Missioni Consolata - Ottobre 2018
Pochi anni dopo nel 1637 anche i fedeli della città di Kalisz iniziarono a re- carsi a piedi al santuario e, cosa singolare, a fare a piedi anche il ritorno. Nel 1771, il 6 agosto, anche i varsaviani come voto di ringraziamento alla Ma- donna per aver salvato la città dalla peste inziaro- no a pellegrinare verso il santuario. Questi primi gruppi iniziarono una tradizione ininterrotta che si è sviluppata gran- demente e ancora oggi dopo diversi secoli resi- ste nel tempo. Dalla sola città di Varsa- via partono ogni estate almeno cinque pellegri- naggi a piedi, tra questi quello organizzato dalla Pastorale universitaria dell’Arcidiocesi che ha sede nell’antica chiesa di sant’Anna, nel centro della città. Vi partecipano mediamente 4mila gio- vani e famiglie divisi in 19 gruppi. Uno di questi gruppi, quello argento, lo guidiamo noi missionari della Consolata. Infatti, fin dal nostro arrivo in Polonia nel 2008 ogni an- no partecipiamo al pelle- grinaggio con questo gruppo. Il percorso è di circa 300 km diviso in 10 giorni dal 5 al 14 agosto. La giorna- ta inizia con la sveglia all’alba. Dopo essersi preparati, aver ripiegato la tenda o aver sistemato il sacco a pelo usato nel fienile di qualche conta- dino, i pellegrini sono pronti ad affrontare la lunga giornata. Ogni due ore circa si fa una sosta nei pressi di una parroc- chia che organizza l’ac- coglienza. Il parroco be- nedice con l’acqua santa i gruppi che arrivano, mentre i parrocchiani ri- storano gli affaticati pel- legrini con panini e be- vande. In cambio ricevo- no riconoscenza e tante preghiere. Il programma spirituale è intenso. Ogni giorno, in una cornice di canti gioiosi, vengono fatte conferenze dai sa- cerdoti, preghiere tradi- zionali, il rosario, la Co- rona alla divina miseri- cordia e, come momento culminante, la S. Messa. Alla sera ci si saluta con un momento di ringra- ziamento in gruppo e un canto mariano. Ogni giorno si fa esperienza dell’ospitalità presso fa- miglie semplici di villag- gi che condividono quello che hanno. Forniscono un po’ di acqua per la- varsi dopo la calda gior- nata, rendono accessibi- le il fienile per sistemare i sacchi a pelo e trascor- rere la notte oppure i propri giardini su cui montare le tende e pas- sare qualche ora di ripo- so notturno indispensa- bile per riprendere un po’ di forza e ripartire il giorno dopo. Il clima che si crea tra i pellegrini è di grande fraternità e di gioia. Una gioia che umanamente è difficile scorgere in una esperienza obiettiva- mente faticosa. Eppure, ogni partecipante vive u- na forza interiore che lo sorregge e incoraggia. Questa forza, lo credia- mo, ci è data da Colei verso cui e per cui cam- miniamo offrendole le fatiche e tantissime in- tenzioni di preghiera. Il nostro gruppo in mez- zo agli altri si distingue per la caratteristica mis- sionaria. La nostra pre- senza internazionale vuole essere un segno MC R Con queste parole Smaila [o Smiler ) ha voluto rin- graziare tutte le persone che hanno contribuito alla sua educazione dalla scuola elementare fino al completamento dei suoi studi al Teacher’s College . Vi avevo raccontato la sto- ria di Colei-che-ride tanti anni fa, era il dicembre 2009, proprio sulle pagine di questa rivista. «Colei- che-ride non ride più» a- vevo scritto. Ma oggi Smaila è tornata a sorridere grazie all’aiu- to di tanti amici che mi hanno permesso di aiu- tarla nei lunghi anni di scuola. Con lei e con tanti altri bambini e bambine che hanno concluso il loro ciclo di studi o stanno an- cora studiando, vi ringar- zio anch’io di cuore. Il «sostegno a distanza» è un’avventura lunga e im- pegnativa, ma la gioia che dà è grande. Che il Signo- re ricompensi ciascuno di voi per la pazienza e l’af- fetto con cui aiutate noi missionari a restituire il sorriso e la speranza a tante persone in situazio- ne di grande povertà e sofferenza. Qui : Smaila in una foto del 2006 nella Saint Mary’s Primary school di Maralal e ( sotto ) a Nyeri, con la mamma il 10 marzo 2018, giorno della «graduation» come maestra. redazione@rivistamissioniconsolata.it mcredazioneweb@gmail.com della universalità della nostra fede vissuta nella fraternità. Spesso invi- tiamo confratelli e amici da altri paesi che arric- chiscono le giornate con i loro racconti e testimo- nianze. In una cultura occidenta- le che propone all’uomo moderno una tecnologiz- zazione globale, spesso anonima, che esclude le distanze e gli incontri reali così come ogni for- ma di sacro, il pellegri- nare a piedi ha ancora un suo significato prezioso: ridare all’uomo il giusto orientamento per il qua- le è nato, quello del cam- minare con altri condivi- dendo una forte espe- rienza di fede. Per questo andare a piedi percorrendo centinaia di chilometri ha un suo senso e le persone che vi partecipano lo testimo- niano con convinzione. padre Luca Bovio Czestochowa, 17/08/2018 GRAZIE, ASANTE SANA Ringrazio Dio per avermi aiutata a concludere gli studi e a diventare una maestra. Lo ringrazio perché l’aiuto di tante persone che neppure co- nosco mi ha permesso di arrivare a questo punto e superare tutte le diffi- coltà. Grazie per esserci stati per me quando ave- vo più bisogno di voi. Catherine Smaila Maralal, Kenya OTTOBRE2018 MC 7
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