Missioni Consolata - Ottobre 2018

giorni di convegno, gli spunti di ca- rattere teologico e pastorale, ca- ratterizzati dalla tradizionale scansione metodologica del vede- re-giudicare-agire. Tra questi, l’in- tervento della teologa brasiliana María Clara Lucchetti Bingemer sul rapporto tra la Conferenza di Medellín e il magistero di Papa Francesco: cinquant’anni fa lo sguardo dei vescovi si incentrò sull’opzione per i più poveri e la Chiesa latinoamericana cessò di essere un riflesso della Chiesa eu- ropea, per essere invece «fonte di un nuovo modello ecclesiale»; og- gi papa Francesco dà vita con il suo magistero alla stessa opzione preferenziale, in continuità con la Conferenza del 1968. Il cardinale peruviano Pedro Barreto Jimeno, nel suo intervento, ha fatto notare che «la stessa elezione di France- sco, il primo papa latinoamerica- no, è il frutto di tutta la storia della Chiesa latinoamericana, in fedeltà non solo agli orientamenti del Concilio Vaticano II, ma anche e fondamentalmente in fedeltà a un Cristo sofferente, a un Cristo che muore e a un Cristo che risusci- ta». Per il porporato peruviano, il Concilio, la Conferenza di Medellín e il papato di Francesco sono «se- gni del rinnovamento e della rifor- ma che stiamo vivendo nella Chie- sa e che dobbiamo rafforzare». (Sir) BOLIVIA CAM 5 D al 9 al 14 luglio scorso, a Santa Cruz de la Sierra (Bolivia), si è svolto il Quinto Congresso missio- nario americano (Cam 5) dal tema: «America in missione, il Vangelo è gioia!» (reportage a pagina 25 di questo numero, ndr ). L’evento, a cui hanno partecipato 3.177 dele- gati provenienti da 24 paesi, è sta- to definito: «Un’enorme dimostra- zione di entusiasmo e di servizio, di dedizione e di gioia». Oltre alla sessione di apertura, ci sono state cinque conferenze principali sui temi del congresso, e ogni pome- riggio, si sono tenuti dodici work- shop , quattro conversazioni e cin- que sottogruppi, che hanno di- scusso i problemi sollevati in mattinata. Il documento conclusi- vo presenta quindi una serie di li- nee di azione da intraprendere per il rinnovamento missionario della Chiesa in America: educare alla gioia del Risorto e delle Beatitudi- ni; andare nelle periferie del mon- do per incontrare gli «altri»; in- centivare la conoscenza della Bib- bia e dei Vangeli; promuovere comunità di vita missionaria; so- stenere la comunione dei beni nel- la Chiesa e con i poveri; incorag- giare la riconciliazione in tutti gli ambiti di vita; promuovere la con- sapevolezza della missione profe- tica e liberatrice in tutte le aree sociali; considerare l’evangelizza- zione della famiglia come chiave cristiana della trasformazione so- ciale e culturale; incentivare una Chiesa missionaria più ministeria- le e laicale; promuovere e curare le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa; celebrare la fede e la re- ligiosità popolare in chiave missio- naria. (Fides ) COLOMBIA 50 ANNI DI PROFEZIA I l 26 agosto si è concluso a Me- dellín il congresso latinoameri- cano «Medellín cinquant’anni: profezia, comunione, partecipazio- ne», promosso dal Celam (Consi- glio episcopale latinoamericano), dall’arcidiocesi di Medellín, dalla Clar (il coordinamento latinoame- ricano dei religiosi e delle religio- se) e dalla Caritas latinoamerica- na. Numerosi, nel corso dei tre S ono altre 150 i Popoli indigeni in isolamento volontario (Piiv) nell’area amazzonica che rischiano l’estinzione. Dal 5 all’8 luglio a Puerto Maldonado, in Perù, si è svolto un incontro degli operatori della Rete ecclesiale panamaz- zonica (Repam). Il laico missionario della Consolata Luis Ventura, del Centro indigenista missionario (Cimi) del Brasile, incaricato di coordinare l’asse di lavoro dei popoli indigeni della Repam, ha spiegato che i Piiv «sono sottomessi a minacce molto gravi, come l’avanzamento della depredazione forestale e mineraria e dell’agricoltura estensiva mec- canizzata, che aumentano sempre di più la pressione». Il lavoro della Repam e delle altre organizzazioni indigeniste dell’Amazzonia consiste nell’ottenere informazioni circa i luoghi dove vivono i Piiv attraverso persone in genere indi- gene prossime ai loro territori per poi proteggerli e far rispettare da altri la loro decisione dell’isolamento volontario. «I Piiv sono soggetti di diritto - enfatizza Ventura -, con diritti terri- toriali, primo fra tutti, quello all’esistenza». Le organizzazioni indige- niste hanno deciso di socializzare le conoscenze legali, le metodolo- gie di lavoro e le strategie utilizzate localmente per incidere sulle po- litiche e sull’opinione pubblica degli stati. In secondo luogo vogliono far fronte comune per proteggere i Piiv nelle zone di frontiera, dove gli indigeni si muovono senza far caso ai limiti nazionali. Infine, si prefiggono di portare alla Chiesa e alla società questa problematica nel quadro del sinodo per l’Amazzonia. (Fides) Amazzonia: isolamento volontario OTTOBRE2018 MC 9 MC R Amazzonia - Immagine di un gruppo indigeno in isolamento volontario e, nel riquadro, il laico missionario Luis Ventura. #

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=