Missioni Consolata - Ottobre 2018

32 MC OTTOBRE2018 esempio negli scrittori dei nostri tempi… l’interprete deve quasi tornare con la mente a quei remoti secoli dell’Oriente e con l’appoggio della storia, dell’archeo- logia, dell’etnologia e di altre scienze, nettamente di- scernere quali generi letterari abbiano voluto adope- rare gli scrittori di quella remota età. Infatti gli antichi Orientali per esprimere i loro concetti non sempre usa- rono quelle forme o generi del dire, che usiamo noi oggi; ma piuttosto quelle ch’erano in uso tra le per- sone dei loro tempi e dei loro paesi. Quali esse siano, l’esegeta non lo può stabilire a priori, ma solo dietro un’accurata ricognizione delle antiche letterature d’O- riente» ( Divino Afflante Spiritu , Enciclica, 30-09-1943, parte II, § 3). Con questa premessa, ci accingiamo a pregare con il seguente brano: Mc 4 , 35 Venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». 36 E, congedata la folla, lo pre- sero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche al- tre barche con lui. 37 Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. 38 Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dor- miva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti»? 39 Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. 40 Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». 41 E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare obbediscono?». Passi lenti e profondi 1° passo Non fermarsi al solo testo indicato, ma vedere cosa precede e cosa segue per comprendere il contesto prossimo e remoto del brano. Il racconto della traversata del mare è preceduto dalle para- bole del regno : il seme e le varie tipologie di ter- reno con relativa spiegazione ai discepoli; la lam- pada sotto il moggio o sopra il candelabro; di nuovo il seme che cresce, anche se il contadino dorme; il granello di senape (Mc 4,1-34). Il brano è seguito da racconti di guarigione : due indemoniati (Mc 5,1- 20); l’inizio del racconto della guarigione della figlia del capo della sinagoga, Giàiro (Mc 5,21-24); un in- termezzo con la guarigione della donna con perdite di sangue (Mc 5,25-37); ripresa del racconto di gua- rigione della figlia di Giàiro (Mc 5,38-43) e le non guarigioni per mancanza di fede a Nazareth (Mc 6,1-6). Questo è il contesto, prossimo e remoto: da una parte c’è il progetto (seme, lampada, senape), dall’altra gli ostacoli e la resistenza (malattia, schia- vitù/indemoniati, morte, incredulità). Non abbiamo qui lo spazio per mettere a confronto Mc con Mt e Lc ed evidenziare la diversità di obiettivi e di lettura del materiale stesso, per cui ci limitiamo solo a Mc. 2° passo Individuato il contesto, leggere il brano tenendo conto dell’insieme e cercando di leggere le con- nessioni tra le diverse parti , in base al principio che se l’autore ha scelto «questa» composizione, aveva in mente una visione, un obiettivo, una stra- tegia. Quale potrebbe essere, secondo me? 3° passo Rileggere il testo, così contestualizzato, e cercarne il senso nel contesto della mia vita e del mio tempo. La Parola di Dio, infatti, è per me «qui e adesso», una Parola rivolta alla mia intelligenza, al mio cuore, alla mia ragione per viverla oggi, nella mia vita e nel contesto della storia del mio tempo. • Quale tempesta rovescia oggi le barche in mezzo al mare? • Chi dorme sul cuscino? • Chi si sveglia e tiene a bada il mare, facendo cessare il pericolo? • Dove sto io? • Se Gesù non fosse stato sulla barca «così come era», cosa sarebbe successo? • È lecito domandarsi se questo brano, procla- mato nella Liturgia nella 12a domenica del tempo ordinario dell’anno B, abbia un impatto su quello che sta avvenendo nel «Mare Mediterraneo»? Oppure questa osservazione mi dà fastidio? Per- ché? • Quasi sempre la Parola di Dio non è casuale, ma come «spada a doppio taglio» (Eb 4,12), inchioda alla domanda di fondo: «Chi sono io?». È lecito di fronte a questo testo chiedersi: se Gesù fosse su una barca in pieno Mediterraneo, cosa farebbe? Poiché credere in lui significa «imitarlo», le con- seguenze pratiche non sono neutre per la fede. 4° passo Rileggere lentamente e individuare le parole, spe- cialmente i verbi , ma anche le altre parti del di- scorso, che sembrano più attinenti alla nostra con- dizione. Esclusi i verbi ausiliari e servili, restano 21 verbi che esprimono altrettante azioni, cioè movi- menti, emozioni, decisioni, scelte. Ci limitiamo ad essi: passare, congedare, prendere con sé, rove- sciarsi, essere pieno, starsene, dormire, svegliare, importarsi, essere perduti, destarsi, minacciare, ta- cere, calmarsi, cessare, avere paura, non avere fede, intimorirsi, essere, obbedire . Quale emozione su- scita in me, ogni singola azione, espressa dal verbo? Tra di essi ce n’è uno che mi qualifica in modo particolare? Rileggo la mia vita alla luce del verbo o dei verbi per me qualificanti, in base al passo seguente. 5° passo Il criterio di Ezechiele : mangiare la parola, esatta- mente come si mangia l’Eucaristia, che poi sono la stessa cosa, perché, come Lc 24 narra nel racconto dei discepoli di Èmmaus, udire la Parola e spezzare il pane sono modi diversi della stessa intimità. Nell’Eucaristia noi facciamo due volte la «comu- nione»: una volta con le orecchie , ascoltando la Pa- rola-Lògos che è il Figlio, proclamato sul mondo e una volta con la bocca , mangiando il pane e be- vendo il vino, simboli reali dell’intima unione, attra- verso la Chiesa, del genere umano con Dio ( Lumen Gentium , 1). « 2,1 Mi disse: “Figlio dell’uomo, alzati, ti voglio parlare”. 2 A queste parole, uno spirito entrò in me, mi fece alzare Insegnaci a pregare

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