Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2018
Librarsi P uoi decidere di far finta che il conflitto non esista o girarci attorno (e ne subirai le conseguenze), puoi metterti in competizione (e rischierai di per- dere, o di vincere, che è anch’esso un rischio), puoi adeguarti passivamente alla volontà dell’altra parte (annullando i tuoi bisogni e la tua dignità), puoi cercare il compromesso (senza generare nulla di nuovo ma dimez- zando i bisogni di entrambe le parti), oppure puoi colla- borare (trovando una risoluzione creativa che apre a pro- spettive nuove e positive per entrambe le parti). Per prepararci al nuovo anno sociale che ci aspetta, e che certamente non sarà privo di conflitti a tutti i livelli, quale modo migliore di dedicare qualche lettura estiva al tema della nonviolenza? Ecco alcuni suggerimenti che spaziano dai fondamenti teorici della nonviolenza a spunti pratici di comunica- zione nonviolenta nella quotidianità. La sfida sarebbe quella di leggerli tutti entro il 2 ottobre, giornata internazionale della nonviolenza. Buona lettura. Riconoscere i conflitti per gestirli in modo nonviolento Per un mondo nonviolento Il conflitto esiste. È in te, con il tuo partner, figli, genitori, fratelli, con i tuoi colleghi o vicini di casa, con il capo (o il dipendente), con i Rom (o i gagè, ovvero non Rom), con i migranti (o gli italiani). I conflitti esistono tra classi sociali, tra regioni, tra paesi, tra blocchi di alleanze internazionali, tra mercati e singoli risparmiatori, tra economia e diritti. E la violenza non è l’unico modo per affrontarli. PRENDI IL LIBRO E MANGIA a cura di Luca Lorusso AGOSTO-SETTEMBRE2018 MC 81 Lisa Cremaschi (a cura di), I cristiani di fronte alla guerra. Pace e nonviolenza nella tradizione cristiana dalle origini a oggi , Qiquajon, Biella 2015, pp. 248, 25 Euro. I testi qui raccolti ci ricordano le vie seguite da chi ha cercato la pace per restare fedele alle parole e all’esempio di Gesù. Molti, leggendo i testi più antichi, potrebbero rima- nere scandalizzati al vedere quanto abbiamo dimenticato delle esigenze evangeliche. Dalla metà del xx secolo i cristiani, messi a confronto con le armi nucleari e di distru- zione di massa, sono stati costretti a ripensare al tema della guerra: in nessun’altra confessione cristiana questo ripensamento è stato così evidente come nella chiesa cat- tolica, a partire dagli anni del pontificato di Giovanni XXIII. Il cristiano sa che il sistema della violenza fa parte della «scena» del mondo che passa e per questo deve uscirne in fretta per sapersi inserire nell’economia della pace messianica: la pace è dono di Dio e nello stesso tempo compito profetico dei cristiani. Tra gli autori più recenti, brani di: Lev Tolstoj, Charles de Foucauld, Dietrich Bonhoef- fer, frère Roger di Taizé, Primo Mazzolari, Romano Guardini, Martin Luther King, Gio- vanni XXIII, Athenagoras I, sorella Maria di Campello, Desmond Tutu, Giorgio La Pira, Óscar Romero, David M. Turoldo, Ernesto Balducci, Giovanni Paolo II, Carlo M. Martini, Sylvie Germain, Rowan Williams, Bartholomeos I, Jürgen Moltmann, Jean Vanier, An- nalena Tonelli, papa Francesco. da monasterodibose.it/edizioni-qiqajon Giuliano Pontara, Quale pace? , Mimesis, Milano 2016, pp. 158, 16 Euro. Quattro fenomeni profondamente interrelati costituiscono gravi ostacoli a una pace sta- bile a livello mondiale e mettono a repentaglio interessi e diritti basilari di generazioni presenti e future: l’ escalation della violenza; il costante approfondirsi delle disugua- glianze nella distribuzione di risorse e potere; il crescente aumento della temperatura del pianeta e il conseguente degrado ambientale; il forte aumento dei flussi migratori nel mondo con decine di milioni di persone che fuggono dai massacri, dalle persecu- zioni, dalla povertà cronica. Nei sei saggi raccolti in questo volume, Giuliano Pontara, argomentando che la guerra moderna è ingiustificabile, e che non si esce dal vortice della violenza con ulteriore vio- lenza, esplora e analizza alcuni problemi centrali riguardanti la nozione e le vie della pace: dalla istaurazione di un governo mondiale democratico alla nonviolenza attiva, fino ai fattori istituzionali e alle forze situazionali che ne favoriscono o impediscono l’ap- plicazione; memore del detto kantiano per cui, pur non sapendo «se la pace perpetua sia una cosa reale o un nonsenso [...] dobbiamo agire come se fosse una cosa reale, il che forse non è, e operare per la fondazione di essa», qui e ora. da mimesisedizioni.it MC R
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=