Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2018

Inoltre nei prossimi due o tre decenni la metà dei reattori oggi in funzione dovrà essere smantellata con costi e problematiche di smaltimento enormi. Al loro posto potrebbero subentrare i reattori di IV generazione meno costosi, poco adatti a svi- luppi militari e, soprattutto, più sicuri e, successi- vamente, i reattori che si rifanno al progetto Inpro ( International Project on Innovative Nuclear Reactors and Fuel Cycles ) coordinato dall’Agenzia interna- zionale per l’energia atomica (Iaea). Nel frattempo, però, la transizione tra lo smantellamento degli impianti obsoleti e l’avvio della IV generazione ver- rebbe occupata dai reattori di piccola portata facili da costruire e semplici da mantenere verso cui hanno mostrato interesse tutti gli stati che nel prossimo futuro dovranno fermare i propri im- pianti. In tutti questi nuovi progetti l’Italia è pre- sente con i propri ricercatori. Ma quello a cui il futuro lontano sta guardando con maggior attenzione è la fusione nucleare , una tec- nologia basata non più sulla fissione (divisione) del nucleo atomico, bensì sul processo inverso, cioè l’unione di due nuclei. La reazione, più o meno quella che avviene nelle stelle, produrrebbe una quantità enorme di energia (circa 4 volte quella che si verificherebbe nella fissione di una pari massa di uranio-235 e 4 milioni di volte maggiore a quella che si sprigionerebbe da una pari massa di combustibile fossile) accompagnata da una produ- zione di scorie poco significative 44 . Sebbene la ricerca sulla fusione e su un processo che possa essere convenientemente adottato per produrre energia quasi pulita a scopo civile sia stato avviato sei decenni fa, il traguardo sembra ancora lontano. Le difficoltà tecniche sono enormi. In primo luogo la temperatura: per innescare e mantenere una fusione nucleare occorrono tempe- rature che si aggirano sui 100-150 milioni di gradi. E non vi è alcun materiale che sia in grado di so- stenere tale temperatura e contenere il plasma che si forma: ogni contatto con le pareti del conteni- tore raffredderebbe il plasma interrompendo la reazione. Inoltre ogni contatto con un elemento estraneo inquinerebbe il plasma stesso. Per fortuna la tecnologia e la ricerca (anche ita- liana) sulla fusione è riuscita a trovare soluzioni, seppur costose e ancora in fase di sviluppo e speri- mentazione, come il contenimento magnetico del plasma. Al primo Tokamak 45 , il reattore nucleare a fusione costruito nella seconda metà degli anni Sessanta, sono seguiti un’altra ventina di impianti pilota sino a quando un consorzio che comprende Unione europea, India, Cina, Russia, Giappone, Corea e Stati Uniti ha dato inizio al più ambizioso progetto nel campo della fusione nucleare: l’Iter ( International Thermonuclear Experimental Reac- tor ), in fase di costruzione a Cadarache, in Francia, che costerà 15 miliardi di dollari (rispetto ai cinque inizialmente preventivati nel 2001) e potrà entrare in funzione nel 2035 46 . Nella migliore delle ipotesi l’uomo potrebbe consumare energia proveniente dalla fusione solo nella seconda metà del secolo. Un intervallo di tempo ancora troppo lungo perché il nostro pianeta possa sopportare un depaupera- mento delle materie prime e un inquinamento cui è sottoposto a livello attuale. Nel frattempo il mondo dovrà funzionare con l’e- nergia disponibile che, qualunque sia la fonte, non è né pulita né infinita. Piergiorgio Pescali D 48 MC AGOSTO-SETTEMBRE2018 D Sopra: operazioni di carico navale di rifiuti altamente radioattivi nel porto di Cherbourg, in Normandia. H ANNO FIRMATO QUESTO DOSSIER : • P IERGIORGIO P ESCALI - Giornalista e scrittore, lau- reato in fisica, storia e filosofia, si occupa di Estremo Oriente, in particolare di Sud Est Asiatico, Giappone e penisola coreana. Dal 1996 visita con regolarità la Co- rea del Nord. Da anni collaboratore di MC , suoi arti- coli e foto sono stati pubblicati da Avvenire, Il Mani- festo, Panorama e, all’estero, da Bbc e Cnn . Il suo blog è: www.pescali.blogspot.com . • A CURA DI : Paolo Moiola, giornalista redazione MC. • F OTO DELLE COPERTINE In prima di copertina : la centrale nucleare di Saint- Laurent-Nouan (Loir-et-Cher), in Francia. In ultima di copertina : un avviso di pericolo nucleare a Trinity, nel deserto del New Mexico (Usa), dove il 16 luglio 1945 venne fatto esplodere il primo ordigno nucleare. • S UL SITO - Piergiorgio Pescali ha preparato un dossier molto dettagliato. Per questioni di spazio abbiamo dovuto rinunciare a molte tabelle e approfondimenti. È nostra intenzione pubblicare alcune delle cose man- canti sul sito della rivista: www.rivistamissioniconsolata.it © Dean Calma / IAEA D

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