Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2018

NUCLEARE D AGOSTO-SETTEMBRE2018 MC 49 D N OTE (1) Philip Ball, How 2 Pro-Nazi Nobelists Attacked Einstein’s “Je- wish Science” , Scientific American, 13 febbraio 2015. (2) Jeremy Bernstein, Hitler’s Uranium Club: The Secret Recor- dings at Farm Hall , Springer Science+Business Media New York, 2001, p. 116. (3) Jeremy Bernstein, ibidem, p. 138. (4) La trascrizione dell’intero discorso, assieme all’audio origi- nale, è consultabile sul sito della World Nuclear University. (5) AEA, Energy, Electricity and Nuclear Power Estimates for the Period up to 2050 , References Data Series n. 1, 2017. (6) AEA, Vienna, Maggio 2017. (7) IAEA, Energy, Electricity and Nuclear Power Estimates for the Period up to 2050 , ibidem, p. 18. (8) La differenza tra i due dati: l’11% si riferisce al contributo dato dal nucleare alla sola rete elettrica; altre fonti di ener- gia elettrica sono l’idroelettrica, il solare, l’eolica. Il 5,86% si riferisce al contributo dato dal nucleare al consumo energe- tico assoluto rapportato, quindi, anche con il contributo dato dal petrolio, gas naturale, geotermia, bioenergia. (9) ENEA, CIRTEN, Università di Pisa, Comunicazione e informa- zione in tema di energia nucleare , di G. Forasassi, R. Lo- frano, L. Moretti, Documento CERSE-UNIPI RF 1068/2010, Report RdS/2010/153, settembre 2010. (10) Dei nove paesi che possiedono armi nucleari solo due (Israele e Corea del Nord) non hanno centrali per produrre energia a scopo civile, ma entrambe hanno istituti e impianti nucleari a scopo di ricerca . (11) The Economist, 12 aprile 2011. La gravità di un incidente nu- cleare è classificata secondo una scala INES ( International Nuclear and Radiological Event Scale ) che va da 1 (semplice anomalia) a 7 (incidente catastrofico). Dalla scala 4 l’inci- dente nucleare ha conseguenze locali. Dal 1957 ci sono stati 2 incidenti su scala 7 (Chernobyl e Fukushima), 1 su scala 6, 3 su scala 5, 4 su scala 4, 2 su scala 3, 1 su scala 2 e 1 su scala 1 (fonte IAEA, The Economist). (12) http://elezionistorico.interno.gov.it/ (13) Ibidem (14) Interessante, sul cambio di consenso degli italiani sul nu- cleare, il citato rapporto ENEA, CIRTEN, Università di Pisa, del settembre 2010 in cui - alle pagine 7/8 - si afferma che alla fine del 2010, pochi mesi prima di Fukushima, il 44% de- gli italiani sarebbe stato favorevole al ritorno del nucleare in Italia. (15) IAEA, Vienna, Maggio 2017. (16) Secondo un rapporto IAEA del maggio 2017, sui 448 reattori in funzione, 65 hanno un’età tra i 41 e 47 anni, 181 hanno tra i 31 e i 40 anni e 108 tra i 21 ed i 30 anni. La vita media di un reattore nucleare di I, II e terza generazione si aggira sui 40 anni, prolungabile a 60 per quelli di III generazione. (17) IAEA, Vienna, maggio 2017. (18) Ibidem. (19) International Energy Agency (IEA): www.iea.org/weo2017/. (20) A parità di massa la quantità di energia prodotta dalla fis- sione nucleare è superiore di sei ordini di grandezza (un mi- lione di volte) quella del petrolio. (21) ASPO Italia, «Associazione per lo studio del picco del petro- lio», 2005. (22) OECD International Energy Administration (IEA), 2015. (23) IAEA, Vienna, Maggio 2017. (24) Il numero di reattori nucleari non coincide necessariamente con il numero di impianti nucleari in quanto in uno stesso sito possono essere in funzione più reattori nucleari. (25) IAEA, Vienna, Maggio 2017. (26) World Nuclear Association (WNA), luglio 2017. (27) Le principali compagnie che estraggono, lavorano e smer- ciano uranio solo la kazaka KazAtomProm (21% del mercato mondiale), la canadese Cameco (17%), la francese AREVA (13%), la russo-canadese ARMZ-Uranium One (13%) e