Missioni Consolata - Dicembre 2018
della musica e della cultura di origini cristiane: una ricchezza di interscambi e innesti con la mag- gioranza musulmana che neppure le pagine più cupe della storia iraniana sono riuscite a cancel- lare del tutto. La chiesa nera La storia del cristianesimo in terra di Persia af- fonda le sue radici alle origini stesse di questa fede. La sua antica presenza è testimoniata, ad esempio, da quello che è forse il monumento più amato dai cristiani d’Iran ancora oggi: il monastero di San Taddeo ( foto ), situato nel Nord Ovest del paese, nei pressi del confine con la Turchia. È uno dei luoghi cristiani più suggestivi e belli per la sua raffinata architettura e per la perfetta sintesi fra arte e pae- saggio che si possano ammirare in Iran. Chiamato dagli iraniani Qara Kelisa , la «chiesa nera», a causa del colore scuro delle sue pietre, è meta, ancora oggi, e soprattutto d’estate, di pelle- grinaggi da tutto l’Iran e dai paesi limitrofi, in primo luogo dall’Armenia. I cristiani che arrivano in pellegrinaggio, si accampano nel paesaggio lu- nare che circonda il complesso monastico, e la mi- riade di tende finisce per creare un’atmosfera ma- gica, soprattutto di notte. Secondo la tradizione, il monastero sarebbe nato sul sepolcro di san Giuda Taddeo, uno dei dodici discepoli di Cristo, molto caro agli armeni perché fu lui, insieme a san Bartolomeo, l’evangelizzatore di questo popolo, prima nazione ad abbracciare il cristianesimo. Il complesso risalirebbe al VII se- colo, per quanto molti storici ne rintraccino l’ori- gine addirittura al I secolo, ovvero all’epoca stessa del martirio dell’apostolo. Divieto di conversione Il cristianesimo iraniano è oggi molto vario, come testimonia la presenza di chiese e monasteri di riti e osservanze assai diversi. Fra le moltissime, sti- mate in circa 600 da alcuni studiosi, citiamo la Chiesa assira, quella cattolica, quelle riconducibili alla galassia protestante, quelle ortodosse greche o russe, la Chiesa autocefala armena, divenuta reli- gione di stato grazie alla predicazione di San Gre- gorio l’Illuminatore all’alba del VI secolo. Non mancano istituzioni cristiane come scuole, ci- miteri, ospizi, teatri e centri culturali e ricreativi, ma anche locali e ristoranti gestiti dalla comunità cristiana, a testimonianza di una vitalità che, per quanto spesso spinta ai margini della vita citta- dina, soprattutto nei centri minori, è tuttora lungi dall’essersi estinta. Si è soliti dividere in tre gruppi fondamentali la presenza cristiana in Iran: armeni, assiri e i cosid- detti «cristiani non etnici», ovvero musulmani con- vertiti al cristianesimo. Questi ultimi sono soprat- tutto evangelici o pentecostali, essendo queste chiese più propense al proselitismo che ha interes- sato molte migliaia di persone a partire dagli anni Sessanta. Se, da un lato, i cristiani sono liberi di professare il loro credo e hanno rappresentanti in parlamento, con un protagonismo di rilievo nella vita sociale del paese, va però ricordato che la legge iraniana vieta le conversioni dei cittadini musulmani di nascita. Così, se è legale e, anzi, incoraggiata la conversione di cristiani, ebrei e zoroastriani all’Islam, il contra- rio può costare il carcere. Una discriminazione che ha creato un conflitto molto duro con una parte del mondo missionario protestante, assai meno timido rispetto a quello cattolico nel ricercare nuovi fe- deli. I cristiani armeni: dal Nord a Isfahan La componente armena del cristianesimo in Iran, oltre a essere la principale di oggi, è anche la più antica. Dal punto di vista etnico, la prima men- zione dell’Armenia in Iran si trova nelle splendide iscrizioni di Bisotun (ritrovate sul Monte Behistun, nella provincia iraniana di Kermanshah; foto ), da- tabili intorno al 520 a.C. Il territorio stesso degli armeni, diverso da quello della Repubblica d’Ar- menia di oggi, era in parte iscrivibile all’interno dei confini dell’Iran contemporaneo. Ci riferiamo al Nord Ovest del paese dove, per secoli, e in buona parte ancora oggi, popolazioni di lingua e cultura persiana, armena, ebraica, curda, assira e turca hanno vissuto fianco a fianco, fecondandosi a vi- cenda e intrecciando i loro destini. In alto: un bassorilievo a Bisotun, luogo nel quale sono state rin- venute iscrizioni armene databili al 520 a.C. | A destra : il mona- stero armeno di San Taddeo ( Qara Kelisa ), nel Nord Ovest dell’I- ran, vicino al confine con la Turchia. D 38 MC DICEMBRE2018 D C C Dynamosquito
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