Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2018
quali condividono l’obbligo di abi- tare nel centro, e psichiatri occi- dentali che effettuano visite pe- riodiche per monitorare le tera- pie. Oltre ai centri d’accoglienza il sistema prevede anche centri di reinserimento, dove i pazienti im- parano un mestiere, e centri re- lais , cioè ambulatori/farmacie dove i malati dimessi e tornati al villaggio hanno a portata di mano i farmaci necessari, per prevenire eventuali ricadute. Basaglia africano L’opera di Ahongbonon si colloca nel filone indicato da San Daniele Comboni, «salvare l’Africa con l’A- frica». Per una curiosa coincidenza storica, Grégoire ha iniziato a libe- rare i malati psichici in Costa d’A- vorio negli stessi anni in cui in Ita- lia diventava attuativa la Legge Ba- saglia, che liberava i «matti» dai manicomi. Ad accomunare le due esperienze la centralità della per- sona malata, la relazione affettiva, il rifiuto della contenzione, la tera- pia del lavoro, il reinserimento nella famiglia e nella società. Come scrive lo psichiatra Eugenio Borgna nella prefazione al libro di Casadei, si tratta in entrambi i casi di «una psichiatria aperta alla comprensione della follia e alla so- lidarietà», capace di riconoscere nei malati mentali «la presenza di un’umanità ferita dal dolore, biso- gnosa di ascolto e accoglienza». Oggi Grégoire, che in questi anni ha ricevuto numerosi riconosci- menti internazionali (dal Premio per la lotta contro l’esclusione so- ciale dell’Oms - Organizzazione mondiale della sanità, alla procla- mazione di «africano dell’anno» nel 2015) continua a guardare avanti: il suo obiettivo ora è aprire un centro per tossicodi- pendenze a Dassa, in Benin, «per- ché molti malati psichici fanno uso di droghe e questo peggiora le loro condizioni». A 66 anni, Grégoire non ha ancora trovato un successore che possa pren- dere le redini dell’associazione da lui fondata. In verità, nemmeno lo cerca, affidando tutto alla Provvidenza. Ma qualcuno che cammina sui suoi passi c’è: Ni- cole, la più piccola dei suoi sei fi- gli, di 28 anni, si è laureata in me- dicina e oggi sta frequentando il secondo anno di psichiatria. Stefania Garini paziente oggi direttrice del centro di Calavi (Benin). «Questo è un in- coraggiamento per i malati che arrivano e si trovano davanti qualcuno che era nelle loro stesse condizioni e adesso è rifiorito». Ci sono anche alcuni operatori che non sono mai stati malati, i L E FOTO • Le foto di questo servizio sono state gentilmente fornite da Fa- brizio Arigossi, responsabile pro- getti del Gruppo missionario «Un pozzo per la vita» di Merano (Bz). AGOSTO-SETTEMBRE 2018 MC 25
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=