Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2018
Postulazione Missioni Consolata Viale Mura Aurelie, 11-13 - 00165 Roma oppure Corso Ferrucci, 14 - 10138 Torino Postulatore: p. Giacomo Mazzotti Chi ricevesse una grazia per intercessione del beato Giuseppe Allamano è pregato di notificarlo al seguente indirizzo: E-mail: postulazione@consolata.org http://giuseppeallamano.consolata.org AGOSTO-SETTEMBRE2018 MC 79 pendo, ma con umiltà e mitezza di cuore. Ne corso della novena, parlando di «ri- strutturazione», p. Ronco ha messo in evi- denza come il Fondatore non era interes- sato alla «quantità» ossia ad aprire più missioni possibile, ma alla qualità. Si inte- ressava cioè alle persone che aveva a di- sposizione, e voleva che fossero missio- nari santi e qualificati per compiere una missione di qualità ottimale: «Noi non ab- biamo la mania di avere molta terra e non le mani per lavorarla; meglio poche mis- sioni ma curate bene». La missione era l’orizzonte di ogni suo desiderio, era la lente fissa davanti ai suoi occhi attraverso la quale guardava tutto. «Noi siamo per i pagani», diceva, che tra- dotto vuol dire: «Noi siamo ad gentes ». L’Allamano vedeva la missione come un’attività da svolgere in una comunione di vita che aveva come modello Gesù, primo apostolo del Padre. Da qui egli de- duceva che la vocazione missionaria è la più bella in assoluto e invitava a ringra- ziare sempre il Signore per questo dono. Inoltre voleva una missione «inglo- bante» e il fatto che lui abbia speso tutta la sua vita a Torino, testimoniando il Van- gelo nel suo ambiente, fa capire che la missione non è solo quella geografica. In questo senso è missione il dialogo inter- religioso, l’ecumenismo, la collabora- zione tra le fedi, ecc. L’Allamano voleva anche una mis- sione «integrale»; il termine indica la me- todologia della missione. Essa cioè deve rivolgersi alla persona umana nella sua parte spirituale e poi nella sua parte ma- teriale. Fu lui a volere l’integrazione della promozione umana con l’evangelizza- zione. Per lui l’uomo e il cristiano anda- vano formati insieme. Un quarto aspetto della missione nel pensiero dell’Allamano era «lavorare in- sieme con spirito sinodale». Il concetto si- gnifica «camminare insieme», missionari, missionarie, catechisti, e tutto il popolo. E questo comporta un metodo di lavoro che è quello dell’armonia, della condivi- sione, del mettere insieme. Infine l’Allamano era convinto che la missione dipendesse dalla qualità del missionario, espressa dalla frase «Prima santi e poi missionari». «La vostra santità deve essere maggiore di quella dei sem- plici cristiani, superiore a quella dei reli- giosi, distinta da quella dei sacerdoti se- colari; la santità dei missionari deve es- sere speciale, anche eroica e all’occa- sione straordinaria da operare miracoli». Il 16 febbraio, giorno della nascita al cielo del beato Allamano, missionari e missionarie, assieme a tanti laici amici, si sono stretti nella chiesa-santuario dove ri- posano i suoi resti mortali per partecipare all’eucaristia solenne presieduta da mons. Giacomo Martinacci, rettore del santuario della Consolata e perciò suc- cessore dell’Allamano nella guida del san- tuario. Parlando dell’Allamano alla luce del Vangelo: «Lo Spirito del signore è su di me e mi ha mandato...», «Davvero lo Spi- rito di Dio è stato su questo sacerdote - ha detto -. Egli non l’ha tenuto per sé, ma ha portato frutto che ha espresso, prima di tutto come formatore di sacerdoti e poi come fondatore di famiglie missionarie per portare il Vangelo di Gesù alle genti. Sergio Frassetto
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