Missioni Consolata - Dicembre 2018

BRASILE profitto della loquacità di Deuti per chiedere anche un commento su Lula: «Non è un corrotto. Lui avrebbe vinto di sicuro al primo turno e con il 70 per cento dei voti», esclama con convinzione. Quando esco dal mercato è pas- sato mezzogiorno e il caldo è soffocante. È tempo di rientrare in albergo. Lungo la strada, a lato della Plaça do Relogio , la piazza dell’Orologio, riparati sotto un al- bero, ci sono tre persone che di- stribuiscono volantini per Wilson Lima, candidato governatore per lo stato di Amazonas e sosteni- tore di Bolsonaro. «Per la presi- denza abbiamo già vinto. Adesso dobbiamo vincere anche per il no- stro stato», mi dicono Mauro Ce- zar, Roberto Carlos e Jacivania. Di lì a poco al gruppo si aggiunge un loro amico che difficilmente pas- serebbe inosservato dato che in- dossa maglia e pantaloni con i co- lori sgargianti della bandiera na- zionale. Si chiama Paulo Goés, giornalista che fa campagna per i candidati vicini a Bolsonaro. La speranza nel numero 13 La speranza arriva quando è già buio, dopo le 18.00. Prima, dentro al Teatro Amazonas , incontro Dei- lane, una giovane ventenne, stu- dentessa di turismo che fa tiroci- nio come guida all’interno della struttura, l’unica vestigia storica di rilievo (risale a fine Ottocento ed è il simbolo dell’epoca del caucciù) di Manaus e dunque molto visitata. Le chiedo se sia vero che gli evangelici - che costi- tuiscono circa il 30% dei brasiliani - votino in massa per Bolsonaro. «Tanti di loro votano per quel si- gnore, ma non tutti. Qualcuno non ha gradito l’uso strumentale che lui fa della Parola di Dio. Io sono cattolica e così la mia fami- glia: noi votiamo Haddad senza al- cun dubbio». A dispetto della sua giovanissima età, Deilane è prepa- ratissima: «Bolsonaro è un ex ca- pitano ma per 29 anni è stato al Congresso. Il suo vice, il generale in congedo Antonio Hamilton Mourão, è più pericoloso di lui». Poco dopo, in una via dietro allo stesso teatro, m’imbatto in una manifestazione pro Haddad. Con musica e cibo, e un buon numero di persone, soprattutto giovani, tutti con il numero 13 - l’identifi- cativo di Haddad - appiccicato sul petto. Come Renan Feitosa, 31 anni, e Yara di 26, entrambi lau- reati in chimica e attualmente stu- denti di dottorato all’Università federale (pubblica). Sulle loro magliette è attaccato un fo- glio scritto a mano: «Scienza sì! Silenzio no! Per l’educa- zione, per la democrazia». Renan commenta: «Bolso- naro non conosce il discorso democratico. È un vero fascista». E Yara, più ti- mida ma egualmente decisa: «È semplicemente orroroso». La lunga giornata termina con Sil- vania Farias, 35 anni, psicologa, e Rosane Pinheiro, 47 anni, impie- gata amministrativa. Agguerrite e fiduciose nella rimonta. Racconto loro del plebiscito pro Bolsonaro riscontrato, al mattino, tra i ban- chi del mercato. E loro mi danno un’interpretazione che io non avevo considerato «Al mercato tutti debbono dire Bolsonaro per- ché le licenze dipendono dalla municipalità ( prefeitura ) e l’at- tuale sindaco ( prefeito ) appar- tiene a un partito suo alleato». Ecco perché si dice che la spe- ranza sia l’ultima a morire. M ANAUS , DOMENICA 28 OTTOBRE La speranza dei votanti di Haddad - «Ha ormai recuperato tutto lo svantaggio», dicevano in piazza citando non ben identificati son- daggi - ha avuto vita breve, poco più di una notte. Alle cinque del pomeriggio, appena chiuse le urne (elettroniche), mi reco al centro stampa allestito presso il Tribunale regionale elettorale di Amazonas, già affollatissimo di giornalisti in fila per approfittare del buffet e di telecamere schie- rate davanti al grande schermo interattivo. L’istogramma delle sezioni ricevute cresce molto ve- locemente. I risultati affluiscono con rapidità anche dai luoghi più lontani e isolati. Alle sei, appena un’ora dopo la chiusura della vo- tazione, lo stato di Amazonas ha già il suo nuovo governatore (Wil- son Lima), ma anche a livello na- zionale la situazione è molto ben delineata. Alle sette, la sala stampa è ormai vuota per metà. Jair Bolsonaro ha vinto con oltre 57 milioni di voti (55%). Sarà lui il nuovo presidente del Brasile. Paolo Moiola Sotto : domenica 28 ottobre. Un votante con maglietta raffigurante Jair Bolsonaro esprime il suo voto nell’urna elettronica. Già alle 19 del giorno stesso si conosce- vano i risultati definitivi. #

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