Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2018

AGOSTO-SETTEMBRE 2018 MC 19 MC A stola, tue immagini preferite, mi hanno sempre aiutato a ripensare il servizio cristiano come servizio fatto con umiltà e dinamismo di carità. La stola, poi, mi ricorda in parti- colare che il potere e l’autorità del pastore cristiano stanno nel servizio che scaturisce da quel «Pane spezzato per tutti», fonte di tutto il significato teologico di ministro e ministero. Contemplazione e azione Insistevi perché andassimo oltre il perimetro delle nostre amicizie, delle nostre certezze e anche della chiesa per incontrare quelle pecorelle, e accompagnarle con saggezza e tenerezza. Sottoli- neavi la necessità di avere un «amore vigoroso», capace di farsi carico e di caricarci sulle nostre spalle coloro che non avevano la forza di camminare da soli. E riba- divi che santi come Luigi Gonzaga erano grandi sì a causa della loro preghiera, ma soprattutto per aver avuto il coraggio di caricarsi alcuni ammalati per portarli all’o- spedale. Contemplazione e azione sono state caratteristiche inscindibili della tua esperienza di vita, aureole che ti proclamano tra i santi missionari del nostro tempo. Credo che per conoscerti bene, don Tonino, non basti leg- gere i tuoi innumerevoli scritti. Occorrerebbe penetrare nel cuore del popolo che ti ha cono- sciuto, che vibrava alle tue parole e che con te ha celebrato l’Euca- restia, per conoscere meglio i va- lori che proponevi e la potenza di contagio che avevi sulla gente. Eri un pastore capace di trasfondere in chi incontravi l’amore del Si- gnore e dei fratelli. Avevi una capacità di comunica- zione e di relazione straordinaria, vero profeta anche in questo areopago moderno. Sapevi evi- denziare gli aspetti positivi pre- senti in ogni persona, per dare sempre coraggio e speranza. E chissà come è stato bello l’in- contro con il Padre celeste, visto che hai saputo sempre essere propositivo nel travaglio nostal- gico della ricerca del suo volto pa- terno. Rocco Marra © The seed / Paul Gichui poi per noi seminaristi. Un anno, prima della celebrazione del 4 no- vembre, considerando le meda- glie presso il monumento dei ca- duti, hai condiviso alcuni tuoi sentimenti con un gruppo di noi seminaristi. Praticamente, quelle medaglie al valore mi- litare non potevi soppor- tarle, pensando a tante mogli private dei loro mariti e a genitori cui erano stati strappati i figli. Le medaglie al valore militare non avevano per te lo stesso significato delle me- daglie e dei trofei vinti dai tuoi se- minaristi nelle competizioni spor- tive o per la costruzione del mi- glior presepio della provincia. Non credo che tu, don Tonino, fa- cessi distinzioni e contrapposi- zioni tra «casa» e «chiesa». La «chiesa del grembiule», divenuta famosa fin dai primi anni del tuo episcopato, ebbe sicuramente la sua origine nella tua casa di Ales- sano, così come la riflessione sulla «stola» trovò origine nella chiesa della tua parrocchia na- tale. Ricordo che una volta, in semina- rio, ci hai presentato il significato della stola sulle spalle del prete. Mi colpì molto l’invito a prepa- rarci per indossarla come segno della nostra partecipazione alla missione del Buon Pastore, ve- nuto a cercare la pecorella smar- rita per riportarla all’ovile, cari- candosela con dolcezza sulle spalle. Grem- biule e

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