Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2018

NUCLEARE D AGOSTO-SETTEMBRE2018 MC 41 D nucleare il 12 maggio 1963, quando venne inaugu- rata la prima centrale atomica a Latina . Solo tre anni più tardi il nostro paese era il terzo produt- tore al mondo di energia nucleare 9 . Sembrava che nulla potesse arrestare l’avanzata della fissione, ma all’eccitazione iniziale seguì una più ponderata disamina dei pro e dei contro. Eisenhower e gli «atomi di pace» Con le contestazioni studentesche del Sessantotto cominciarono ad affacciarsi anche i primi movi- menti «No nukes». Diversificati nelle intenzioni, nei metodi e nelle idee, gli attivisti convogliavano i loro timori verso la sicurezza, sia ambientale che umana, e la pericolosa complementarietà dell’in- dustria nucleare civile e militare. Le prime centrali nucleari cominciavano a produrre quantità consi- derevoli di scorie radioattive che destavano preoc- cupazione tra la popolazione in quanto di difficile smaltimento. Inoltre i reattori, utilizzando uranio arricchito (uranio con alta percentuale di isotopo 235) e producendo plutonio-239, potevano essere sfruttati dall’industria militare per la produzione di bombe nucleari. Infine, dato che la teoria della fissione e fusione nucleare è identica sia per pro- durre ordigni che per produrre energia ad uso ci- vile, ogni sviluppo tecnologico dell’uno poteva es- sere applicato nell’altro campo. Non è un caso che tutti i paesi che possiedono o hanno posseduto un arsenale nucleare abbiano sul loro territorio cen- trali nucleari per produrre energia a scopo civile o reattori di ricerca 10 . Durante gli anni Settanta si moltiplicarono le ma- nifestazioni contro la proliferazione nucleare: si or- ganizzavano concerti, si giravano film, scendevano in campo star dello spettacolo e della politica. Nel 1975 la ventunenne Anne Lund, un’attivista antinu- cleare danese appartenente alla Organisationen til Oplysning omAtomkraft (Organizzazione per l’in- formazione sulle centrali nucleari) disegnò uno dei loghi più famosi e utilizzati nella storia della gra- fica: il sole che ride e che alla domanda «Energia nucleare?» risponde con un gentile, ma perentorio, «No, grazie». I più gravi disastri nucleari Alle obiezioni degli attivisti e delle organizzazioni ambientaliste, le compagnie impegnate nel nu- cleare, appoggiate dai governi, rispondevano assi- curando tutti sulla sicurezza e sulla necessità di avere una fonte energetica pulita, efficiente e, so- prattutto stabile e economica. Ma la sicumera mostrata dai fautori del nucleare sembrò frantumarsi di fronte ad una serie di inci- denti: la perdita di refrigerante con conseguente parziale fusione del reattore avvenuta il 28 marzo 1979 a ThreeMiles Island , negli Stati Uniti, fu solo il preludio di quello che, il 26 aprile 1986 ac- cadde a Chernobyl , considerato il più grave inci- dente della storia del nucleare a scopo civile, se- guito, l’11 marzo 2011, da quello, altrettanto perico- loso, di Fukushima , in Giappone. In tutto, dal 1957 ad oggi, nel mondo ci sono stati 14 incidenti che hanno coinvolto reattori nucleari, di cui dieci con conseguenze dirette sull’ambiente e la popolazione circostante 11 . Le sciagure di Chernobyl e Fukushima furono ma- nipolate da entrambe gli schieramenti pro e contro il nucleare per portare acqua al proprio mulino, in modo cinico e presentando in modo approssima- tivo, per non dire fraudolento, mappe, grafici, dati e cifre. In Italia, a seguito dell’incidente di Cher- nobyl venne indetto un referendum che sancì, con un consenso dell’80,57% dei votanti, la chiusura delle 4 centrali nucleari presenti sul territorio na- zionale: Trino Vercellese, Caorso, Latina, Sessa Aurunca . Un tentativo di reintrodurre la fissione venne fatto nel 2011 ma, a poche settimane dal voto, Fukushima determinò l’esito delle urne con un 94,75% di contrari 12,13 . La resistenza del nucleare e la crescita delle fonti rinnovabili L’ondata di scetticismo verso l’energia atomica sembra, però, non aver intaccato l’avanzata del nucleare nel mondo. I 363 reattori nucleari che nel 1985, prima dell’incidente di Chernobyl, pro- ducevano 245.779 MWe (= megawatt elettrico, ndr ) di energia, nel 2010 (prima di Fukushima) erano saliti a 441 con una produzione elettrica di 375.227 MWe per raggiungere un totale di 391.116 MWe nel 2017. E con 61 reattori in costruzione per 61.264 MWe di potenza, il nucleare sembra essere ancora una fonte energetica attraente, nonostante nei prossimi 10-20 anni dovranno es- sere smantellati più della metà dei reattori per- ché troppo vecchi 15,16 . Tra i paesi che nel 2010 avevano un contributo © AFP_L Nosov / R A Novosti / Sputnik

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