Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2018

74 MC AGOSTO-SETTEMBRE2018 4 chiacchiere con... Sulle pagine del «Ribelle» pubblichi quello che può essere considerato il tuo «manifesto», la «preghiera del ribelle». In quel testo definisci te stesso e i tuoi compagni «ribelli per amore». Pubblichiamo «Il Ribelle» a Milano e riusciamo a diffonderne ben 26 numeri, ognuno in almeno 15mila copie. La diffusione è possibile soprattutto grazie all’impegno di tante donne che lo distribui- scono a loro rischio e pericolo. Il giornale, con que- sta preghiera e tutte le nostre prese di posizione ric- che di umanità e fedeli al Vangelo, è visto come una pubblicazione sovversiva. Per questo sia i nazisti che i fascisti danno la caccia ai mie collaboratori e al tipografo, fino al mio arresto che avviene a Milano il 27 aprile 1944. Teresio Olivelli viene dapprima torturato a San Vit- tore e poi deportato al campo di Fossoli, dove rie- sce a salvarsi dalla fucilazione nascondendosi. Rie- sce anche a fuggire, come aveva già fatto dall’Au- stria, ma lo catturano dopo pochi giorni e lo man- dano prima a Bolzano-Gries e poi a Flossenbœrg in Baviera, e da ultimo al campo di Hersbrœck, dove non solo è marchiato col triangolo rosso dei politici ma anche col disco rosso dei sorvegliati speciali perché tentano la fuga. Teresio comprende che è giunto il momento del dono totale e irrevocabile della propria vita per la salvezza degli altri. In questi luoghi aberranti il senso del dovere della carità cristiana portato fino all’eroismo, diventa per lui norma di vita. Infatti, interviene sempre in difesa dei compagni percossi, rinuncia spesso alla sua razione di cibo in favore dei più deboli e malati. Resiste con fede, fortezza e carità alla repressione nazista, difendendo la dignità e la libertà di tanti fratelli sventurati come lui. Questo atteggiamento suscita nei suoi confronti l’odio dei capi baracca, i cosiddetti kapò, che di conseguenza gli infliggono dure e continue percosse. Tutto ciò non ferma il suo slancio di carità, a motivo del quale è consape- vole di poter morire. Ormai deperito, si protende in un estremo gesto d’amore verso un giovane pri- gioniero ucraino brutalmente pestato, facendo da scudo con il proprio corpo. Viene colpito con un violento calcio al ventre, in conseguenza del quale muore il 17 gennaio 1945, a soli 29 anni. La definizione più efficace di Teresio Olivelli l’ha data don Primo Mazzolari, qualificandolo come «lo spirito più cristiano del nostro secondo Risorgi- mento». Il 4 febbraio 2018, nella Cattedrale di Vigevano, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congrega- zione delle cause dei santi, alla presenza di una nu- trita partecipazione del Corpo degli alpini, lo ha proclamato Beato, definendolo un autentico «combattente» della carità. Don Mario Bandera da Resegone Online da anpiprovincialepavia blogspot com

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