Missioni Consolata - Novembre 2018
NOVEMBRE2018 MC 47 # Le prime missionarie della Consolata giunte in Kenya, nella missione di Limuru, assieme alle ultime Vincenzine rimaste, i padri, i fratelli coadiutori, i primi cristiani e le ragazze della scuola. sua tomba. Naturalmente ho dovuto pregare e poi consigliarmi e ciò ho fatto non solo coi galantuomini di questo mondo, ma anche coi Santi. Gli ho detto: “Ho da fare questo istituto o no? Veramente avrei più caro di non farlo; la mia pigrizia vorrebbe quello. Anche voi avreste fatto tanto volentieri il canonico, ep- pure avete realizzato questo complesso di carità. Dunque, devo farlo o non farlo?“». Poi quasi scherzando: «Quel che mi abbia detto non lo dico a voi. Però, se non si faceva l‘isti- tuto per i missionari, non si faceva per voi si- curo». E le suore capirono. Si consigliò, come disse, anche con i «galan- tuomini di questo mondo». Sicuramente con il suo arcivescovo, il card. Richelmy, e con il prefetto di Propaganda Fide, il card. Girolamo Gotti. Tutti lo spingevano per quella dire- zione, incoraggiandolo ad iniziare presto. Chi, però, diede la spinta decisiva fu il papa san Pio X. L’Allamano stesso raccontò come si svolsero le cose durante un’udienza pri- vata con il papa. Mentre ricordava alle suore la fondazione dei missionari, fece questa pre- cisazione: «Poi, ma molto più tardi, siete ve- nute voi, ma voi siete del papa Pio X. Una volta che gli parlavo di questa nuova fonda- zione, mi disse: “Bisogna farla”. E avendo io aggiunto che credevo di non avere la voca- zione per questo, egli mi rispose: “Se non l’hai te la do io”. Ed ecco le suore». Su questo particolare l’Allamano ritornò altre volte, perché per lui non era solo un dettaglio insignificante, ma la più esplicita espressione della volontà di Dio. Alle missionarie disse ancora: «L’idea della fondazione venne dal papa Pio X, che è il rappresentante di Gesù Cristo in terra, quindi non c’è stato neppure un momento che questa istituzione non sia stata di Nostro Signore». E in altra occasione: «È il papa Pio X che vi ha volute; è lui che mi ha dato la vocazione di fare delle missiona- rie». L’obbedienza al papa fu il fondamento della sua serenità di fondatore e di educatore delle missionarie. C’è una testimonianza che aggiunge un aspetto originale e forse determinante. Se- condo quanto scrisse padre Giuseppe Gallea, sembra che sia stato addirittura Pio X a sug- gerire la vera motivazione della fondazione: «Le opere in missione - avrebbe detto il pon- tefice all’Allamano -, procederanno meglio se le suore saranno formate con lo stesso spi- rito che avete dato ai missionari». Molte suore, poche missionarie Raccomandando alle loro preghiere il card. G. Gotti morente, l’Allamano così si espresse con le missionarie: «Era un uomo di fede; fu anche lui che mi incoraggiò a fondare le suore; egli stesso mi disse: è volontà di Dio che ci siano le suore. “Ma, risposi io, suore ce ne sono già tante”. E lui: “Molte suore, po- che missionarie”». Ben presto si passò alla realizzazione pratica, dando vita alla prima comunità delle missio- narie della Consolata, ufficialmente il 29 gen- naio 1910. L’annuncio al pubblico fu senza rumore. Sul periodico «La Consolata» del mese di febbraio 1910, figurano poche righe, che non accennano ad una “fondazione” ma la lasciano supporre: «La Direzione del perio- dico riceve spesso domande di informazioni da persone che vorrebbero prendere parte come suore nelle missioni della Consolata. Avvertiamo che per questo si rivolgano alla “Direzione Istituto Missionarie”, corso Duca di Genova, 49 - Torino». Tutto qui, secondo lo stile dell’Allamano: operare con ardore, ma senza apparire! P. Francesco Pavese
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