Missioni Consolata - Dicembre 2018
Più in concreto - e senza rischiare di cadere in er- rore - possiamo dire che gli assiri di oggi sono gli ultimi eredi, da un punto di vista culturale e reli- gioso, della tradizione orientale del cristianesimo nestoriano. Dottrina cristologica predicata da Ne- storio, Patriarca di Costantinopoli del V secolo, il nestorianesimo divenne un’eresia in seguito alla condanna del Concilio di Calcedonia nel 451. I suoi seguaci trovarono rifugio nell’Iran sasanide dove, unendosi alle comunità cristiane locali, diedero vita a una tradizione presente tutt’oggi, quella ap- punto dei cristiani assiri. Quella nestoriana è una Chiesa che ha conosciuto nella sua storia momenti di notevole splendore. Al- cuni studiosi hanno ipotizzato che, all’alba dell’in- vasione araba, l’espansione del cristianesimo in Iran fosse tale da minacciare l’egemonia della reli- gione ufficiale dell’impero: lo zoroastrismo. Se- condo tale teoria, si fu molto vicini ad avere un al- tro grande impero cristiano, oltre a quello Ro- mano: la Persia. Dopo l’avvento dell’Islam, il cristianesimo rimase, per molti secoli, una presenza importante nel ter- ritorio. In concomitanza con i grandi stravolgi- menti dell’epoca mongola, fra XIII e XIV secolo, i cristiani tentarono un ultimo colpo di coda, met- tendo addirittura in discussione - seppur per un breve periodo - la supremazia religiosa dell’Islam. Il cristianesimo in Iran è, in ogni caso, ancora assai vitale: è una cultura antichissima che si perpetua in liturgie, riti e lingue diverse dal persiano della maggioranza del paese. Non mancano negozi e aziende i cui proprietari siano cristiani, soprat- tutto nelle maggiori città, e celebri ristoranti, come il Club Arménien di Teheran, l’unico in Iran dove le signore non siano tenute a rispettare l’uso del velo e si respira ancora l’aria decadente dell’e- poca Pahlavi, l’ultimo scià di Persia (1941-1979), te- nendo magari in mano un bicchiere di vino, proi- bito per legge ai cittadini musulmani. Cristiani in crescita? Il cristianesimo sembra avere una vitalità sorpren- dente: nel 2015 l’organizzazione missionaria Opera- tionWorld ha indicato, numeri alla mano, come l’I- ran sia il paese al mondo in cui la popolazione pro- testante cresce più velocemente, con un +19,6% an- nuo. Secondo i dati forniti da Christian Solidarity Worldwide - organizzazione che si occupa della promozione della libertà religiosa - sarebbero ad- dirittura oltre un milione gli iraniani convertiti al cristianesimo. Un dato che ci pare esagerato, ma indicativo di un fenomeno conosciuto molto bene in Europa da quanti si occupano di immigrazione: molti richiedenti asilo iraniani, infatti, adducono una loro conversione al cristianesimo come moti- vazione primaria della loro fuga dalla patria. Al di là dei numeri è importante ricordare che è, per molti versi, ottimo il rapporto fra cristiani e musulmani in Iran, con un rispetto e una stima che neppure il khomeinismo e l’intolleranza di una parte del regime attuale sembrano aver scalfito nell’ambito della società civile del paese. Un segno di speranza da non trascurare, in un’epoca in cui il Medio Oriente è segnato da una lunga scia di san- gue che si vorrebbe riconducibile a una matrice re- ligiosa. Simone Zoppellaro MINORANZE IN IRAN © Andrea Moroni A sinistra : una vista parziale degli affreschi interni alla cattedrale armena di San Salvatore, a Ispahan. | Qui : il monastero armeno di Santo Stefano, a 15 chilometri dalla città di Jolfa. D
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