Missioni Consolata - Novembre 2018

NOVEMBRE2018 MC 11 MC A L’illegalità Collegato al problema precedente è la questione dell’illegalità. Se- condo Héctor Raúl Solís, coautore del lavoro sopra citato, c’è una convinzione generale - per lui falsa - che i messicani siano corrotti per natura. «Allo stesso modo tutti - dal taquero dell’angolo che ruba l’elettricità al funzionario che devia milioni di pesos - soffriamo di un’innata tendenza a infrangere la legge» (p. 47). Per Solís questa convinzione è falsa perché «non tiene conto dei moltissimi messi- cani che ogni giorno si conformano alla legge» e, in ogni caso, la re- pubblica può essere rinnovata, non attraverso atti spettacolari ma pic- cole azioni che costruiscano l’isti- tuzionalità necessaria (p.52). Da parte sua, il famoso intellet- tuale e diplomatico José Ramón Cossio Díaz, scrivendo delle frat- ture legali che si verificano nel paese, dice che il Messico non ha uno stato di diritto o almeno esso è seriamente manomesso. In que- sto caso, ci sono due opzioni (p. 63): «Cercare un nuovo modello o persistere nell’attuale», consape- voli che «l’istituzione di uno stato di diritto in una società anonima, diseguale e ferita come quella messicana non è né semplice né veloce» (p. 65). Senza che tutto questo ci debba far cadere nella di- sperazione o nel cinismo, la lotta deve continuare. Questo è ciò che il popolo messicano si aspetta dalle persone e dalle istituzioni che go- verneranno il paese nei prossimi anni. La povertà Un altro dei grandi problemi che affliggono il Messico è quello della povertà, in particolare la povertà estrema, perché colpisce, secondo le parole del ricercatore John Scott, coautore del lavoro, «il di- ritto a risorse minime per la so- pravvivenza», che «è il diritto umano più basilare» (p. 309). In ef- fetti, in un paese come il Messico a reddito medio-alto, «la persistenza della povertà estrema è moral- mente intollerabile» e rappresenta «un doppio fallimento in due aree: l’inclusione produttiva e la prote- zione sociale» (p. 310). Lo sconforto di questo male ende- mico è stato il vessillo degli ultimi governi, anche se poco o nulla è stato fatto per sanarlo. In effetti, il divario tra ricchi e poveri continua a crescere e finora il capitale dei supermilionari aumenta esponen- zialmente a scapito dei milioni di messicani che non hanno il minimo necessario. Il salario minimo è da considerarsi un attentato contro la vita e il benessere della maggio- ranza. Non è sufficiente (si tratta di circa 123 euro mensili, ndr ) nem- meno per il paniere di base, tanto meno per coprire i bisogni di sa- lute, educazione, abitazione e spazi di gioco. Questo problema è una bomba a tempo che può esplodere in qual- siasi momento. Le persone sono stufe di soluzioni palliative e assi- stenziali che non fanno altro che perpetuare la povertà. Le risorse, in una nazione con un territorio prodigo e generoso, esistono. Solo che sono mal distribuite e, mentre alcuni nuotano nell’abbondanza, altri non hanno l’indispensabile. L’offerta di Amlo Alle 23:00 del 1° luglio, prima che vengano diffusi i risultati degli exit poll del suo trionfo, López Obrador convoca un meeting all’Hilton Ho-

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