Missioni Consolata - Novembre 2018
26 MC NOVEMBRE2018 Gli stessi rimproveri di Gesù si trovano nella guari- gione dell’uomo dalla mano inaridita (cfr. Mc 3,11- 12). I due miracoli sono costruiti sullo stesso schema, hanno lo stesso significato e rispondono alla stessa domanda fondamentale: chi è Gesù? Con questi racconti, Mc risponde che Gesù è l’in- viato di Dio, mandato a riprendere in mano l’opera creatrice iniziale compromessa da Àdam ed Eva. Questi rimasero sotto l’influsso e il dominio di Sa- tana-serpente , ora il Figlio di Dio libera i loro figli dall’antico serpente/spirito impuro che vive nelle acque inferiori che domina la vita dell’uomo e la natura. La creazione, per responsabilità dei proge- nitori, fu assoggettata alla decomposizione (cfr. Rm 8,20-23) perché il peccato di Àdam ed Eva im- mise nel mondo la corruzione, la distruzione e la morte (v. diluvio in Gen 6,5-7,24) rimanendo sotto l’influenza delle potenze malvagie (cfr. Gb 38,1-11; Rm 8,19-23), mentre ora le potenze del male e della natura ritornano a essere sottomesse al «nuovo» creatore, venuto per introdurle in un re- gime di vita e di risurrezione che si chiama «regno di Dio» e che bisogna conquistare con determina- zione (cfr. Lc 16,16 e Mt 11,12). Preghiera: Signore, se guardo la mia vita, la mia giornata, il mio lavoro, mi accorgo che, forse più spesso di quanto io stesso non creda, non «sento» la tua presenza e forse ti considero un «intruso», un ostacolo, specialmente quando sono costretto a scegliere tra i princìpi della coerenza credente e gli interessi della logica del mondo, secondo cui «così è la vita o così fan tutti». Mi accontento di una vita ordinaria, oserei dire banale. Spero an- che che tu dorma, tranquillo sulla barca e io, pur rischiando, mi adagio nel mare del compro- messo, del male minore, del conformismo, del silenzio complice, del «non posso farci niente». Mi è comodo pensare e credere che «il regno» tuo sia qualcosa da venire, oltre la morte, qual- cosa che «tanto chi può verificarlo?». In fondo, vado a Messa, qualche volta prego, mi confesso ogni tanto. Di più non posso. Non mi accorgo che non si tratta di più o di meno, ma solo di «essere» e di apparire chi non sono. Le quattro chiavi di Dio e di Gesù Gli antichi nella loro concezione del mondo pensa- vano che il cielo fosse una calotta sferica traspa- rente capace di trattenere le acque superiori (piog- gia), mentre, dalla parte opposta, i mari raccoglie- vano le acque inferiori, sede degli spiriti maligni e dimora del dragone apocalittico (cfr. Is 27,1; Ap 20,2-3). La calotta sferica celeste poggiava su co- lonne piantate sulla terra piatta che così formava una membrana divisoria tra «acque superiori» e «acque inferiori» (cfr. Gen 1,7). È lo schema usato da Dante per la Divina Commedia . Scende la pioggia Insegnaci a pregare Tempesta sedata (Mc 4,38-41) Schema Esorcismo indemoniato (Mc 1,24-27) 4,38 Lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Rimproveri a Gesù 1,24 «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 4,39 Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Minacce di Gesù 1,25 E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». 4,39b Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Obbedienza a Gesù 1,26 e 1,27b E lo spirito impuro, straziandolo e gri- dando forte, uscì da lui. 4,41 E furono presi da grande timore e si di- cevano l’un l’altro: «Chi è dunque co- stui, che anche il vento e il mare obbe- discono?». Timore e stupore 1,27a 1,28 Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai que- sto? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». © Daniele Biella
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