Missioni Consolata - Dicembre 2018

zionale di ogni forma di vita consacrata. In- fatti, secondo i rivoluzionari, non poteva es- sere un libero cittadino chi si consacrava a Dio con dei voti religiosi, perché sicuramente vi era stato costretto. Compito della nazione era quindi quello di liberarlo, e se, per caso, non voleva essere liberato, doveva essere elimi- nato. La nuova società doveva essere formata da uomini e donne liberi e uguali non soggetti a vincoli di nessun genere, a quelli religiosi in modo particolare. Come risposta, le priore di tre monasteri carmelitani francesi, a nome di tutti gli altri, inviarono all’Assemblea Nazio- nale il loro proclama: «Alla base dei nostri voti religiosi c’è la libertà più grande; nelle nostre case regna la più perfetta uguaglianza; noi confessiamo davanti a Dio che siamo davvero felici». Le autorità reagirono mandando nei Con la rivoluzione francese del 1789, e con i principi a essa connessi di «Libertà, ugua- glianza, fraternità», si affermarono quei valori che, secondo i «lumi» della ragione, avrebbero dovuto cambiare la realtà delle cose non solo in Francia, ma nel mondo intero. L’incidenza di questi valori, nella considera- zione generale del popolo francese era fuori di- scussione ed era recepita con molta simpatia. Peccato che questi valori fossero affermati senza Dio e contro Dio, come se l’uomo fosse dio di se stesso. La «Dichiarazione dei diritti dell’uomo», promulgata a Parigi il 26 agosto 1789, si sarebbe rapidamente imposta nel mondo, ed ebbe come tragica conseguenza - fin dal suo inizio - la soppressione di tutti gli Ordini monastici e contemplativi (13 febbraio 1790) e la proibizione su tutto il territorio na- 39. Le beate Carmelitane di Compiègne 4 chiacchiere con « i Perdenti» di Mario Bandera 64 MC DICEMBRE2018 © da https //anastpaul wordpress com

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=