Missioni Consolata - Ottobre 2018

OTTOBRE2018 MC 43 D • È possibile una promozione umana dell’in- dio? La risposta è affermativa ma sempre nel ri- spetto del suo cammino. Il criterio deve essere quello del «completamento» e non quello della «sostituzione», come è stato fatto troppo spesso in passato. • Bisogna fare sì che gli indios vengano a contatto con altre culture e realtà di vita perché anche per essi ci possa essere crescita e svi- luppo. Il totale isolamento a cui la foresta li ha fi- nora relegati ha impedito loro un naturale svi- luppo (idea non più condivisa dai missionari oggi, ndr ). • Una promozione umana e cristiana potrà avvenire attraverso l’utilizzo di quattro mezzi: la salute, il lavoro, la giustizia, l’elevazione intellet- tuale. • Il missionario, pertanto, deve innanzitutto credere che l’indio è un uomo libero, ha perso- nalità, ha cultura, ha dignità, ha diritti, ha una patria che è la foresta. Oltre a studiare, padre Calleri offre il suo aiuto pastorale in una parrocchia di Porto Alegre. An- che qui, la sua creatività, il suo slancio giovanile e impegno vulcanico, fanno sì che al termine degli studi, la gente e i sacerdoti desiderino che la sua presenza continui. Lo ricorda lui stesso in una let- tera ai familiari del luglio ‘68: «Sono stato nel Sud del Brasile per fare un due tre corsi… E laggiù dove ero ospite feci una mezza rivoluzione, tanto che manco più riuscivo a venirne via: da Roraima mandavano una serie di telegrammi, della neces- sità del mio ritorno per un lavoro urgente tra gli indios; e di là, da Porto Alegre, rispondevano con sottoscrizioni a valanga per chiedere la mia per- manenza là. Alla fine, ne venni fuori, ma con un sacco di nostalgia». Salvare i Waimiri-Atroarí Intanto nuove difficoltà si affacciano. Il governo brasiliano, costretto a sospendere i lavori per la costruzione della strada Manaus-Venezuela a causa di tribù ostili, richiede ufficialmente l’inter- vento della Prelazia di Roraima per un’opera di pacificazione. La strada che deve attraversare l’a- rea indigena rischia di compromettere l’esistenza stessa di vari gruppi di indios a causa della distru- zione del territorio, del contagio di malattie sco- nosciute agli indigeni e delle violenze perpetrate da lavoratori e minatori abusivi che inquinano il territorio alla ricerca di oro. La prelazia costitui- sce una commissione per studiare il problema in maniera da permettere da un lato di salvare gli in- dios e dall’altra di offrire al governo statale la pos- sibilità di continuare la costruzione della strada Br-174. Di tale commissione padre Calleri è il se- gretario. La soluzione diocesana contempla un processo lento di avvicinamento, di conoscenza della popolazione e poi uno spostamento dei vari gruppi di indios in aree più sicure. Padre Giovanni viene inviato dalla Diocesi di Ro- raima a Manaus per convincere le autorità gover- native della bontà del progetto dei missionari. E qui avviene invece un cambio di programma. Lo stesso padre Calleri, che tanto successo ha otte- nuto con gli Yanomami, pare l’uomo giusto per l’impresa di capitanare una spedizione pacifica- trice governativa. La missione è difficile e ri- schiosa. Egli aderisce alla proposta e accetta, pur sapendo che nessuna delle decine di persone par- D © AfMC / Gabriele Soldati © AfMC / Silvano Sabatini

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