Missioni Consolata - Novembre 2018
40 MC NOVEMBRE2018 In America Latina, la Colombia è uno dei paesi con il tasso più alto di violenza contro le donne, in- cluse le giov ani dai 15 ai 19 anni, da parte di u n marito o di un part- ner: il 37% @ . Il lavoro dei nostri missionari in questo paese si è recentemente arricchito di un metodo di forma- zione che si chiama «pedagogia della cura» e che nella zona di Puerto Leguizamo coinvolge gli studenti delle scuole superiori in percorsi di controllo e gestione delle frustrazioni e della rabbia e di risoluzione pacifica dei conflitti interpersonali. Anche attraverso questi percorsi si sta tentando di eliminare la violenza che spesso nasce «in contesti familiari carat- terizzati da abuso di alcol, machi- smo e povertà» e che nella stra- grande maggioranza dei casi hanno nelle bambine e nelle donne le principali vittime. Le barriere invisibili Gli ostacoli che impediscono alle donne di avere accesso a istru- zione e sanità non sono sempre facili da individuare: solo una rela- zione costante e ravvicinata con le comunità può permettere di scor- gerli e rimuoverli. Spesso, infatti, questi ostacoli derivano dalla reti- cenza ad affrontare temi conside- rati tabù, come il ciclo mestruale, oppure dal delicato equilibrio nei rapporti fra uomo e donna all’interno della fa- miglia. Unicef stima che le scuole prive di servizi igienici ade- Cooperando… © Rombaut Ngaba Ndala /2018 dere il permesso ai mariti per es- sere dispensate dal lavoro nei campi (e quindi andare dall’é- quipe medica per se stesse o i fi- gli), i missionari hanno dialogato con i leader comunitari perché tutti fossero sensibilizzati sull’im- portanza dell’assistenza sanitaria. La Costa d’Avorio ha uno dei tassi di mortalità materna più alti del- l’Africa subsahariana (645 madri decedute ogni 100mila nati vivi nel 2015 @ ) e quasi tre donne su dieci partoriscono senza l’assi- stenza di personale qualificato. Il difficile accesso al mercato del lavoro La partecipazione attiva delle donne alla vita economica di una comunità genera benefici per tutti. Uno studio McKinsey del set- tembre 2015 ha stimato che, se le donne fossero economicamente attive alla pari degli uomini, il Pil mondiale aumenterebbe di 28mila miliardi entro il 2025. Se ogni paese, anche non raggiungendo la completa parità di genere, si im- pegnasse almeno a «copiare» il vi- cino più virtuoso nel garantire alle donne la partecipazione alla vita economica, l’aumento del Pil sa- rebbe comunque pari a 11mila mi- liardi di dollari a livello globale, guati nei paesi a basso reddito siano circa la metà. E basta che una scuola manchi dei servizi per- ché le ragazze rinuncino ad an- dare a lezione durante il periodo mestruale. Questo problema, stando ai dati diffusi dall’Unesco, interessa una ragazza su dieci in Africa subsahariana, causando per ciascuna una riduzione del venti per cento del tempo passato sui banchi e, a volte, il totale abban- dono del percorso scolastico. Ecco perché la costruzione di ba- gni nelle scuole primarie e secon- darie è una delle esigenze che i re- sponsabili dei nostri progetti sul campo non mancano di fare pre- senti @ . Povera sanità Quanto all’accesso ai servizi sani- tari di base: ci sono ostacoli evi- denti come la mancanza di strut- ture, e poi altri meno visibili, ma ugualmente determinanti, come le resistenze culturali. Un esempio è il lungo dialogo tra i missionari della Consolata di Dianra, Costa d’Avorio, e le comunità locali per decidere la costruzione di alcuni centri di salute nei villaggi legati al dispensario di Dianra Village (vedi Cooperando , MC Aprile 2017). Poiché lì le donne devono chie-
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=