Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2018

AGOSTO-SETTEMBRE 2018 MC 65 trovammo un debito a 254 ma a 750 miliardi. La differenza è data dalla spesa per gli interessi che in quel decennio viaggiavano fra il 14 e il 20%. Nel 1992 l’Italia entrò nella terza fase caratterizzata dal risparmio. Nel tentativo di ripagare il debito, tutti i governi che si sono susse- guiti, ad eccezione del 2009, hanno speso per i cittadini meno di quanto abbiano incassato dal gettito fiscale . Complessivamente, dal 1992 al 2016 il risparmio è stato pari a 760 miliardi, ma il de- bito pubblico ha continuato a sa- lire fino a sfondare i 2.300 miliardi. Il punto è che il risparmio realiz- zato non è stato sufficiente a co- prire la spesa per interessi che nello stesso periodo è ammontata a 2.038 miliardi. Per cui lo stato italiano si è indebitato per altri 1.278 miliardi per pagare la parte di interessi non coperta dai ri- sparmi. In altre parole l’Italia si trova nella trappola dell’interesse composto che significa pagare gli interessi sugli interessi. Un mecca- nismo noto in ambito bancario come « anatocismo », dal greco ana , di nuovo, e tokos , interessi. E quando il debitore ci casca dentro non ne esce più perché il debito si autoalimenta: gli interessi non pa- gati fanno crescere il capitale da restituire e la crescita del capitale fa crescere gli interessi in una rin- corsa senza fine. Su chi ricade la pressione fiscale? Appurato che l’Italia non vive al di sopra delle proprie possibilità, la domanda che, caso mai, dob- biamo porci è perché non riu- sciamo a tenere la corsa con gli in- teressi. Ma per trovare la risposta a questa domanda bisogna esami- nare sia le entrate che le uscite per appurare eventuali lacune, er- rori, inefficienze. Sul lato delle en- trate il quesito da porsi è se lo stato stia incassando tutto ciò che dovrebbe, o se stia rinunciando a cifre importanti per assecondare categorie privilegiate. Se esami- niamo la pressione fiscale , ossia il peso delle imposte sul prodotto interno lordo, scopriamo che è an- data crescendo costantemente passando dal 31,4% nel 1980 al 42,9 nel 2016. Ma scopriamo an- che che lo sforzo non è stato equamente distribuito e che la pressione è aumentata molto più sui redditi medio bassi che su quelli medio alti. Ce lo dice soprat- tutto l’Irpef, l’«Imposta sui redditi delle persone fisiche» che rappre- senta il 65% dell’intero gettito di- retto. Quando venne introdotta, nel 1974, era formata da 32 sca- glioni, il più alto dei quali, oltre i 252mila euro di allora, corrispon- denti a 3 milioni di oggi, era al 72%. Una grande parcellizzazione MC R • Debito pubblico italiano | Tasse | Risparmio | Interessi • A sinistra : foto di rito al «G7» del Canada lo scorso 8 giugno; Giuseppe Conte, presidente del consiglio italiano, è il penultimo sulla destra. A destra e pagina seguente : alcune caustiche (e sterotipate) copertine di settimanali tedeschi e inglesi dedi- cate all’Italia. # S TAMPA EUROPEA L’Italia in copertina © G7 Charlevoix 2018

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