Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2018
qualche giorno, Monica accen- deva per noi il rudimentale ri- scaldamento a carbone della no- stra casetta. Mi ricordo di quando venivano i topi in cucina e al mattino trovavamo i segni dei loro incisivi nel sapone. La cappella era un sottotetto dove si poteva stare solo seduti. I bambini del quartiere ci visita- vano spesso e c’era una bella cooperazione con i volontari di un doposcuola per i bambini svantaggiati del quartiere. Tra le vecchiette che visitavamo ce n’era una che ci raccontava sempre di quando era scappata dalla Corea del Nord poco prima che scoppiasse la guerra. Ricordo anche con molto affetto e gratitudine gli insegnanti di co- reano che hanno faticato a inse- gnarmi la loro lingua per quasi due anni. Dopo un anno, appena sono stato in grado di leggere il testo della messa da solo, ho co- minciato ad andare in parrocchia tutti i fine settimana. Il mio primo parroco, un sacerdote co- reano, si chiamava Kim Venan- zio. Mi ha insegnato molte cose sulla cultura coreana, ma mi ha anche fatto mangiare i cibi più strani che abbia incontrato nella vita: dal cane alle ginocchia di bue, da una razza, che eufemisti- camente potremmo dire che sa di acido urico, a tutto ciò che si trova nel mare, a parte gli scogli. Nella sua parrocchia ho comin- ciato a confessare in coreano. Un’anziana signora veniva e mi diceva: «Padre, ho saltato una messa». Ma io che non sapevo distinguere bene le sfumature della pronuncia capivo: «Padre, durante la messa mi sono man- giata una grossa pera». E un’al- tra: «Padre, mi sono mangiata l’orecchio» (cioè, ci sento poco). Tra me e me rimuginavo sulle strane abitudini alimentari delle nonnette coreane. Il bello della vita comune Padre Rafael Del Blanco, argen- tino, è stato uno tra i primi otto missionari arrivati qui. Intelli- gente e di gran cuore, era molto impulsivo, e spesso, testa e cuore non viaggiavano sullo stesso binario. Una volta ha com- perato 200.000 won (circa 200 €) di pesce da un venditore ambu- lante. Gli abbiamo detto: «Ma Rafael, tu non mangi pesce, e qui ce n’è per 6 mesi». E lui: «Ma era un’occasione». Con padre Benjamin (Martinez AGOSTO-SETT M RE 20 MC 59 più poveri del quartiere o i cri- stiani non praticanti. Anche io ho vissuto là in tempi diversi. Qualche volta, in in- verno, quando stavamo via per MC A • Missione | Missionari Consolata | Giovani | Interculturalità • In alto : gruppo dei mis- sionari della Consolata in Corea nel 1992, padre Lamberto è in piedi a de- stra. | Qui sopra : gruppo di musiciste tradizionali. | A sinistra : tipica casa tradizionale di contadini. | A destra : la periferia di Seul, capitale della Corea del Sud, circondata da baraccopoli. #
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