Missioni Consolata - Ottobre 2018

OTTOBRE2018 amico 77 AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT TRASMETTERE LA FEDE FINO AGLI ESTREMI CONFINI DELLA TERRA Anche voi, giovani, per il Battesimo siete mem- bra vive della Chiesa, e insieme abbiamo la mis- sione di portare il Vangelo a tutti. Voi state sbocciando alla vita. Crescere nella grazia della fede a noi trasmessa dai Sacramenti della Chiesa ci coinvolge in un flusso di generazioni di testi- moni, dove la saggezza di chi ha esperienza di- venta testimonianza e incoraggia- mento per chi si apre al futuro. E la novità dei giovani diventa, a sua volta, sostegno e speranza per chi è vicino alla meta del suo cammino. Nella convivenza delle diverse età della vita, la missione della Chiesa costruisce ponti in- ter-generazionali, nei quali la fede in Dio e l’amore per il pros- simo costituiscono fattori di unione profonda. Questa trasmissione della fede, cuore della missione della Chiesa, avviene dunque per il «contagio» dell’amore, dove la gioia e l’entusiasmo esprimono il ritrovato senso e la pienezza della vita. La propagazione della fede per attrazione esige cuori aperti, dilatati dall’amore. All’a- more non è possibile porre limiti: forte come la morte è l’amore (cfr. Ct 8,6). E tale espansione genera l’incontro, la testimo- nianza, l’annuncio; genera la con- divisione nella carità con tutti co- loro che, lontani dalla fede, si di- mostrano ad essa indifferenti, a volte avversi e contrari. Ambienti umani, culturali e religiosi ancora estranei al Vangelo di Gesù e alla presenza sacramentale della Chiesa rappresentano le estreme periferie, gli «estremi confini della terra», verso cui, fin dalla Pasqua di Gesù, i suoi discepoli missionari sono inviati, nella certezza di avere il loro Si- gnore sempre con sé (cfr. Mt 28,20; At 1,8). In questo consiste ciò che chiamiamo missio ad gentes . La periferia più desolata dell’umanità bi- sognosa di Cristo è l’indifferenza verso la fede o addirittura l’odio contro la pienezza divina della vita. Ogni povertà materiale e spirituale, ogni discriminazione di fratelli e sorelle è sempre conseguenza del rifiuto di Dio e del suo amore. Gli estremi confini della terra, cari giovani, sono per voi oggi molto relativi e sempre facilmente «navigabili». Il mondo digitale, le reti sociali che ci pervadono e attraversano, stemperano con- fini, cancellano margini e distanze, riducono le differenze. Sembra tutto a portata di mano, tutto così vicino ed immediato. Eppure senza il dono coinvolgente delle nostre vite, potremo avere miriadi di contatti ma non saremo mai im- mersi in una vera comunione di vita. La missione fino agli estremi confini della terra esige il dono di sé stessi nella vocazione donataci da Colui che ci ha posti su questa terra (cfr. Lc 9,23-25). Oserei dire che, per un giovane che vuole se- guire Cristo, l’essenziale è la ricerca e l’adesione alla propria vocazione. TESTIMONIARE L’AMORE Ringrazio tutte le realtà ecclesiali che vi permet- tono di incontrare personalmente Cristo vivo nella sua Chiesa: le parrocchie, le associazioni, i movimenti, le comunità religiose, le svariate espressioni di servizio missionario. Tanti giovani trovano, nel volontariato missionario, una forma per servire i «più piccoli» (cfr. Mt 25,40), promuo- vendo la dignità umana e testimoniando la gioia di amare e di essere cristiani. Queste esperienze ecclesiali fanno sì che la formazione di ognuno non sia soltanto preparazione per il proprio suc- cesso professionale, ma sviluppi e curi un dono del Signore per meglio servire gli altri. Queste forme lodevoli di servizio missionario tempora- neo sono un inizio fecondo e, nel discernimento vocazionale, possono aiutarvi a decidere per il dono totale di voi stessi come missionari. Da cuori giovani sono nate le Pontificie Opere Missionarie, per sostenere l’annuncio del Van- gelo a tutte le genti, contribuendo alla crescita umana e culturale di tante popolazioni assetate di Verità. Le preghiere e gli aiuti materiali, che generosamente sono donati e distribuiti attra- verso le Pom, aiutano la Santa Sede a far sì che quanti ricevono per il proprio bisogno possano, a loro volta, essere capaci di dare testimonianza nel proprio ambiente. Nessuno è così povero da non poter dare ciò che ha, ma prima ancora ciò che è. Mi piace ripetere l’esortazione che ho ri- volto ai giovani cileni: «Non pensare mai che non hai niente da dare o che non hai bisogno di nessuno. Molta gente ha bisogno di te, pensaci. Ognuno di voi pensi nel suo cuore: molta gente ha bisogno di me» (Incontro con i giovani, San- tuario di Maipu, 17 gennaio 2018). Cari giovani, il prossimo Ottobre missionario, in cui si svolgerà il Sinodo a voi dedicato, sarà un’ulteriore occasione per renderci discepoli missionari sempre più appassionati per Gesù e la sua missione, fino agli estremi confini della terra. A Maria Regina degli Apostoli, ai santi France- sco Saverio e Teresa di Gesù Bambino, al beato Paolo Manna, chiedo di intercedere per tutti noi e di accompagnarci sempre. Dal Vaticano, 20 maggio 2018, Solennità di Pentecoste FRANCESCO

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