Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2018

MC R AGOSTO-SETTEMBRE2018 MC 73 attento ai tuoi soldati e molti dei tuoi alpini ti devono la vita. Durante la campagna cerco di sostenere i miei com- pagni, non solo condividendo il mio cibo con loro, ma anche aiutandoli spiritualmente. Tutte le sere ci raduniamo a dire il rosario. Poi, durante la ritirata, in condizioni di freddo polare, sto attento ai più de- boli. Una sera, vedo che mancano due dei miei uo- mini che erano feriti. Torno indietro a cercarli pur sapendo di correre il rischio del congelamento re- stando fuori a quasi -30°, ma in coscienza non me la sento di lasciare indietro nessuno. Rientrato a Pavia nella primavera del 1943, trovi una piacevole sorpresa. Sì. Con mia grande sorpresa scopro di aver vinto il concorso al quale mi ero presentato prima di par- tire per il fronte russo: diventare rettore del Colle- gio Ghisleri, dove avevo studiato. Ho solo 27 anni, e in quel momento sono formalmente il più giovane rettore di un collegio universitario in Italia. Un bel sogno che dura poco. Con l’armistizio dell’8 settembre 1943 la tua vita cambia di nuovo radicalmente. L’8 settembre mi trova ancora nella caserma di Vipi- teno, con i miei Alpini. Non accetto di schierarmi con la Repubblica di Salò. I soldati tedeschi mi arre- stano e mi mandano in un campo di prigionia vicino a Innsbruck, in Austria, e poi in un altro. Da lì riesco a fuggire il 10 ottobre e a raggiungere fortunosa- mente Udine e da lì Brescia, dove collaboro alla na- scita delle «Fiamme Verdi», le formazioni partigiane di orientamento cattolico. La mia è una scelta fatta seguendo la mia coscienza, secondo i principi della fede e della carità cristiana. La tua scelta di unirti alla Resistenza è dovuta a motivi politici? Ovviamente la mia presa di posizione avrà conse- guenze politiche, perché devo decidere se stare con il Re d’Italia o con la Repubblica di Salò. Ma la ra- gione di fondo è la mia coscienza illuminata dal Vangelo. Non posso accettare la logica della vio- lenza nazifascista e sogno un mondo nuovo più cri- stiano, basato sulla logica dell’amore. Divento un ri- belle per amore. Partecipo attivamente alla Resistenza, ma il mio contributo fondamentale è la fondazione, nel feb- braio 1944, del giornale clandestino «Il Ribelle», un foglio di collegamento e di sensibilizzazione per diffondere gli ideali della Resistenza di ispirazione cattolica. In quei fogli esprimi il tuo concetto di Resi- stenza intesa come una «rivolta dello spirito» alla tirannide, alla violenza, all’odio. Per me resistere è una rivolta morale, diretta a su- scitare nelle coscienze il senso della dignità umana e il gusto della libertà personale e a promuovere un ordine di valori sui quali primeggia la carità cri- stiana, volta a costruire la civiltà dell’amore con- trapposta a quella dell’odio propugnata dai nazifa- scisti. PREGHIERADEL RIBELLE SIGNORE che fra gli uomini drizzasti la Tua croce, segno di contraddizione, che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito contro le perfidie e gli interessi dominanti, la sordità inerte della massa, a noi oppressi da un giogo oneroso e crudele che in noi e prima di noi ha calpestato Te fonte di libere vite, dà la forza della ribellione. DIO che sei Verità e Libertà, facci liberi e intensi, alita nel nostro proposito, tendi la nostra volontà, moltiplica le nostre forze, vestici della Tua armatura, noi ti preghiamo, Signore. TU che fosti respinto, vituperato, tradito, perseguitato, crocefisso, nell’ora delle tenebre ci sostenti la Tua vittoria; sii nell’indulgenza viatico, nel pericolo sostegno, conforto nell’amarezza. Quanto più si addensa e incupisce l’avversario, facci limpidi e diritti. Nella tortura, serra le nostre labbra. Spezzaci, non lasciarci piegare. Se cadremo fa che il nostro sangue si unisca al Tuo innocente e a quello dei nostri Morti, a crescere al mondo giustizia e carità. TU che dicesti: «Io sono la Resurrezione e la Vita», rendi nel dolore all’Italia una vita generosa e severa. Liberaci dalla tentazione degli affetti: veglia Tu sulle nostre famiglie. Sui monti ventosi e nelle catacombe della città, dal fondo delle prigioni, noi Ti preghiamo: sia in noi la pace che Tu solo sai dare. DIO della pace e degli eserciti, Signore che porti la spada e la gioia, ascolta la preghiera di noi, ribelli per amore. Teresio Olivelli da giulioboscagli - WordPress com

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