Missioni Consolata - Dicembre 2018

DAI LETTORI Cari mission@ri RISPONDE IL DIRETTORE In queste pagine diamo spazio a tutte le lettere, email omessaggi che riceviamo, purché chiaramente firmati. DICEMBRE2018 MC 5 IN MEMORIA DI PADRE LUIGI PALUMBO Una gloria del clero dell’arcidiocesi di Otranto (Le) Padre Luigi Palumbo na- sce il 2 gennaio 1935 a Castrì, Lecce, e va in cie- lo il 14 aprile 2018, a Boa Vista, Roraima, Brasile. Ordinato sacerdote nel 1963, parte subito per il Brasile e nel 1965 arriva a Roraima. 55 anni di sa- cerdozio, 55 di Brasile. Ho avuto la fortuna di co- noscere questo corag- gioso missionario della Consolata e di trascorre- re le più belle giornate della mia vita durante la mia permanenza a Ro- raima nei mesi di colla- borazione vissuti lì dal 1996 al 2001. La sua gamba era stata accorciata di 10 cm dopo essere stato investito da un fuoristrada su una via di Boa Vista nel 1968, ma il suo spirito emanava un profumo di virtù, che ti afferrava, e di fraternità vissuta in comunione con i suoi confratelli missio- nari e con il popolo, a in- cominciare dai poveri, sperduti nelle misere ca- panne della inospitale savana, lavoratori della terra assegnata dal go- verno nelle fattorie e masserie dell’immensa Amajarì. Padre Luigi non lavorava per essere remunerato con denaro o con premi di riconoscenze e onorifi- cenze. Una volta, il pro- prietario di una fattoria gli chiese: «Padre, ma chi ti paga per il lavoro che stai facendo in que- sta regione? Il Governo, il Papa, il Vescovo?». Padre Luigi rispondeva sempre con un secco: «No. Io la- voro per la diffusione del Regno di Dio sulla ter- ra». In un suo viaggio missio- nario in Venezuela, il ve- scovo di Bolivar gli offrì ospitalità in una stanza di lusso dell’episcopio, nel- la speranza di trattenerlo nella sua diocesi biso- gnosa di clero. Quella stanza addobbata sfarzosamente con tutte le comodità non era di suo gradimento, per cui padre Luigi ringraziò il monsignore e gli disse: «Me ne vado, perché non mi piace vivere nel lus- so». Padre Luigi era abituato a viaggiare con la bici- cletta, con il cavallo, con la moto e con la canoa per stare vicino alle per- sone, istruirle, celebrare battesimi, matrimoni e, soprattutto, la santa messa per formare co- munità cristiane. Dovunque è passato ha lasciato i segni delle sue opere, ha progettato e costruito chiese fatte di legname e paglia, di mattoni ed eternit, dove non solo si celebravano i sacramenti, ma si inse- gnava il catechismo e, talvolta, anche discipline scolastiche governative per ragazzi analfabeti. Il ministero dell’Educa- zione di Roraima stimava tanto questo giovane missionario, da nomi- narlo ispettore delle scuole governative, dove i professori risultavano quasi sempre ammalati e invece di svolgere il lo- ro lavoro scolastico, si assentavano per andare alla capitale Boa Vista per i loro affari. Guarito dopo la frattura della gamba, di ritorno a Boa Vista da São Paolo dove era stato curato, il vescovo don Servilio Conti lo ha nominato pri- mo parroco di Mucajaì, dove ha costruito la nuo- va chiesa parrocchiale, due saloni, aule catechi- stiche e due campi spor- tivi, uno per i ragazzi e u- no per le ragazze. Risale al tempo di padre Luigi l’ampia piazza della Passione, ai piedi di un alto colle, dove il Venerdì Santo, nel pomeriggio, si svolgono alcune scene della Via Crucis con atto- ri del posto, sino alla Crocifissione e alla con- clusione con il canto dell’Ave Maria. Questa celebrazione an- nuale è diventata una delle manifestazioni fol- cloristiche nazionali del- lo stato di Roraima. A Mucajaì c’erano sol- tanto le prime classi del- le scuole elementari e gli studenti non avevano la possibilità di frequentare il ginnasio nella capitale Boa Vista, distante 60 km e con impervie strade di collegamento. Padre Luigi non solo ha ottenuto l’istituzione del ginnasio di Mucajaì, ma in mancanza di docenti, ha insegnato religione, morale e storia, dopo a- ver ottenuto la indispen- sabile cittadinanza brasi- liana. I miei accenni sulla vita di padre Luigi sono poca cosa rispetto a quello che ha saputo realizzare con le persone da lui av- vicinate, formate, istruite e riappacificate. Padre Luigi è stato un costruttore di chiese ma- teriali e vive. Ha costruito numerose chiese e opere parrocchiali non solo nei villaggi, ma anche nelle città dove è vissuto. Ha formato, visitando gli abitanti dell’immensa regione Amajarì, e avvici- nando tra di loro le co- munità cristiane prati- canti e operanti nella chiesa. Non sarei completo se non accennassi alla vena poetica e musicale di pa- dre Luigi. Io gli ho regalato una chitarra e un mandolino, portandoli dall’Italia, perché era un abile suo- natore di questi stru- menti musicali. Durante le celebrazioni liturgiche in qualsiasi parte del Brasile il popo- lo canta e sa cantare. I cori parrocchiali e gli strumenti musicali, chi-

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