Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2018
energetico dato dal nu- cleare, solo Germania e Giappone hanno deciso di di- minuire in modo sostenuto (ma non annullare del tutto) l’ap- porto atomico nel loro consumo energetico dopo la catastrofe di Fukus- hima. Nel primo caso si è passati dal 22,6% del 2010 al 13,1% nel 2016; nel secondo caso dal 29,2% al 2,2% 17 . Tutte le altre nazioni, comprese alcune di quelle considerate più sensibili ai temi ambien- tali, come Finlandia, Svezia, Svizzera, Canada, hanno mantenuto attive le proprie centrali 18,19 . I motivi di questa tendenza al rialzo sono da ricer- carsi in diverse ragioni. Le energie rinnovabili (è anche il caso di ricordare che «rinnovabile» non è sinonimo di energia «pulita» ), pur in forte e co- stante aumento sono ancora troppo suscettibili agli eventi naturali e non sempre possono essere disponibili ad un uso immediato (ad esempio, la ca- rica di un’auto elettrica dura in media tra i 20 e i D 44 MC AGOSTO-SETTEMBRE2018 D La radioattività L a stabilità di un atomo è data dal rapporto tra nu- mero di neutroni e protoni (N/Z) all’interno del nucleo. I protoni, infatti, essendo particelle dotate della stessa carica positiva, tendono a respingersi a vi- cenda: le forze nucleari attrattive dei soli protoni non sono in grado di prevalere su quelle repulsive. I neu- troni, essendo di carica neutra, aumentano proprio le forze nucleari attrattive che riescono a tenere i pro- toni confinati all’interno del nucleo. Questo equilibrio è ottimale quando il rapporto tra neutroni e protoni si attesta tra 1 e 1,5; quando questo valore viene supe- rato l’atomo diventa instabile. A questo punto l’isotopo instabile tende a rilasciare energia per riconfigurarsi in un isotopo più stabile. Questo rilascio di energia determina la radioattività e continua sino a quando il rapporto N/Z raggiunge un valore ideale. A seconda dell’isotopo, il rilascio di ener- gia può durare da frazioni di secondo a migliaia di anni e la velocità con cui questa energia è emessa si chiama tempo di dimezzamento. Più il tempo di di- mezzamento è breve, più radioattivo sarà l’isotopo. Dato che ad ogni ci- clo di emivita il decadimento ra- dioattivo è esponenziale, dopo 7 cicli di dimezza- mento l’isotopo contiene meno del’1% della ra- dioattività iniziale. L’uomo da sempre convive con la radioat- tività. Raggi cosmici, terreno, cibi contengono isotopi che emettono in con- tinuazione attività radioattiva. In media ogni individuo assorbe annualmente una dose di radiazioni naturali tra i 2,4 e i 3,3 millisievert (il valore varia da luogo a luogo in quanto la radioattività rilasciata dal suolo e dai raggi cosmici non è uniforme su tutto il pianeta). Questi valori rappresentano circa il 50-70% delle radia- zioni totali assorbite dall’uomo in quanto si devono ag- giungere le dosi dovute alle attività umane, la quasi to- talità delle quali (2,6 millisievert) è dovuta alle attività mediche (radiografie, medicina nucleare, tomografie). Le radiazioni dovute alle attività industriali corrispon- dono a meno dello 0,1% del totale della dose annuale assorbita (0,003-0,01 mSv). In genere, però, le radiazioni naturali non hanno alcun effetto sulle nostre cellule o, tuttalpiù, possono essere riparate dalle cellule stesse. Il pericolo avviene quando l’energia delle particelle radioattive è elevata a tal punto da «ferire» la cellula senza che questa riesca a curarsi. In questo caso può continuare a vivere ri- schiando però di infettare altre cellule, op- pure morire. Perché una cellula muoia occorre che la quantità di energia somministrata sia intensa e di breve durata: è il caso peg- giore. [...] P.P. (L’approfondimento prosegue sul nostro sito) © Greg Webb - IAEA, 2010
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