Missioni Consolata - Novembre 2018
sono le imprese della finanza (banche, assicurazioni, fondi pen- sione, fondi di investimento) che, vivendo di parassitismo, sognano un sistema economico altamente indebitato totalmente asservito alle esigenze di guadagno dei cre- ditori. Partigiani del partito della produzione sono le imprese dell’e- conomia reale che, vivendo di pro- duzione e commercio, sentono il bisogno di operatori economici sani ad alta capacità di acquisto. Dunque, non troppo dilapidati dai loro creditori. La storia del capita- lismo è piena di crisi provocate da un eccesso di debito: l’inceppa- mento dell’intero sistema dovuto ai fallimenti di imprese, famiglie e governi, sopraffatti da un eccesso di risorse da trasferire ai creditori. Che è esattamente il rischio che corriamo oggi, considerato che il mondo galleggia su 237mila mi- liardi di dollari di debiti , circa tre volte il prodotto lordo mondiale ( Iif, maggio 2018 ). Una buona dose di regole, per te- nere contemporaneamente a bada gli appetiti degli avvoltoi fi- nanziari e la propensione all’az- zardo da parte degli operatori economici, sarebbe il modo mi- gliore per prevenire l’eccesso di debito. Ma poiché le imprese vi- vono le regole come dita negli oc- chi, si ostinano a rifiutarle, soste- nendo che esiste una ricetta ca- pace di salvare capra e cavoli: l’in- teresse di chi è parassita a garan- tirsi alti incassi e l’interesse di chi è parassitato a garantirsi un’alta so- I l debito è motivo di preoccu- pazione per tutti, ma ciascuno per ragioni diverse: l’Unione europea (Ue) è preoccupata per le ricadute sull’euro, le im- prese per le ripercussioni sull’an- damento economico, le famiglie per i contraccolpi sociali. E, a se- conda del tipo di preoccupazione, cambiano ricette e rimedi. Il debito secondo l’Ue L’obiettivo principale dell’Unione europea è rassicurare i mercati, dimostrare agli investitori interna- zionali che non hanno niente da temere perché i governi europei sono debitori affidabili. Perciò i suoi occhi sono puntati solo sui conti per mantenerli entro para- metri rassicuranti per gli investi- tori: debito complessivo non oltre il 60% del Pil e deficit annuale al di sotto del 3%, meglio se uguale a zero. È il famoso «pareggio di bi- lancio» in base al quale tutte le spese, compresa quella per inte- ressi, devono essere coperte dalle entrate ordinarie. L’Europa si è autoimposta un giro di vite a partire dal 2011, quando la situazione debitoria di tutti i paesi europei peggiorò a causa dei salvataggi bancari. E l’Italia, pur non avendo una situazione banca- ria così disastrosa, divenne subito un vigilato più sorvegliato degli al- tri perché aveva un debito pub- blico cronicamente elevato. Del resto in quel periodo i titoli di stato italiano continuavano a per- dere valore, un chiaro messaggio 42 MC NOVEMBRE 2018 che, se l’Italia non si fosse attrez- zata per dimostrare di essere un debitore fedele, sarebbe stata messa sotto attacco da parte dei mercati. La politica non tardò a battere un colpo: nel novembre 2011 destituì Berlusconi, conside- rato troppo debole, e lo sostituì con Monti che adottò subito poli- tiche di austerità particolarmente pesanti. L’allora primo ministro aumentò le tasse, fino a portare la pressione fiscale al 44,1% del Pil nel 2013, mentre tagliò pensioni, istruzione, sanità, trasferimenti ai comuni. L’inevitabile conseguenza furono povertà, disuguaglianze e disoccupazione, una decadenza mal sopportata dal popolo italiano che non ha tardato a punire le forze politiche che l’avevano so- stenuta. Il debito secondo le imprese Se veniamo alle imprese, la loro posizione sul debito non è omoge- nea, come del resto non lo è su molte altre questioni. Di solito su principi e obiettivi le imprese con- vergono, ma sulle strategie pos- sono esprimere posizioni diverse a seconda dell’attività svolta, delle dimensioni raggiunte, dei mercati occupati. In tema di debito, le im- prese sono tutte concordi nell’af- fermare che gli impegni vanno onorati, ma sono divise sul tipo di logica da far prevalere. Grosso modo si fronteggiano due schiera- menti: il partito dell’estrazione e il partito della produzione. Parti- giani del partito dell’estrazione In unmondo di debiti, tra crescita e austerità Non è soltanto l’Italia a essere indebitata. Lo è tutto il mondo. Si stima un debito di 30mila dollari a testa, neonati inclusi. Le ricette proposte sono sempre le stesse: per ripagare il debito occorre tagliare sanità, scuola, pensioni. E poi bisogna crescere. Quanto? In che modo? E a che prezzo? E la chiamano economia PRIMA LA CONOSCIAMO, PRIMA LA CAMBIAMO La rubrica di Francesco Gesualdi
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