Missioni Consolata - Novembre 2018
© Leonardo Gonzalez / Fotograíias emergentes NOVEMBRE2018 MC 13 A tel della Alameda Central (noto parco pubblico, ndr ) a Città del Messico. Da lì tiene un discorso che riassume quello che sarà il suo modus operandi come presidente. Una folla osannante lo ascolta nel quartiere dell’hotel e applaude in- fervorata dal suo messaggio. So- prattutto quando tocca temi come la lotta alla corruzione e all’impu- nità, il protagonismo dei poveri e il rispetto delle differenze sessuali. Il tono di questo primo discorso è cambiato radicalmente rispetto a quello portato avanti negli ultimi anni, specialmente durante la pre- campagna e la campagna eletto- rale. Il politico litigioso, ironico, creativo nell’arte dell’insulto e della minaccia, lascia il posto alla realpolitik e tende la mano a tutti con uno spirito conciliatorio e umanistico. Non parla più di mafie del potere né attacca il mondo de- gli affari. Al contrario, chiama tutti al dialogo e alla collaborazione. Lo stesso tono viene usato nel di- scorso che rivolge pochi istanti dopo ai suoi seguaci concentrati nello Zócalo (piazza della Costitu- zione, cuore della capitale, ndr ), a pochi metri dal Palazzo nazionale, dalla Cattedrale metropolitana e MC dal quartier generale del governo di Città del Messico. La strada sarà lunga Nelle settimane successive all’ele- zione, López Obrador ha iniziato una frenetica attività chiamando persone, aziende, istituzioni, me- dia, a dialogare e far conoscere quale sarà la sua metodologia di la- voro, a presentare coloro che for- meranno il suo gabinetto, a riferire su questioni fondamentali come gli stipendi dei dipendenti pubblici, la sua politica di austerità e decentra- mento, il trattamento degli ex pre- sidenti e le proposte per combat- tere la violenza e la corruzione, tra le altre cose. Niente ha potuto fermare questo processo verso la democrazia: le campagne di discredito, gli attacchi velati ed espliciti al politico del Ta- basco, in particolare sui social network, l’avvertimento che la sua elezione avrebbe portato il Mes- sico a una situazione simile a quella del Venezuela di Chávez e la Bolivia di Evo Morales, hanno pro- dotto l’effetto opposto. Nella lunga e difficile strada verso la democrazia, la sconfitta del par- tito di governo e l’indiscutibile trionfo di Amlo segnano un nuovo modo di fare politica in Messico. Più che per il disgusto, la disillu- sione e il disprezzo verso la classe dei politici e un sistema marcio dalle radici, la gente ha votato per un uomo e un movimento che ispi- rano fiducia e speranza che le cose cambino. Questo è ciò che noi messicani speriamo e desideriamo per il bene di tutti, specialmente per le maggioranze impoverite. Jorge García Castillo 2 (fine prima puntata - continua) Note (1) Aguilar Camín, Héctor et al., ¿ Y ahora qué? México ante el 2018 , Debate, se- gunda edición, Ciudad de México, fe- brero 2018. (2) Traduzione e adattamento del testo a cura di Paolo Moiola. A RCHIVIO MC Alcuni degli articoli dedicati al Mes- sico: • Paolo Moiola, Un salto nel buio. Incontro con Alejandro Solalinde , ottobre 2017; • Paolo Moiola (a cura di), Il paese dell’ingiustizia , dossier, maggio- giugno 2010. Qui : la protesta di una donna che ha perso un proprio caro nella tragedia dei 43 studenti di Ayotzinapa. In basso a sinistra: un venditore di lumini votivi della Vergine di Guadalupe, molto venerata nel paese. #
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