Missioni Consolata - Ottobre 2018

OTTOBRE2018 MC 37 D compreso lui, otto uomini e due donne) per con- vincere i diversi gruppi di indigeni a spostarsi dall’area interessata dalla costruzione della strada. Certo erano in gioco interessi estranei allo spirito evangelico di un missionario; ma egli sa- peva che il governo era determinato a fare la strada a ogni costo e che sui duemila indios Wai- miri-Atroarí pesava la minaccia di sterminio sia con bombardamenti dal cielo che con rappresa- glie da parte dell’esercito. Padre Giovanni era ben consapevole dei pericoli che avrebbero corso lui e i suoi compagni, sia per l’istintiva diffidenza degli indios, sia per le ambiguità del governo e gli enormi interessi in gioco; ma non gli mancavano coraggio e fiducia in Dio. «Se dovessi morire, si sappia che è stato per una grande causa», scrisse, partendo, alla famiglia a Carrù. La spedizione partì a metà ottobre da Manaus, il 22 cominciò a entrare nel territorio conteso. Aveva tempo un paio di mesi per pacificare gli in- dios, poi l’esercito avrebbe avuto mano libera. Du- rante la spedizione sette messaggi radio raggiun- sero Manaus in un’alternanza di speranze e di al- larmi. Poi, dal 31 ottobre, la radio tacque: un silen- zio carico di brutti presagi. Le ricerche partirono con grande ritardo il 7 novembre con ricognizioni aeree, e solo dal 24 novembre con pattuglie nella foresta, fino all’atroce scoperta del 30 novembre: nove cadaveri ridotti a scheletri spolpati dagli ani- mali e dagli avvoltoi. Un massacro per il quale fu- rono incolpati e puniti gli indios. Più avanti pre- sero forza ipotesi inquietanti, come quella di un doppio gioco messo in atto da un membro della spedizione, unico sopravvissuto, in combutta con alcuni indigeni traditori e il governo, per favorire la soluzione drastica voluta da quest’ultimo con- tro gli indigeni. Grande sconcerto si diffuse tra confratelli e amici in Brasile, commozione in Italia, nella sua famiglia e dovunque padre Giovanni era passato lasciando segni e semi di una presenza umana ed ecclesiale di singolare incisività. Fu vasta l’eco alla tivù, sui giornali nazionali e locali. Ernesto Billò D DA CARRÙ AL RIO ALALAÚ: QUANDO L’AMORE NON HA CONFINI «Non si accontentava delle mezze misure» DI E RNESTO B ILLÒ , M ARGHERITA A LLENA E G IGI A NATALONI Cinquant’anni fa, padre Giovanni Calleri e otto dei suoi nove compagni di spedizione (sei uomini e due donne) furono massacrati dagli indios Waimiri-Atroarí nei pressi del rio Alalaú, nello stato di Roraima in Brasile. Volevano pacificare le comunità indi- gene e convincerle a spostarsi dal percorso della strada Manaus - Caracas, la Br-174, che il governo era deciso a costruire ad ogni costo invadendo i loro territori an- cestrali e facendo piazza pulita di ogni resistenza. La spedizione aveva poche settimane di tempo per raggiungere lo scopo, ma troppi interessi erano in gioco. Un’impresa che si capisce solo nella logica dell’amore. A sinistra : i membri della spedizione pronti alla partenza con il simbolo delle loro intenzioni pa- cifiche ben visibile.Tale simbolo identifica anche questo dossier. | Qui di fianco : padre Giovanni Calleri alla missione del Catrimani. D © AfMC /Gabriele Soldati

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