Missioni Consolata - Novembre 2018

che dovrebbe portare al voto elet- tronico sessanta milioni di abitanti spesso senza istruzione e senza al- cun accesso a internet e ai mo- derni mezzi di comunicazione. Ancora, Shadary era in carica du- rante la crisi nel Kasai, quando lo scorso anno la regione subì una fiammata di feroce violenza attri- buita ai miliziani di Kamuina Nsapu, ma i cui contorni non sono mai stati chiariti e dove ha giocato un ruolo poco limpido l’esercito re- golare, inviato a sedare la rivolta ma macchiatosi di esecuzioni som- marie. Ricordiamo fra gli altri il cla- moroso e oscuro assassinio di due esperti delle Nazioni Unite, Zaida Catalan e Michael Sharp, che sta- vano investigando su numerose fosse comuni. Inchieste giornalisti- che approfondite hanno portato all’evidenza elementi che mostre- rebbero la complicità del governo nell’eliminazione dei due giovani internazionali. Insomma, con un curriculum così, non c’è molto da stare tranquilli: il delfino di Kabila dimostra di essere «all’altezza» - si fa per dire - del suo predecessore e di volerne por- tare avanti lo «stile» di governo. Eppure, quando ne è stata ufficia- lizzata la candidatura, tutti hanno tirato un sospiro di sollievo. Un pa- radosso, se vogliamo, che la dice lunga sulla situazione politica della Repubblica Democratica del Congo: gioire per la candidatura di un uomo colpito da sanzioni inter- nazionali, semplicemente perché - quanto meno - la sua scelta ha ga- rantito la non ricandidatura del suo capo. Un candidato fantoccio? Ora si apre tutta un’altra serie di valutazioni: quanta libertà di movi- mento avrà Shadary? Perché è stato scelto lui rispetto ad altri, più noti e più attesi, fra i fedelissimi di Kabila? Sarà una marionetta nelle mani di Kabila? Perché quest’ul- timo, alla fine, ha accettato di non ripresentarsi? È presto per dirlo. Di certo, prima di giungere a questa mossa un po’ a sorpresa, Kabila ha agito per pararsi le spalle da conse- guenze nefaste. Una volta tornato privato cittadino, infatti, nulla lo metterebbe al riparo da una de- nuncia alla Corte penale interna- zionale dell’Aja. Troppi i crimini a lui ascrivibili commessi negli anni che lo hanno visto padre padrone del Congo. All’interno del paese, tuttavia, non avrà problemi, poi- ché in base alla Costituzione di- verrà automaticamente senatore a vita, con annessa immunità parla- mentare. Non pago di ciò, a luglio ha fatto votare al parlamento una legge che gli garantisce anche tutta una serie di benefit e prebende. Oppositori indesiderati Dal canto suo, l’opposizione è an- cora in fase di organizzazione. NOVEMBRE 2018 MC 15 presidenziali, fissate per il 23 di- cembre. E alla fine dal cilindro è saltato fuori il nome del delfino de- signato: per la maggioranza presi- denziale, a correre sarà Emmanuel Ramazani Shadary. Non a caso, forse (conoscendo un po’ le dietro- logie di molti palazzi nella regione), tale candidatura è stata ufficializ- zata l’8 agosto 2018. Il delfino del presidente Cinquantasette anni, originario di Kabambare nella regione del Ma- niema (Est), da febbraio segretario permanente del Pprd, Shadary è stato ufficialmente designato can- didato presidente per la coalizione Fcc ( Front Commun pour le Congo , Fronte comune per il Congo), piat- taforma elettorale di Kabila e dei suoi alleati. Come ricorda la rivista Jeune Afrique , Shadary è stato vice premier e ministro dell’Interno, ma soprattutto è stato colpito dalle sanzioni dell’Unione europea dal maggio 2017 per «ostacoli al pro- cesso elettorale e violazione dei di- ritti dell’uomo»: era infatti mini- stro dell’Interno e responsabile dei servizi di sicurezza durante la san- guinosa repressione delle manife- stazioni anti Kabila e anti terzo mandato. A lui va attribuita anche la recente riforma elettorale, rite- nuta favorevole al campo di Kabila, che autorizza in particolare l’uso delle « machines à voter » (mac- chine per votare), un esperimento MC A • Elezioni | Autoritarismo | Democrazia • A sinistra : manifestazione di fedeli cattolici a Kinshasa a febbraio 2018. Chiedono le dimissioni del presidente che ha già superato di oltre un anno il suo mandato. A destra : Emmanuel Ramazani Shadary, già ministro dell’Interno, oggi candidato della coalizione al potere per le elezioni del 23 dicembre. # © Junior D KANNAH /AFP

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=