Missioni Consolata - Novembre 2018

18 MC NOVEMBRE 2018 Bemba è figlio di un ricco indu- striale mobutista e per anni aveva avuto le sue truppe personali: un vero signore della guerra. Le sue milizie si erano macchiate di cri- mini orrendi nell’Est del Congo. Ep- pure, curiosamente, finì sotto ac- cusa come responsabile per altri misfatti, che i suoi uomini avevano commesso in Repubblica Centrafri- cana. Bemba fu condannato in primo grado nel 2016 a 18 anni di carcere. Fino a che - a sorpresa - lo scorso 8 giugno la stessa corte lo assolse in appello. Una sorta di au- torizzazione a rimettersi in gioco. Sta di fatto che Jean-Pierre Bemba è uscito dal carcere, ha potuto rientrare in Rdc e presentare la propria candidatura, insieme ad al- tre 24 persone. Fra i più noti, Félix Tshisekedi (figlio dell’eterno oppo- sitore Etienne, deceduto un anno fa), Vital Kamerhe, Adolphe Mu- zito, Antoine Gizenga. Di Katumbi abbiamo detto. Per inciso, su 25 candidati, una sola è donna. Ma mentre le opposizioni cercano la quadra per fare fronte comune e provare a sconfiggere la maggio- ranza presidenziale (la legge elet- torale vigente, modificata da Ka- bila nel 2011 per garantirsi il se- condo mandato, esclude infatti il ballottaggio: chi prende più voti al primo turno vince, anche con un venti per cento), ecco il nuovo colpo di scena: la Ceni (Commis- sione elettorale nazionale indipen- dente) boccia sei candidature, tra le quali proprio Bemba, che è stato sì prosciolto dall’accusa principale all’Aja, ma ha ancora pendente un giudizio secondario per corruzione di testimoni. Quindi, secondo la legge, non candidabile. E infatti, dopo la sua esclusione dalle liste elettorali, dall’Aja giunge il 17 set- tembre una condanna a 12 mesi per subornazione di testimoni. E così, con una scusa o l’altra, gli avversari più temibili sono neutra- lizzati. Giusy Baioni RD CONGO A sinistra : la «macchina per il voto» che verrà utilizzata per la prima volta in Rdc durante le elezioni di dicembre. Molto criticata, i suoi detrattori sostengono che può dare adito a facili brogli. # K abila non è un inetto. Nel suo sempre anomalo silenzio da sfinge, si è preparato una strada per garantirsi un futuro da nababbo, una volta ceduto il potere: ha infatti ottenuto l’ap- provazione di una legge sullo «Statuto degli ex capi di stato», promulgata da Kabila stesso il 27 luglio, che nell’iter parlamentare ha visto estendere i benefici anche agli ex presidenti delle due camere. Come spiega «Rete pace per il Congo», per gli ex presidenti della Re- pubblica, la legge prevede una pensione speciale mensile il cui importo sarà fissato dal parlamento (si parla del 50% dell’attuale stipendio da capo dello stato), un’indennità annuale «per i servizi resi», l’assistenza sanitaria per lui, il suo coniuge e i figli minorenni, una pensione «di so- pravvivenza» (definizione piuttosto ridicola, in un paese come il Congo, dove fin troppi cittadini stentano davvero a sopravvivere). Altri bene- fici complementari includono, tra l’altro, un alloggio «decente», passa- porti diplomatici e viaggi gratuiti per l’ex presidente, la sua consorte e i figli minorenni, una guardia del corpo e «un’indennità mensile per il consumo di acqua ed elettricità» (come non potesse pagarsi da solo le bollette). Per quanto riguarda gli ex presidenti delle due Camere del Parlamento, la legge prevede un’indennità mensile, un’indennità per l’alloggio, una guardia del corpo, passaporti diplomatici e viaggi gratuiti, a scadenza annuale, per loro, i loro coniugi e i loro figli minorenni, assistenza sani- taria e due veicoli dopo cinque anni rinnovabili una volta. G.B. Quale futuro per Joseph Kabila? Da presidente a ... © John Wessels /Afp

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