Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2018

nuovo conflitto mondiale. Fu la Germania nazista la prima nazione a credere all’atomo come fonte inesauribile di energia e di potenza militare. Nel di- cembre 1938 un team di fisici tedeschi guidati da Otto Hahn e Fritz Strassmann dimostrò che un nucleo di uranio-235 avrebbe potuto dividersi in al- tri nuclei più piccoli, se bombardato con un neu- trone. Il 13 gennaio 1939 la fisica Lise Meitner, as- sieme al nipote Otto Frisch, risalirono all’origine della reazione riuscendo a calcolare l’enorme quantità di energia che poteva liberarsi dalla fis- sione, termine coniato da Frisch in analogia alla fissione di cellule nel campo biologico. La scoperta di Meitner e Frisch cominciò a scal- dare gli animi non solo degli scienziati, ma anche dei militari: se la fissione poteva liberare tale quan- tità di energia, allora un’arma basata su questa reazione a catena avrebbe dato alla nazione che la possedeva un vantaggio incolmabile sulle altre. Lo sbaglio del Terzo Reich: l’espulsione degli scienziati ebrei La guerra bussava ormai alle porte e il Terzo Reich era il paese che aveva la più profonda cono- scenza della fisica nucleare. Nell’aprile 1939 l’ Hee- reswaffenamt , l’Ufficio armi dell’esercito tedesco, fondò l’ Uranverein , il «club dell’uranio» che avrebbe dovuto approfondire gli studi sulla fis- sione nucleare. Fortuna volle che i gerarchi nazisti avessero altre priorità e non credevano che la Ger- mania dovesse dare urgenza ad un programma di cui non si aveva sicurezza che potesse essere ter- minato in tempi brevi. La fiducia nelle istituzioni e nella preparazione militare assecondate dalla re- missività sino ad allora mostrata dai governi più ostili al Reich (Gran Bretagna e Francia), sembra- vano garantire a Berlino una facile vittoria senza dover spendere inutili energie in programmi scien- tifici alternativi. In più i dirigenti nazisti avevano iniziato sin dal 1933 ad espellere gli ebrei dagli uf- fici pubblici e, seppur il principale istituto scienti- fico tedesco, il prestigioso Kaiser-Wilhelm-Gesell- schaft fur physikalische Chemie und Elektrochemie , non fosse strettamente sotto controllo statale, venne fatta pressione affinché venissero allonta- nati ebrei e comunisti da quello che il quotidiano nazista Volkischer Beobachter definì un «parco giochi per cattolici, socialisti ed ebrei» 1 . Lo stesso Hitler, quando Max Planck tentò di convincerlo che espellere i ricercatori di razza ebraica sarebbe stato il suicidio della scienza tedesca, rispose di non aver «niente contro gli ebrei in sé. Ma gli ebrei sono tutti comunisti e loro sono miei nemici, a loro faccio la guerra». La cecità del governo nazista fu, nella sua tragicità, provvidenziale perché privò la Germania di una parte importante dell’intellighen- zia scientifica. Cervelli come Albert Einstein , Ed- ward Teller, Rudolf Peierls, Hans Bethe, Arthur von Hippel, Max Born, James Franck, Hermann Weyl, Eugene Rabinowitch, Heinrich Kuhn as- sieme agli stessi Lise Meitner e Otto Frisch espa- triarono, così come fece Enrico Fermi dall’Italia. In seguito molti di questi stessi scienziati parteci- parono attivamente e diedero contributi fonda- mentali all’interno del «Progetto Manhattan», l’ambizioso piano voluto da Franklin Delano Roo- sevelt, su pressione di Leo Slizàrd, Eugene Wigner e Albert Einstein, timorosi che la Germania po- tesse costruire una bomba nucleare. La svolta decisiva del progetto che, alla sua mas- sima espansione, impiegava 130.000 addetti, av- venne alle 5.29 del mattino del 16 luglio 1945 quando nel sito di Trinity, a Jornada del Muerto, nel NewMexico, venne fatto scoppiare Gadget, il primo ordigno nucleare prodotto dall’uomo, della potenza di 22 chilotoni. Contrariamente a quanto si pensi, non vi fu alcuna corsa a due: Hitler non si interessò mai veramente alla bomba nucleare e al termine della guerra fu chiaro a tutti che la Germania era ben lontana dal confezionare un ordigno simile. Quando, il 6 agosto 1945, la Bbc diede l’annuncio dello scoppio della D A sinistra: Enrico Fermi, fisico italiano (1901-1954), subito dopo il conferimento del premio Nobel (1938) emigrò negli Stati Uniti, dove contribuì in maniera decisiva ai progetti nucleari di quel paese. Pagina seguente : un disegno raffigurante l’atomo e la sua composizione. D 38 MC AGOSTO-SETTEMBRE2018 D

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