Missioni Consolata - Dicembre 2018

Mc 3,4). I farisei anteponevano la struttura «reli- gione» alla persona: l’osservanza materiale della Toràh prima di ogni cosa. Allo stesso modo il po- polo ebraico e i primi cristiani non immaginavano che anche i pagani potessero accedere alla salvezza con gli stessi diritti e le stesse prerogative. Gli apo- stoli, da veri ebrei religiosi, sono sulla stessa linea. Con questo racconto simbolico, post pasquale, scritto quando già Paolo aveva evangelizzato i pa- gani della Turchia e della Grecia, l’evangelista ci presenta il vento/ pnèuma come parallelo dello spi- rito impuro che si è impossessato dei discepoli, la cui mentalità ristretta e chiusa provoca la reazione del mare, simbolo del mondo pagano. Gesù usa una forza veemente solo nei confronti del vento: «Silen- zio!/Sta’ zitto», invece al mare Gesù non fa alcun rimprovero o intimazione. Il testo greco annota solo che «disse al mare»: cioè sollecita i popoli pa- gani a calmarsi perché egli ha messo il vento al suo posto. È come se l’evangelista volesse informare le nazioni pagane che la reazione del vento non gli ap- partiene perché il suo messaggio è universale, senza confini, aperto a tutti, senza esclusione di al- cuno. In fondo credere non è difficile: basta la- sciarsi amare e prendere in carico da qualcuno che ne abbia voglia e desiderio. Per questo bisogna in- vocarlo e chiederlo nella preghiera. Questo è il senso ultimo dell’Eucaristia: prendere coscienza che Dio si prende cura di noi per avere la forza di prenderci cura degli altri. Per la lettura personale. In tutto il brano, riletto ancora una volta a livello del cuore, scelgo un ele- mento o un personaggio che corrisponde alla mia situazione (discepoli, Gesù, barca, vento, mare, paura, ecc.) e mi metto a confronto. Chi sono io? Chi è Gesù per me? È il perno portante della mia vita o un corollario di seconda scelta? Signore, sono qui, non ho nulla per te, se non me stesso, so che tu mi accetti come sono e che mi trasformi come devo essere senza violen- tarmi, senza prevaricare. Mi abbandono a te perché mi fido, sapendo che la mia fiducia, ripo- sta sul cuscino della tua Presenza, accompagna il mio cammino nella vita e nella morte per una esistenza di pienezza che vale la pena vivere. 34 MC DICEMBRE 2018 Insegnaci a pregare Alle lettrici e ai lettori di MC Con questa puntata si chiude la mia collaborazione con la rivista, iniziata a febbraio 2005, 13 anni completi. Ricordo come fosse oggi quando il redattore Paolo Moiola inventò la rubrica «Così sta scritto», appositamente per me, e l’entusiasmo di padre Benedetto Bellesi che non solo accettò, ma volle che fosse una rubrica biblica «e di esegesi», lui che ogni giorno pregava con il vangelo greco. Alla sua morte, vissuta con grande te- stimonianza cristiana, alla dire- zione di MC gli succedette padre Gigi Anataloni, che ha sempre avuto benevolenza nei miei ri- guardi, facendomi a volte anche da scudo. A loro voglio bene e re- stano amici del cuore. Alle lettrici e ai lettori di MC sono particolarmente grato perché mi hanno costretto a pensare e a scrivere dal loro punto di vista, con un linguaggio semplice e mai ricercato, almeno nell’intenzione. Ho vissuto la responsabilità di en- trare nelle loro case e nelle loro letture con «timore e tremore», senza per altro mai venire meno al mio dovere d’integrità e di fe- deltà alla Scrittura. Tutti ogni giorno sono stati e continueranno a essere presenti nel mio cuore e nella mia preghiera perché non si puà condividere la Parola per 13 anni e poi fare finta di niente. La decisione di interrompere la mia collaborazione è stata condi- visa con la redazione di MC per due semplici motivi. • Ho detto loro che le lettrici e i lettori di MC avevano il diritto di sentire altre voci, altri stili, altri metodi, anche come segno inte- riore di rispetto e di amore verso di loro, in totale spirito di servizio. • Il secondo motivo è la mia sa- lute che da tempo è barcol- lante: è necessario che riduca gl’impegni e inizi a prepararmi all’esodo verso quel regno di Dio che è già cominciato con Gesù e di cui sono sempre stato strenuo annunciatore. So che hanno cercato e trovato un altro biblista, che, sono si- curo, saprà meglio di me essere in sintonia con la Parola e con il meraviglioso pubblico di MC. A lui il mio affetto e la mia gratitu- dine, anche senza conoscerlo, perché sia che spieghiamo sia che leggiamo, siamo tutti figli e servi della Parola che si fa storia in e tra di noi. Continuerò a leg- gere la Rivista per sentirmi a casa e respirare l’afflato mon- diale, «cattolico», che MC sa dare in modo eminente. È una bella rivista, tra le più belle esi- stenti, che vale la pena «lasciare in eredità» a chi viene dopo di noi perché ci permette di non ri- piegarci su di noi, ma di respi- rare con i polmoni della Chiesa del Vangelo: il respiro del mondo, il respiro di Dio. Se vo- lete fare un vero regalo a figli e nipoti regalate loro MC che li fa viaggiare nel mondo con una informazione di prima mano e di rilievo. Nell’augurarvi un Natale nel se- gno dell’incarnazione, un abbrac- cio affettuoso, garante, ogni giorno, della mia preghiera, spe- cialmente nell’Eucaristia, con e per voi come per le persone che amate. A tutti con immenso af- fetto, Paolo Farinella, prete, grato per la vostra pazienza. [La Preghiera- 2 0 FINE]

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