Missioni Consolata - Ottobre 2018

Ferruccio Zanone/Flickr.com I trepilastri di Marco di Antonio Magnante al momento della massima rive- lazione: ai piedi della croce il centurione pagano fa la sua professione di fede: «Vera- mente quest’uomo era il Figlio di Dio» (15,39). Questi tre pilastri teologici che chiameremo «archi di ten- sione», posti all’inizio, a metà e alla fine del Vangelo, gover- nano, per così dire, il compor- tamento dei discepoli e fanno emergere le linee di una spiri- tualità missionaria. PRIMO ARCO: CONTEMPLARE La rivelazione di Gesù come Fi- glio di Dio segna l’inizio della chiamata, conversione, venuta alla fede dei primi discepoli. Gesù inizia il suo ministero pub- blico associando a se stesso i primi quattro discepoli. In se- guito, dopo le prime controver- sie con i suoi oppositori e l’e- sperienza nella sinagoga di Ca- farnao, Gesù costituisce il gruppo dei dodici. Il nuovo Rabbi sceglie liberamente terà il contenuto della predica- zione della Chiesa primitiva. La Chiesa di tutte le genera- zioni che si susseguono è invi- tata a meditare con costanza e dedizione la vita di Gesù allo scopo di percepire come in essa Dio sia entrato nella storia dell’umanità e desideri salvare tutti i popoli. Con arte letteraria Marco ha appoggiato la sua opera su tre pilastri portanti di taglio teolo- gico allo scopo di far emergere la vera identità di Gesù come Figlio di Dio. Il primo pilastro si trova nell’e- pisodio del battesimo di Gesù, in cui risuona la prima rivela- zione: «Tu sei il mio Figlio di- letto in cui mi sono compia- ciuto» (1,11). Il secondo si trova all’inizio della seconda parte del Van- gelo: l’episodio della trasfigu- razione, durante la quale la voce del Padre proclama ai tre presenti: «Questi è il mio Figlio diletto, ascoltatelo» (9,7). Infine il terzo pilastro si trova Bibbia on the road 74 amico OTTOBRE2018 Il missionario deve meditare la Parola assiduamente, per lasciarsi forgiare da essa, contemplando, ac- cogliendo la croce, ren- dendo presente Gesù. Ecco la terza di tre puntate sulla spiritua- lità missionaria. A nche per il Vangelo di Marco dobbiamo tenere presente che, come suc- cede per tutti i testi del Nuovo Testamento, l’autore rielabora le tradizioni riguardanti Gesù secondo le esigenze della sua comunità cristiana e la sua vi- sione teologica. Va però tenuto ben presente che la voce del Maestro risuona più autentica- mente nelle parole dei Vangeli che non in tutte le successive interpretazioni. Il Concilio Vaticano II esorta con forza a ridare la parola del Vangelo al popolo a cui appar- tiene. Essa è parola di vita per tutte le generazioni dei cre- denti che camminano verso l’e- ternità. Il missionario deve es- sere convinto di questo e quindi deve dedicarsi assidua- mente alla lettura e medita- zione dell’eterna parola di Dio e lasciarsi forgiare da essa. Cer- chiamo ora di identificare le li- nee di spiritualità che emer- gono dalla lettura del Vangelo di Marco. L’ARTE DI MARCO Dalla postazione visuale della risurrezione, Marco ripercorre le fasi salienti del ministero pubblico di Gesù che lo con- dussero alla morte e poi alla ri- surrezione. Tutto questo diven-

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