l’au- straliana BHP Billiton (5%) (fonte: WNA, luglio 2017). (28) Nuclear Energy Agency and IAEA, Uranium 2016: Resources, Production and Demand , OECD 2016, p.9. (29) I principali siti minerari da cui viene estratto la pechblenda, il minerale che contiene uranio, sono: la McArthur River (Ca- nada), proprietà della Cameco per il 69,8%, che estrae l’11% dell’uranio mondiale, la Cigar Lake (Canada), proprietà della Cameco al 50% (11% dell’uranio mondiale), la Tortkuduk & Myunkun (Kazakhstan), di proprietà del consorzio KatcoJV/Areva (6% dell’uranio mondiale), l’Olimpic Dam (Australia), proprietà della BHP Billiton (5% dell’uranio mon- diale), l’Inkai (Kazakhstan), di proprietà del consorzio Inkai JV/Cameco, 5% dell’uranio mondiale e SOMAIR (Niger), per il 63,6% di proprietà dell’Areva, 4% dell’uranio mondiale (fonte: WNA, luglio 2017) . (30) World Nuclear Association, luglio 2017. (31) Nuclear Energy Agency and IAEA, Uranium 2016: Resources, Production and Demand, Annual reactor-related uranium requirement to 2035 , OECD 2016, p.99-100. (32) IEA, World Energy Outloook 2017. (33) Nuclear Energy Agency and IAEA, Uranium 2016 , ibidem. (34) Ibidem. (35) Attualmente le riserve totali stimate sono sui 16.130.000 tonnellate; anche presupponendo lo scenario di richiesta più elevato proposto per il 2035 dall’IAEA (93.510 tonnellate totali nel mondo), le riserve basterebbero per 170 anni. (fonte: Nuclear Energy Agency and IAEA, Uranium 2016: Re- sources, Production and Demand, Annual reactor-related uranium requirement to 2035, OECD 2016 , p.99-100). (36) IAEA, Estimation of Global Inventories of Radioactive Waste and Other Radioactive Materials , June 2008, p.13. (37) https://whatisnuclear.com/waste.html. (38) L’emivita (o tempo di dimezzamento) di un isotopo radioat- tivo è definita come il tempo occorrente perché la metà de- gli atomi di un campione puro dell’isotopo decadano in un altro elemento. (39) I depositi ILW e LLW sono situati nel Regno Unito (LLW Re- pository a Drigg, in Cumbria gestito da un consorzio formato da AREVA, Serco e Studsvik UK), Spagna (El Cabril gestito da ENRESA), Francia (Centre de l’Aube gestito dall’Andra), Giappone (LLW Disposal Centre a Rokkasho-Mura gestito da Japan Nuclear Fuel Limited), USA (in 5 siti, Texas Compact vi- cino al confine col NewMexico, gestito da Waste Control Specialists; Barnwell, South Carolina gestito da EnergySolu- tions; Clive, Utah gestito da EnergySolutions; Oak Ridge, Tennessee gestito da EnergySolutions e Richland, Washing- ton, gestito da American Ecology Corporation), Svezia (a Forsmark, in un deposito situato a 50m sotto le rive del Bal- tico, gestito dal Swedish Nuclear Fuel e dal Waste Manage- ment Company) e Finlandia, nel deposito di Onkalo a Olki- luoto e Loviisa, con profondità a 100 metri. (40) http://www.posiva.fi (41) http://www.skb.com/future-projects/the-spent-fuel-repos- itory/ (42) Elaborazione ISPRA dei rapporti attività dei gestori impianti e ARPA/APPA, 2014. (43) I 19 siti principali che oggi custodiscono i rifiuti nucleari sono le 4 centrali nucleari (gestiti da Sogin), 4 impianti di riciclo di combustibile esausto (gestiti da Enea e Sogin), 7 centri di ri- cerca nucleare (ENEA di Casaccia, CCR Ispra, Deposito Avo- gadro, LivaNova, CESNEF -Centro Energia e Studi Nucleari Enrico Fermi- Università di Pavia, Università di Palermo), 3 centri del Servizio Integrato ancora attivi (Nucleco, Campo- verde e Protex) e 1 centro di Servizio Integrato non attivo (Cemerad). (44) https://www.iter.org/sci/Fusion. (45) «Tokamak» è l’acronimo russo che sta per «camera toroi- dale a confinamento magnetico». (46) https://www.iter.org/faq#collapsible_5.

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