stare con te”. Lei ti rispose di sì, e tu le sfiorasti il grembo con una carezza: era la tua prima benedizione sulla Chiesa nascente. [...] Io penso che hai avuto più coraggio tu a condividere il progetto di Maria, di quanto ne abbia avuto lei a condividere il progetto del Signore. Lei ha puntato tutto sull’onnipotenza del Creatore. Tu hai scom- messo tutto sulla fragilità di una creatura. Lei ha avuto più fede, ma tu hai avuto più spe- ranza. La carità ha fatto il resto in te e in lei». (don Tonino Bello, Lettera a San Giuseppe , in Il Vangelo del coraggio , San Paolo, 2003) Guida. È la carità, l’amore del Signore, che fa il resto. «La scienza gonfia, la carità edi- fica», diceva san Paolo, «se qualcuno crede di sapere qual- cosa, ancora non ha imparato come bisogna sapere» (1Cor 8,2). Quando l’intelligenza non arriva a comprendere, inter- viene l’amore ad accogliere. Affidiamo quindi all’amore di Dio e alla benedizione di san Giuseppe gli imprevisti delle nostre vite e la volontà di acco- glierli nel Suo nome. Segno. Ciascuno attaccherà una freccia, simbolo di via li- bera, sullo stop. Sulla freccia scriverà un aspetto positivo dell’imprevisto scritto in pre- cedenza. Dopo aver fatto questo, ciascuno posa il suo stop con la freccia ai piedi dell’altare. Nel frattempo s’intona un ritornello. Ritornello. Nada te turbe Pausa di silenzio padre nostro Canto. È tutto vostro e voi siete di Dio Annarita Leserri Proprio in questa incubatrice di dubbi il Signore è presente e si manifesta. Invia un angelo a rassicurare e a suggerire i passi successivi. La chiamata è a qualcosa di diverso rispetto ai suoi progetti, a qualcosa di an- cora sconosciuto ma che pro- mette di essere più grande. Lettore 2. La reazione di Giu- seppe dice molto della sua fede. Non tutti si fidano degli angeli. Zaccaria, per esempio, non ha creduto alla gravidanza di Elisabetta. Forse aveva la- sciato calcificare il suo dolore tanto da impedirgli di fidarsi persino di un messaggero cele- ste. Anche con Zaccaria non è difficile identificarsi: a volte siamo così radicati nei nostri problemi da affezionarci a essi, da accoglierli nella nostra abi- tudine dimenticandoci che Dio non dimentica, che sempre può agire in modi imprevisti per cambiare ciò che pensavamo stabilito. Segno. Ciascuno riceve un car- tello stradale a forma di stop sul quale scriverà un evento o situazione inattesa che ha vis- suto o sta vivendo. Canto. Dove tu sei Lettore 1 . Giuseppe crede al- l’angelo che gli mostra l’esi- stenza di un piano di Dio per lui. Scopre il desiderio di Dio: che Giuseppe diventi padre di suo figlio Gesù, perché il figlio di Dio erediti la discendenza da Davide. Proprio l’incubo più doloroso che ciascuno vive può essere in realtà una parte imprevista ma essenziale del progetto che da sempre sogniamo, perché Dio la sogna con noi. Lettore 2. «Dimmi, Giuseppe, quand’è che hai conosciuto Maria? [...] Ti scriveva lettere d’amore? Forse sì! [...] Poi una notte [...] ti ha confidato lì, sotto le stelle, un grande se- greto. Solo tu, il sognatore, po- tevi capirla. Ti ha parlato di Jahvè. Di un angelo del Si- gnore. Di un mistero nascosto nei secoli e ora nascosto nel suo grembo. [...] Poi ti ha chie- AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=