Missioni Consolata - Dicembre 2018
Zoroastriani nel mondo I seguaci di Zarathustra ancora presenti in Iran sarebbero, secondo i dati dei censimenti, l’unico gruppo minoritario in crescita. Come i cristiani, sia assiri che armeni, e gli ebrei, anche gli zoroa- striani hanno un loro rappresentante fisso nel Parlamento iraniano, il Majles , e sono riconosciuti e tutelati dalla Costituzione del 1979. La comunità zoroastriana numericamente più ri- levante si trova oggi fuori dall’Iran, in India, dove nel VII secolo molti iraniani emigrarono in se- guito all’invasione araba. Tra i membri più celebri della comunità zoroa- striana nel mondo si ricordano il direttore d’or- chestra Zubin Metha e il vocalist dei Queen Freddy Mercury (al secolo Farrokh Bulsara). Molti seguaci di Zoroastro si trovano oggi negli Stati Uniti, in Europa, in Australia e nei diversi altri centri della diaspora iraniana, portando avanti e reinventando quotidianamente il loro an- tichissimo credo. Per fare un ultimo, breve, salto nel passato, un’e- vocazione di questa religione si trova nel racconto dei Magi arrivati in Palestina per vedere Gesù ap- pena nato. Per usare le parole di papa Benedetto I morti e le «torri del silenzio» Altro aspetto interessante dello zoroastrismo ri- guarda il corpo dopo il decesso: dato che la morte e la decomposizione devono essere tenute lon- tane dagli elementi della creazione divina, le salme non possono essere sepolte o bruciate. Vengono perciò esposte a diversi metri di altezza su apposite costruzioni ( dakhma ), note anche come «torri del silenzio», sulle quali gli avvoltoi e i cani ne divorano le carni. Le ossa invece ven- gono conservate in ossari. Benché un editto dello scià Pahlavi, a metà Nove- cento, abbia vietato questo tipo di non-sepolture, ancora oggi, nei dintorni della città di Yazd, si possono visitare le torri del silenzio. Si tratta di luoghi assai suggestivi, anche per il paesaggio e i colori nei quali sono inserite: il deserto, sotto, e l’azzurro del cielo della Persia sopra. Lo scrittore Alberto Moravia, che visitò Yazd e l’I- ran, ne rimase molto affascinato, al punto da indi- carlo come il paese più bello dove avesse viag- giato. Facendo un resoconto della sua esperienza sulle pagine del Corriere della Sera , raccontò del forte odore di cadaveri che ancora proveniva dalle torri del silenzio, nonostante gli zoroastriani aves- sero già iniziato a quei tempi la costruzione di un cimitero alla base di una di queste. Un’ultima caratteristica che vale la pena di ac- cennare di questa religione è il valore del «fuoco», il più importante tra i simboli zoroa- striani, venerato dai fedeli come manifestazione tangibile della potenza divina. Ancora una volta a Yazd, ma anche in altri luoghi dell’Iran, si pos- sono visitare i templi nei quali ardono fuochi inin- terrottamente da millenni. Da ricordare è anche l’ Avesta , il loro libro sacro, una raccolta di testi composti in diversi periodi, tradotto anche in ita- liano. 48 MC DICEMBRE2018 D Qui sopra : una «torre del silen- zio» ( dakhma ) dove i fedeli zo- roastriani portavano le salme. | Qui accanto : una vista parziale della necropoli di Naqsh-e Rustam, a pochi chilometri da Persepolis. | A destra in basso : una veduta del sito archeologico di Persepolis, una delle capitali del primo Impero persiano; il sito si trova vicino alla città di Shiraz. D C C Jurriaan Persyn C.C. David Holt
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