Missioni Consolata - Ottobre 2018
12 MC OTTOBRE 2018 CAMBOGIA La «sporca» guerra chimica degli Usa nel Sud Est asiatico I disastri dell’Agente Arancio Durante la guerra del Vietnam l’esercito statunitense sganciò tonnellate di diserbante per togliere ai vietcong (il nemico) i loro nascondigli naturali. Anche sulla confinante Cambogia. Prodotti chimici altamente tossici, i cui effetti sono oggi ben visibili negli abitanti di queste aree. L e irrorazioni di Agente Arancio e il lancio di bombe chimiche da parte degli Stati Uniti du- rante la Guerra del Vietnam (1955-1975) sono state solo l’inizio di una lunga scia di morte e malattie. Questione che ha travalicato i confini vietna- miti per toccare anche la vicina Cambogia. E mentre in Vietnam esistono svariati centri dedicati all’assi- stenza delle persone colpite da queste sostanze mici- diali, in Cambogia solo di recente si è cominciato a par- larne pubblicamente. L’Agente Arancio è un defoliante, il prodotto di due di- versi erbicidi, il 2,4,5-T e il 2,4-T. Con l’aggiunta della tetracloro-dibenzo-diossina, una sostanza estrema- mente tossica, diventa un’arma letale. Dal 1962 al 1972, nell'ambito dell’Operazione Ranch Hand nel Vietnam del Sud, gli statunitensi ne irrorarono 75 milioni di li- tri. Nei vent’anni di conflitto, i vietcong, giocando in casa, furono una spina nel fianco degli Usa. La soluzione più logica fu sradicare la loro casa e lasciare che l'am- biente si deteriorasse con l’aiuto dell’Agente Arancio. Senza vegetazione i vietcong non potevano ripararsi ed erano dunque vulnerabili. Privarli dei nascondigli e portarli alla fame per la distruzione dei raccolti sem- brava un ottimo metodo per ammansirli senza finire eccessivamente sotto i riflettori della stampa estera. Stesso discorso per il territorio cambogiano, dove i vietcong facevano rifornimenti di ogni sorta. «G li americani - racconta Em Chhoun, l'an- ziano capo villaggio di Prey Ta Thoeung, nella provincia di Svay Rieng (Sud Est della Cambogia), lungo il confine col Vietnam - sgan- ciarono tantissime bombe da queste parti. Poi passa- rono a sganciare della polvere chimica di colore giallo che in breve tempo bruciava le foglie degli alberi. Tutti i bambù scomparvero. Gli abitanti della zona, tra cui anche la mia famiglia, vennero evacuati ma alcune per- sone decisero di rimanere esponendosi a quelle so- stanze che hanno contaminato il suolo. Da allora i bambini continuano ad avere problemi agli arti, altri sono diventati muti e ciechi». L’emivita della diossina presente nel tetracloro-di- benzo-diossina dipende da dove si trova. Nel corpo umano dura dai dieci ai vent’anni, nell’ecosistema di- pende dal tipo di terreno contaminato e dalla profon- dità a cui si trova: in superficie il calore del sole riesce a decomporre la diossina in pochi anni; se invece gli aggregati tossici sono sotto la superficie o in falde ac- quifere l’emivita può prolungarsi addirittura fino ad un secolo. I. J. Paris, del villaggio di Kampot Tuk, provincia di Svay Rieng, ha cinque figli. Dauk, 14 anni, la secondo- genita, è nata con una gravissima malformazione al braccio sinistro. «Parte del braccio - precisa I. J. - non è mai cresciuta e così ha la mano attaccata poco sotto la spalla. Persino il cranio non si è del tutto sviluppato. Non accetta i rimproveri miei e di mio marito, va su tutte le furie. Se cammina più del solito le fanno male le gambe. Soffre di frequenti mal di testa. Si ammala più dei fratelli. Piange in continuazione. Dobbiamo es- sere molto accorti con lei». «Mio figlio Hem - dice Lek Sareoun sulla veranda di casa sua a Doun Ang, sempre nella provincia di Svay Rieng - è nato con delle pesanti deformazioni e ritardi. Ha dieci anni e non parla nemmeno. Dipende in tutto e per tutto da me e mia moglie. L’ho portato nei princi- pali ospedali della capitale e l'unica cosa che mi hanno saputo dire è che non è curabile». N on solo Agente Arancio. Secondo il governo di Phnom Penh, durante la guerra del Vietnam, solo in Cambogia, gli aerei statunitensi sgancia- rono milioni di tonnellate di bombe, un dato sempre ri- gettato da Washington. Bambini nati deformi, strane allergie cutanee e febbri da cavallo sono solo alcune delle conseguenze di queste operazioni militari. Particolarmente grave è la situazione nella municipa- lità di Koki, nella provincia di Svay Rieng, dove nel gennaio del 2017 sono state rinvenute dal Centro cam- bogiano antimine (Cmac) tre bombe barile inesplose contenenti gas lacrimogeno di tipo Cs, una nella cam- pagna nei pressi di una pagoda e due nel cortile di una scuola elementare. Le bombe non sono ancora state ri- mosse per la mancanza di mezzi appropriati e cono- scenze tecniche del Cmac. «Per molti anni - illustra Heng Ratana, il direttore del Cmac - non si è preso nota di tutte quelle sostanze chi- miche utilizzate contro il popolo cambogiano. Quando abbiamo scoperto queste armi chimiche nella provin- cia di Svay Rieng abbiamo notato che un certo numero di abitanti era stato affetto da sostanze chimiche, as-
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