Missioni Consolata - Ottobre 2018
SUD SUDAN 58 MC OTTOBRE2018 A fine agosto arriva la notizia che Machar e i leader del Ssoa ( South Sudan Opposition Alliance ) non vogliono firmare l’accordo defini- tivo, che non prenderebbe in con- siderazione alcune loro richieste su divisione in stati, quote etniche del governo e meccanismi di mo- difica della Costituzione. Poi, nel- momento in cui scriviamo, Ma- char dichiara di voler firmare, per- ché confida che la mediazione su- danese sia garante delle loro ri- vendicazioni. Una storia breve Dopo l’indipendenza dal Sudan, nel 2011, viene creato un governo in cui Kiir è presidente e Machar il suo vice. Subito però riaffiorano le antiche rivalità tra i Dinka, etnia maggioritaria (circa 4 milioni) tra i 64 gruppi etnici sudsudanesi (12,5-13 milioni in tutto), e Nuer la seconda etnia per dimensione (un milione). Nel 2013 il dinka Kiir ac- cusa il nuer Machar di essere arte- fice di un complotto per rove- sciarlo e scoppia la guerra tra le due principali fazioni, che poi si moltiplicheranno. Nell’agosto 2015 le parti firmano un accordo simile a quello di oggi, che porta a un governo transito- rio, in cui Machar è ancora vice presidente ( si veda MC maggio 2017). Accordo poi fallito pochi mesi dopo, con Machar che fa una vera «chiamata alle armi» contro i Dinka al potere, chiedendo a tutti i sudsudanesi di combatterli. Ope- razione che non piace ai paesi della regione e alla comunità in- ternazionale, che invece hanno in- teresse a stabilizzare il Sud Sudan. Una poltrona per cinque I dubbi sulla firma del 5 agosto re- stano, perché i nodi cruciali non sono stati risolti. I punti fondamen- tali dell’accordo sono i seguenti: Salva Kiir rimane presidente, men- tre Riek Machar ridiventa vicepre- sidente. Ma ci sono già due vice, ovvero James Wani Igga (di etnia bari), che aveva sostituito lo stesso Machar nel 2013, e Taban Deng Gai, nuer, messo nel 2015 perché rappresentava l’opposizione, la quale però non l’ha mai ricono- sciuto. A questo punto Machar po- trebbe rientrare come primo vice- presidente, mentre se ne aggiun- gerebbero altri due, in modo da accontentare tutte le fazioni. In particolare i Dinka legati alla fami- glia di John Garang (il leader cari- smatico morto misteriosamente nel 2005), che si dissociano dalla gestione di Kiir di questi anni e i Sil- luk (si fa il nome di Lam Akol, già alto ufficiale dell’Spla, poi ministro del Sudan e quindi fondatore della fazione Splm - democratic change ). «Sono tutte persone molto spe- ciali e difficili, con delle storie un po’ strane. Lo stesso Salva Kiir, Pagina precedente : villaggio di Jeich, con- tea Ayod. Una donna cucina il mais lan- ciato dall’aereo del Programma alimentare mondiale. Il villaggio è isolato e la via ae- rea è l’unica possibilità per portare aiuti. A fianco : Riek Machar (sinistra) stringe la mano a Salva Kiir (destra), sotto lo sguardo di Yoweri Museveni, presidente dell’U- ganda, a Entebbe, durante una tappa dei colloqui per la pace (7 luglio 2018). Sotto : truppe dell’Spla-Io, l’esercito ribelle di Riek Machar, nella contea Kajo Keji (3 luglio 2017). A destra : mappa del Sud Sudan con il det- taglio dei 10 stati e delle 86 contee del 2011 (Ocha-Un). # © Sumy Sadurni / AFP Photo © Jason Patinkin / R N Photo
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